Due donne confermano le accuse a Joe Biden: «È successo davvero»

Ad aprile la cinquantaseienne Tara Reade, ex membro del personale del senatore americano Joe Biden, ha sporto denuncia alla polizia accusando il settantasettenne candidato alla presidenza degli Usa di averla aggredita sessualmente mentre lavorava per lui nel 1993. Un’accusa sostenuta anche dalla sessantenne Lynda LaCasse, coordinatrice del personale medico in pensione che tra il 1995 e il 1996 viveva nello stesso complesso residenziale a Morro Bay, California.

Nell’intervista di Business Insider, LaCasse racconta che una notte la Reade ha condiviso con lei una storia: «Stavamo discutendo di storie violente, perché mi trovavo in quella situazione. Poco dopo lei mi ha raccontato che il senatore per cui aveva lavorato, le aveva messo la mano sotto la gonna».

LaCasse ha spiegato di essere una assidua «democratica», che sosterrà Biden a prescindere da quello che è successo, ma ha sentito di dover di intervenire, visti i continui attacchi a cui la Reade è sottoposta da quando si è fatta avanti: «Non me l’ha chiesto lei, sono io che mi sono offerta volontaria per farlo. Se fossi io, vorrei che qualcuno mi difendesse. Ci vuole molto coraggio per fare quello che sta facendo Reade».

Al Business Insider, anche Lorraine Sanchez che ha lavorato con la Reade per il senatore dello Stato della California Jack O’Connell, ha riferito che la donna le aveva raccontato di essere stata molestata sessualmente dal suo ex capo mentre era Washington e che, quando ne ha parlato con i suoi supervisori, è stata licenziata.

Epoch Times ha più volte tentato di raggiungere la Reade e Biden. In particolare, il team della campagna elettorale di Biden ha ignorato tre richieste di commento da parte di Epoch Times americano, che chiedeva tra le altre cose se il candidato alla presidenza per il Partito Democratico avrebbe risposto di persona alle accuse.

In un comunicato inviato ad altri giornali, la portavoce di Biden, Kate Bedingfield, ha dichiarato che «le donne hanno il diritto di raccontare la loro storia, e i giornalisti hanno l’obbligo di verificare rigorosamente queste affermazioni. Le incoraggiamo a farlo, perché queste accuse sono false».

Nel 2018 lo stesso Biden aveva però affermato che le donne che vanno sotto i riflettori nazionali per accusare di abusi sessuali gli uomini di alto profilo, dovrebbero essere credute: «Perché una donna si faccia avanti sotto le luci della ribalta a livello nazionale, bisogna partire dal presupposto che almeno l’essenza di ciò di cui parla è reale, che dimentichi o meno i fatti, che la cosa sia avvenuta o peggiorata o migliorata nel tempo. Non riuscite a capire che questo è come saltare in un calderone?».

Le due donne che hanno rivelato la confidenza di Reade sulla presunta molestia subita si sono fatte avanti dopo che è riemerso un video della Cnn nel 1993, in cui, nel programma Larry King Live, una donna raccontava una certa situazione: «Sì, salve. Mi chiedo cosa dovrebbe fare un membro dello staff a Washington, oltre che parlarne alla stampa? Mia figlia è appena andata via da lì, dopo aver lavorato per un senatore di spicco, e non è riuscita a risolvere i suoi problemi, e l’unica cosa che avrebbe potuto fare era dirlo alla stampa, ma ha scelto di non farlo per rispetto nei  confronti di lui».

La Reade ha poi confermato che quella donna era sua madre.

 

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Articolo in inglese: Former Neighbor of Biden Accuser Supports Story: ‘This Happened’

 
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