Ecco perché Windows 10 può fare il salto di qualità

Se Windows Vista è stato per molti il successore indegno di Xp, lo stesso è accaduto con Windows 8 nei confronti di Seven. Se la logica non inganna, il nuovo Windows 10, ultimo e definitivo Os di Microsoft, dovrà essere un nuovo successo.

Tuttavia per gli user più fedeli e accaniti, a discapito di ciò che pensano i tanti hater soprattutto dalla sponda Mac, a giocare a favore di Microsoft Windows 10 potrebbe non essere solamente una pura questione di logica o casualità: il nuovo sistema operativo avrebbe davvero tutte le carte in regola per guadagnarsi un posto d’onore nella storia del personal computer.

Le maggiori critiche che da sempre vengono mosse a Windows dagli utenti Mac sono la scarsa reattività del sistema, l’alta probabilità di essere infettato da virus, la grafica poco accattivante e l’instabilità: quale utente windows non si è mai ritrovato davanti alla classica schermata blu nel pieno di un lavoro importante?

Queste presunte o reali pecche potrebbero risiedere nel fatto che Microsoft e Apple gestiscono i loro rispettivi sistemi operativi in modo completamente differente. Apple preferisce mantenere un controllo più ferreo del suo software, e questo riesce a prevenire l’insorgenza dei problemi sopracitati, ridimensionando allo stesso tempo però la sensazione di libertà dell’utente: «se da una parte ammiro Apple e il suo Mac dall’altra preferisco il relativo libero sfogo offerto da Microsoft», ha riferito a Epoch Times Fahad Qadri, fruitore entusiasta di Windows, laureato in business management all’Università di Westminster.

Come era facilmente intuibile infatti, ci vuole ben altro per scoraggiare gli utenti Microsoft più appassionati: «vero, Windows ha un tasso di fallimento statisticamente maggiore nonché una bassa durata della vita operativa rispetto al Mac, ma offre quella flessibilità che permette ai suoi utenti di personalizzare il sistema operativo a seconda del loro gradimento, accettando costantemente feedback per sviluppare la sua interfaccia grafica in base ai feedback/reclami degli utenti», ha continuato Qadri.

Ed è proprio su quest’ultimo punto che gli sviluppatori di Redmond hanno voluto puntare stavolta. Windows 10 può farsi forte del graduale affinamento al quale è stato sottoposto nel tempo prima di divenire release ufficiale, grazie ai continui consigli degli utenti che ne comunicavano la loro esperienza d’uso. Un po’ come succede sulle piattaforme open-source insomma. Da parte di Microsoft questa è stata certamente una novità, nonché una mossa che l’ha potuta aiutare a migliorare il suo sistema operativo, scacciando via, forse definitivamente, i vecchi fantasmi.

«Oh, il pulsante start è tornato e ciò è davvero grandioso, inoltre l’intero sistema sembra molto reattivo…», ha notato Qadri a primo impatto nel testare il nuovo sistema, e questa è una notizia che potrebbe far piacere a molti pro-windows. Tante sono le novità introdotte, dal riconoscimento facciale dell’utente al nuovo browser Edge, a detta di molti più performante del vecchio Internet Explorer, e ancora all’assistente vocale Cortana, che lancia la sfida al Siri di Apple, per ora solo su mobile.

Microsoft ha annunciato anche che questa sarà l’ultima versione del suo sistema operativo, che riceverà semplicemente gli aggiornamenti in modo continuato e gratuito, secondo la nuova linea operativa ‘Windows as a service’, ovvero Windows come servizio: «se questo accadrà o meno resta da vedere, ma in un certo senso dà credito al fastidio che molte persone provavano nel vedere nuove versioni rilasciate una dopo l’altra e che spesso richiedevano agli utenti di acquistare il sistema operativo nuovo o come aggiornamento».

«Forse, molto può cambiare in futuro, ma mi auguro che Microsoft possa spiccare il balzo», ha concluso Qadri.

Immagine concessa da shutterstock

 
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