Elezioni europee, un centrodestra forte ma diviso

In vista delle imminenti elezioni europee Epoch Times propone una rassegna di articoli dedicati ai principali schieramenti politici, ai loro programmi e alle loro alleanze in ambito europeo.

 

In questo speciale momento storico la destra italiana appare divisa; dopo le ultime elezioni la Lega di Salvini è diventata il più importante partito di destra, superando Forza Italia. Ma Berlusconi ha dichiarato che si vedrà dopo le elezioni europee «chi sarà il regista»: «Il governo cadrà se i Cinque Stelle avranno un insuccesso e al tempo stesso Forza Italia avrà invece un buon risultato», ha inoltre aggiunto.
Salvini, d’altra parte ha detto e ripetuto che «se la Lega vince le elezioni europee, non cambierà nulla al governo».

La Lega

La Lega Nord non ha pubblicato un proprio programma in vista delle elezioni europee, tuttavia è chiara la posizione del ‘capitano’ riguardo le principali questioni da affrontare in Europa, cosi come l’adesione alla coalizione europea denominata ‘Alleanza Europea dei Popoli e delle Nazioni’.

Salvini ha dichiarato di voler vincere le elezioni europee per «cambiare delle norme che stanno massacrando la nostra economia, agricoltura, pesca e commercio. E per portare la difesa dei confini e la chiusura dei porti non solo a livello italiano ma a livello europeo, perché il problema non è redistribuire tra i Paesi europei gli sbarcati, il problema è che se l’Europa esiste deve difendere i suoi confini via mare e via terra». Lo slogan della sua campagna per le europee è: «L’Italia rialza la testa. Stop a burocrati, banchieri, buonisti e barconi». Inoltre, come l’M5s, il leader del Caroccio ha enfatizzato la necessita di valorizzare l’autentico Made in Italy in Europa.

Per quanto riguarda la coalizione europea, si tratta di un gruppo di stampo conservatore ma con alcune tendenze di estrema destra (per esempio in alcuni esponenti di Alternative fur Deutschland), i cui partiti più importanti sono rappresentati dal Raggruppamento Nazionale di Marie Le Pen, dalla Lega Nord, dal Partito della Libertà Austriaco, dal Partito per la Libertà olandese e dal Partito Popolare Danese. Si tratta di gruppi di stampo sovranista che vengono definiti generalmente partiti populisti di destra.

Questa nuova alleanza è stata costituita ad aprile in vista delle elezioni europee, da 8 degli undici partiti aderenti al Movimento per un’Europa delle Nazioni e della Libertà. Secondo il portavoce dell’alleanza Jorg Meuthen lo scopo è «dimostrare che le forze patriottiche e di destra hanno intenzione di non frammentarsi nel Parlamento Europeo ma di procedere insieme con uno stesso scopo, vale a dire rivedere tutta la politica europea che oggi provoca danni a tutti i cittadini europei. […] Vogliamo riformare l’Europa, non distruggerla».

In risposta alle accuse di ‘fascismo’, o addirittura ‘nazismo’, la coalizione ha ribadito l’importanza fondamentale del principio di democrazia e quindi il rifiuto di «qualsiasi affiliazione nel passato o nel presente, nonché qualsiasi connessione o simpatia per qualsiasi progetto autoritario o totalitario».

Forza Italia

Lo storico leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è tornato in campo in vista delle elezioni europee e ha presentato un ambizioso programma articolato in 12 punti:

  • Conferire più poteri al Parlamento Europeo a discapito della Commissione Europea.
  • Una sola politica estera e un unico esercito europeo.
  • Una Europa capace di riunificare l’intero Occidente, per resistere al progetto egemonico economico e militare lanciato dalla Cina sul mondo intero.
  • Regole fiscali europee più flessibili su crescita e lavoro e la fine della politica dell’austerità.
  • Stop all’immigrazione irregolare
  • Tutela del Made in Italy
  • Politica commerciale per difendersi dalla Cina e controllo investimenti esteri
  • Semplificazione procedure per accedere ai Fondi Ue
  • Riforma della Bce e armonizzazione fiscale
  • Sicurezza e difesa, lotta al terrorismo
  • Italia capofila dei Paesi del Mediterraneo
  • Sviluppo e rispetto dell’ambiente

Riguardo alla propria alleanza strategica in Europa, Berlusconi ha dichiarato che non ha la minima intenzione di allontanarsi dal Partito Popolare Europeo, capitanato dal partito della cancelliera Angela Merkel, ma spera di convincere la sua dirigenza a cambiare alleanze, a «lasciare l’alleanza con la sinistra, che ha portato all’Europa di oggi, burocratica, ragionieristica, per volgersi a un’alleanza con i partiti democratici di destra, con i conservatori, con i nazionalisti per trasformare questa Europa in un Europa dello sviluppo». Al momento, il Partito Popolare Europeo è sempre stato fortemente europeista.

Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia ha dichiarato durante il talk show condotto da Lilli Gruber, Otto e Mezzo, che «tutti i sondaggi ci danno oltre il 10%, anche chi ci dava sotto il 10% ora ci da’ sopra. […] Nel centrodestra non può esserci una deriva verso destra e senza Forza Italia non c’è il centrodestra». Inoltre Tajani ha sottolineato che lui e Berlusconi andranno effettivamente al Parlamento Europeo, mentre gli altri leader non hanno alcuna intenzione di farlo.

Fratelli d’Italia

Il partito di Giorgia Meloni, che per sedere nel Parlamento Europeo dovrà superare lo sbarramento del 4 percento, vuole che l’Europa diventi una confederazione di Stati sovrani, e intende ribadire la supremazia della Costituzione e dell’ordinamento italiano sulle norme europee. Auspica la fine delle politiche di austerità e la riduzione delle tasse e della burocrazia. Il programma pubblicato da Fratelli d’Italia si oppone inoltre alla finanza speculativa e alle distorsioni dell’euro, e si propone anch’esso di difendere il Made in Italy dalla concorrenza sleale e di contrastare la drammatica crisi demografica che vive l’Europa attualmente introducendo un «reddito di maternità europeo». L’ambizioso programma parla anche di lotta alla povertà e tutela della salute, di difesa dell’ambiente, di contrasto dell’immigrazione illegale e difesa dei confini, della sicurezza in Europa e della «difesa della nostra identità cristiana dal processo di islamizzazione».

Fratelli d’Italia ha annunciato da tempo la sua adesione al gruppo parlamentare Ecr, il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, un gruppo euroscettico (ma non troppo) e conservatore di centrodestra che attualmente può contare su 76 deputati all’interno del Parlamento europeo. La coalizione è guidata dal Partito Conservatore britannico di Theresa May, che tuttavia ha annunciato che si dimetterà dalla propria carica entro fine luglio, in seguito al fallimento della trattativa per la Brexit, che si trova ancora in una situazione di stallo.

Lo schieramento della Meloni si trova quindi in qualche modo al centro tra quello di Berlusconi (di destra, ma per lo più europeista) e quello di Salvini (di destra populista con una minoranza che tende all’estremo), configurandosi come un partito perfettamente descritto dal suo paradossale nome, ‘Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei’.

Conclusione

Il quadro generale è quello di un centrodestra spaccato, diviso nelle coalizioni europee, cosi come in quelle italiane. Sebbene Berlusconi abbia dichiarato di essere fiducioso di poter convincere Orban e Salvini a entrare nel Partito Popolare Europeo, questa eventualità appare in realtà altamente improbabile. Salvini è infatti intenzionato a giocare un ruolo di spicco all’interno dell’Alleanza Europea dei Popoli e delle Nazioni che potrebbe, secondo gli ultimi sondaggi, ottenere un buon numero di seggi in parlamento a fronte dell’aumento dei consensi per i cosiddetti partiti populisti di destra in Europa, a partire dalla Lega e dal Raggruppamento Nazionale francese fino ai risultati, oltre le aspettative, ottenuti dal partito dei Veri Finlandesi alle elezioni parlamentari di aprile.

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