Discriminazione religiosa in Cina, la storia di un bambino escluso dalla scuola materna

Un bambino come tanti, ma non secondo il Partito Comunista Cinese

Di Alex Wu

Erano i primi giorni di settembre e il nipote di Tao Lahuai era entusiasta: di lì a poco sarebbe entrato per la prima volta nella scuola materna della città di Macheng, nella provincia dello Hubei, proprio quella dove in passato insegnava sua nonna Tao. Ma inaspettatamente, il bambino è stato rimandato indietro.

La decisione è stata presa dal preside della scuola in seguito alle pressioni del dipartimento locale dell’Ufficio 610, un corpo di polizia extra-legale istituito dal Partito Comunista Cinese per coordinare la persecuzione del Falun Gong in Cina. Il preside ha detto di aver sospeso l’iscrizione del bambino perché la signora Tao e la madre del ragazzo si erano rifiutate di rinunciare alla propria fede: questo è quanto documentato da Minghui.org, una piattaforma online che raccoglie informazioni sulla persecuzione del Falun Gong in Cina da circa 20 anni.

Purtroppo si tratta di un piccolo ma significativo esempio di come il Pcc usi la tattica del ‘colpevole per associazione’ per colpire familiari, colleghi, vicini, compagni di classe o amici dei praticanti del Falun Gong perseguitati; l’obiettivo è mettere i praticanti sotto pressione e spingerli a rinnegare la loro fede spirituale.

La signora Tao oggi ha 70 anni e prima di andare in pensione aveva lavorato come insegnante nella scuola materna di Macheng per ben 33 anni. Tuttavia, dopo che nel 1999 è iniziata la persecuzione del Falun Gong, la signora è stata detenuta due volte in un ‘centro di educazione legale’, ovvero un centro per le torture psicologiche e il lavaggio del cervello, unicamente a causa del suo credo spirituale.

Il Falun Gong, anche noto come Falun Dafa, è una pratica spirituale che favorisce il benessere psicofisico attraverso cinque esercizi di meditazione e la coltivazione interiore dei principi di verità, compassione e tolleranza. All’inizio degli anni ‘90 le autorità del regime cinese avevano accolto di buon grado la sua diffusione, ma in un secondo momento l’allora segretario del Partito Comunista, Jiang Zemin, ha deciso che bisognava eliminare il Falun Gong dal Paese.

Secondo gli esperti, una delle cause scatenanti della persecuzione è stata la grande popolarità del Falun Gong: pare infatti che nel 1999 circa 100 milioni di cinesi praticassero questa disciplina. D’altra parte, il Falun Gong ha riportato in Cina i principi tradizionali propri della cultura cinese; proprio quei principi e quella cultura che il Partito Comunista ha sempre osteggiato e tentato di eliminare. Basti pensare alla Rivoluzione Culturale di Mao Zedong, una campagna politica che è costata la vita a diversi milioni di cinesi e che aveva tra i suoi obiettivi principali proprio l’eliminazione dei ‘quattro vecchiumi’ (vecchie idee, vecchia cultura, vecchie abitudini e vecchi comportamenti).

Molestata e vessata dalla polizia e dai dirigenti scolastici

Da metà a fine maggio, Tao Lahuai è stata ripetutamente molestata dalla polizia del suo distretto, dal direttore e dal vice direttore dell’asilo, dal capo del sindacato e da altri funzionari del Pcc.

Gli agenti e altri personaggi si sono presentati a casa sua e hanno tentato di entrare con la forza per costringerla a firmare un documento, in cui avrebbe dovuto promettere di smettere di praticare il Falun Gong e di parlare con altre persone della persecuzione. Ma la donna ha rifiutato di collaborare.

In uno degli incidenti, Tao e sua nuora si sono rifiutate di aprire la porta quando le autorità si sono presentate difronte alla loro abitazione. Le due donne hanno cercato di ragionare con la polizia e le autorità locali dal loro balcone al secondo piano, spiegando di essere brave persone che non avevano violato alcuna legge.

Minghui ha riferito che in quell’occasione la polizia ha cercato di buttare giù la porta della signora Tao a calci e ha minacciato le due donne dicendo: «Non la aprirete? Vi prenderemo una ad una non appena uscirete!». A un certo punto, un agente di polizia ha preso il cellulare per filmare Tao e sua nuora al balcone. Contemporaneamente, la nuora di Tao ha tirato fuori il suo cellulare per registrare il gruppo di poliziotti che tentava di sfondare la porta e gridava loro contro. I vicini sono usciti tutti a guardare, condannando l’azione illegale della polizia. E sembra che Tao e la sua famiglia non siano potuti uscire di casa per un po’ di tempo dopo l’incidente.

Anche la sua vecchia scuola ha ripetutamente fatto pressioni sulla Tao affinché firmasse dei ‘documenti di garanzia’ in cui rinnegava il Falun Gong. In una occasione Jin Sufang, il vicedirettore dell’asilo, ha urlato contro Tao e sua nuora: «Se non firmate, tutte le maestre dell’intero asilo non riceveranno alcun bonus». Tirare in ballo gli altri è una tipica tattica usata dal Pcc per fare pressione e perseguitare gli individui. Un recente esempio di questa strategia è l’arresto in Cina della madre di Yan Limeng, l’oramai famosa virologa che alcuni mesi fa è fuggita da Hong Kong per denunciare al mondo l’insabbiamento dell’epidemia di coronavirus da parte del Pcc.

Iscrizione sospesa e tasse scolastiche non rimborsate

Secondo Minghui, a fine agosto l’asilo della città di Macheng ha comunicato alle famiglie dei futuri studenti l’apertura ufficiale delle iscrizioni. La casa di Tao è a soli 100 metri dalla scuola e il nipote di quattro anni soddisfava tutti i requisiti di ammissione previsti dall’asilo. Il figlio della signora Tao ha fatto la fila per due giorni e due notti per riuscire a iscrivere il suo bambino, e alla fine ha ricevuto la conferma che il ragazzo era stato ammesso.

La famiglia ha pagato tutte le rette e le tasse scolastiche in anticipo. In seguito, hanno ricevuto un avviso dall’asilo che confermava la collocazione in classe del bambino. Così il 6 settembre, il primo giorno di scuola, i genitori lo hanno allegramente accompagnato in classe. Ma il piccolo è stato respinto dall’insegnante: «Vostro figlio non è nella nostra classe, il suo nome non risulta nella nostra classe». La maestra ha quindi chiesto loro di «parlare con il direttore e il vicedirettore dell’asilo».

La madre del ragazzo si è recata nell’ufficio della direttrice Yu Li, che le ha detto che il figlio avrebbe potuto iniziare l’asilo solo se lei e sua suocera Tao avessero firmato una garanzia di rinuncia a praticare il Falun Gong e di promessa di «non diffondere voci religiose».

Ma la donna – secondo Minghui – ha risposto alla direttrice: «Coltiviamo la verità, la benevolenza, la tolleranza e la libertà di credo. Che cosa c’entra questo con l’ingresso di nostro figlio all’asilo?» Si è rifiutata di obbedire e ha detto alla direttrice che avrebbe fatto causa all’asilo. Allora la direttrice le ha risposto: «Non è che non accetteremo il vostro bambino, la sua iscrizione è sospesa».

Ormai è trascorso un mese e la scuola non ha ancora autorizzato il nipote di Tao a presentarsi in classe, mentre le tasse e la retta scolastica non sono state rimborsate.

 

Articolo in inglese: Grandson of Falun Gong Adherent in China Banned From Attending Kindergarten

 
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