Elezioni europee, l’Ue: eliminare tutte le fake news per evitare ingerenze straniere

L’Unione Europea ha messo in guardia le grandi compagnie di social media, come Facebook, che non stanno facendo abbastanza per eliminare e mettere al bando le false notizie (fake news) provenienti da Cina e Russia, che tentano di manipolare le prossime elezioni in Europa.

Anche se alti funzionari si sono detti rincuorati dal fatto che le piattaforme digitali stiano facendo progressi per aumentare la trasparenza su chi paga e posiziona la pubblicità politica nella sfera digitale, Bruxelles ha dichiarato che gli ultimi resoconti mensili dei giganti della tecnologia hanno mostrato come esistano ancora «questioni in sospeso» sia sull’accesso dei controllori sia su account falsi.

Il ‘verdetto’ è stato annunciato il 16 aprile dal commissario dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione, Sir Julian King, durante un dibattito al Parlamento Europeo sulla minaccia che gli attori stranieri, tra cui Mosca e Pechino, pongono alle elezioni europee del prossimo mese. Ha affermato: «A prima vista, le ultime notizie suggeriscono che sono stati fatti sicuramente dei progressi in termini di trasparenza per gli annunci politici, e in effetti per gli annunci in generale, ma ci sono ancora alcune questioni in sospeso. Abraham Lincoln ha detto che le elezioni appartengono al popolo, è una loro decisione. Dobbiamo assicurarci che rimanga così».

Bruxelles ha implementato una serie di nuove misure per combattere le minacce alla sicurezza informatica nazionale e internazionali in vista delle elezioni a livello continentale per il prossimo Parlamento dell’Ue, che si terranno tra il 23 e il 26 maggio.

Tra queste ci sono il lancio di un sistema di allerta rapido grazie al quale le capitali nazionali possono condividere i dettagli di specifiche minacce, l’istituzione della prima Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione(Enisa), e la revisione delle regole interne in modo che i partiti politici che usano impropriamente dati personali durante la campagna elettorale possano essere multati.

All’inizio di questo mese, il Parlamento Europeo, la Commissione e i 28 Stati membri, insieme all’Enisa, hanno messo a punto i piani di guerra di risposta in caso di attacco alla sicurezza informatica durante le elezioni: le ultime ‘esercitazioni’ prima della battaglia sono state programmate per metà maggio.

Melania Ciot, in rappresentanza della presidenza rumena all’Ue ha dichiarato: «Il prossimo mese, le elezioni europee si svolgeranno in un contesto politico molto diverso rispetto al precedente. Se alcuni attacchi dovessero avere successo in uno Stato membro, molto probabilmente avrebbero un effetto domino e influenzerebbero i processi democratici degli altri 27 Paesi. Pertanto, si rischierebbe di screditare le istituzioni dell’Ue nel loro insieme».

Anna Elżbieta Fotyga, membro polacco del Parlamento europeo (Mep), nonché ex ministro degli Affari Esteri del suo Paese, ha accusato Mosca di essere uno dei maggiori responsabili di tali tentativi. Ha sostenuto: «Operazioni di influenza o attacchi alla tecnologia sono già state utilizzate contro l’Occidente dalla Russia già da molto tempo, anche contro le elezioni. Per quale motivo? Per minare la fede e la fiducia nella democrazia, esacerbare le divisioni già esistenti, confondere la verità e amplificare temi e punti di vista favorevoli alla Russia».

L’eurodeputato portoghese José Inácio Faria ha aggiunto che «il rischio di manipolazione delle prossime elezioni attraverso false notizie, disinformazione e attacchi informatici è alto», sollevando preoccupazioni non solo per l’interferenza russa ma anche cinese.

Molti politici europei sono particolarmente tesi per i possibili risultati in quanto alcuni partiti negli Stati membri dell’Ue, molti dei quali sono chiaramente solidali con Mosca e Pechino, potrebbero avere un buon posizionamento alle elezioni.

Tuttavia, l’ampiezza delle nuove misure e la velocità con cui sono state introdotte hanno sollevato anche preoccupazioni tra alcuni membri del Parlamento europeo, perché, sostengono, potrebbero inavvertitamente influenzare la libertà di parola.

Jonathan Arnott, un eurodeputato libertario britannico, ha avvertito: «C’è il pericolo che quando questi strumenti vengono applicati a livello statale la libertà stessa di parola potrebbe essere compromessa, in particolare online».

A queste accuse la Commissione ha risposto con le rassicurazioni del commissario della Enisa Sir Julian King, che insiste sul fatto che le riforme riguardano la promozione della trasparenza su chi controlla il dibattito online, e non esprime giudizi su punti di vista specifici.

Melania Ciot in proposito ha aggiunto: «È nostro dovere proteggere le nostre elezioni nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. Non vogliamo essere il Ministero della Verità, ma non possiamo essere ingenui. Queste elezioni non saranno come al solito».

 

Articolo in inglese  EU Asks for Increased Efforts Against Fake News Amid Russia, China Election Interference Concerns

 
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