Rappresentazioni di scene di tortura attirano l’attenzione in Cina

Sempre più persone in Cina utilizzano l’arte per far conoscere le numerose tecniche di tortura inflitte dal regime cinese.

Recentemente, infatti, alcuni disegni in Cina hanno catturato l’attenzione del pubblico. Queste immagini, pubblicate dal New York Times, mostrano ad esempio dei poliziotti che rovesciano dell’acqua bollente su un prigioniero oppure che gli infliggono una scossa elettrica mentre è appeso al soffitto.

L’uomo raffigurato nelle vignette è Liu Renwang e i disegni sono stati pubblicati per la prima volta sul Paper, un giornale di Shanghai. Liu era stato ingiustamente condannato per aver sparato a morte nel 2008 a un funzionario di un villaggio della provincia dello Shanxi, dopo che gli agenti dell’Ufficio della Pubblica Sicurezza della contea di Zhongyang lo avevano torturato ripetutamente per ottenere una confessione. Inizialmente Lui era stato condannato a morte, ma nel 2013 è stata provata la sua innocenza.

Liu confida nell’utilizzare i disegni per ottenere un risarcimento, così come per diffondere la consapevolezza sui metodi di tortura utilizzati dalle autorità cinesi negli interrogatori.

Dopo che il Paper ha pubblicato la sua storia, anche Xinhua, media ufficiale cinese, e altri organi di stampa, hanno pubblicato articoli simili. Mai in precedenza i principali media statali avevano riportato immagini sulla tortura, anche se è da molto tempo che i gruppi impegnati nella tutela dei diritti umani, i media stranieri e i cittadini cinesi imprigionati denunciano, tramite disegni e altri mezzi artistici, le torture della polizia.

Il regime cinese ha gravemente torturato dissidenti, attivisti e credenti religiosi con una vasta gamma di metodi di tortura devastanti o umilianti, nella completa violazione delle leggi internazionali sui diritti umani.

In particolare, i praticanti del Falun Gong – una disciplina meditativa che in Cina è perseguitata dal regime dal 1999 – da anni documentano le numerose forme di tortura a cui sono sottoposti nei centri di detenzione cinesi, le stesse subite da Liu.

I praticanti di questa disciplina meditativa, che sono stati detenuti nel campo di lavoro forzato di Masanjia, hanno raccontato di come gli agenti di polizia usassero i manganelli elettrici sui genitali e sul seno delle donne e le umiliavano. Le donne venivano spogliate completamente e gettate nelle celle in cui erano rinchiusi dei criminali per essere stuprate.

Ci sono anche alcuni artisti che praticano il Falun Gong che dopo essere stati torturati hanno realizzato dei dipinti a olio e altre opere per esporre questo genere di inaudita brutalità. La mostra internazionale dell’Arte di Verità, Compassione, Tolleranza presenta alcune di queste opere, che raffigurano la persecuzione di queste persone in Cina.

Articolo in inglese: ‘Recent Drawings of Torture in China Cause Stir— But They’re Not the First’

 
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