La Camera approva l’impeachment di Trump

Di Ivan Pentchoukov

I democratici della Camera dei Rappresentanti, sostenuti da 10 deputati repubblicani, hanno votato per avviare un secondo impeachment contro il presidente Donald Trump, con 232 voti a favore e 197 contrari. L’articolo di impeachment sostiene che il presidente abbia incitato all’insurrezione e provocato l’irruzione nel Campidoglio americano del 6 gennaio.

La messa in stato d’accusa, approvata in una singola sessione di sette ore, è stata la più rapida nella storia degli Stati Uniti. Ed è anche la prima volta nella storia del Paese che un presidente subisce per due volte l’impeachment.

I repubblicani hanno criticato la fretta con cui si è arrivati al voto, in quanto non ha garantito al presidente un regolare processo, il che potrebbe minare la fiducia degli americani nel procedimento. Ma i democratici hanno giustificato il processo abbreviato sostenendo che ogni giorno in cui Trump rimane in carica rappresenti un pericolo per la nazione.

«Sappiamo che il presidente degli Stati Uniti ha incitato questa insurrezione – ha affermato la presidente della Camera Nancy Pelosi – questa ribellione armata, contro il nostro comune Paese. Deve andarsene. Egli è un pericolo chiaro e presente per la nazione che tutti noi amiamo».

Tutti i deputati del Partito Democratico hanno votato a favore dell’impeachment. Mentre i dieci Repubblicani che hanno appoggiato l’iniziativa sono: Liz Cheney (R-Wyo.), John Katko (R-N.Y.), Adam Kinzinger (R-Ill.), Fred Upton (R-Mich.), Jaime Herrera Beutler (R-Wash.), Dan Newhouse (R-Wash.), Anthony Gonzalez (R-Ohio), Tom Rice (R-S.C.), David Valadao (R-Calif.), e Peter Meijer (R-Mich.).

Alcuni repubblicani sostengono che procedere con l’impeachment dividerà ulteriormente la nazione. A tal proposito, il deputato Tom Cole (R-Okla.) ha dichiarato: «Invece di procedere come forza unificante, la maggioranza della Camera sta scegliendo di dividerci ulteriormente. Non riesco a immaginare alcuna azione che la Camera possa intraprendere che possa dividere ulteriormente il popolo americano più dell’azione che stiamo contemplando oggi».

Alcuni dei repubblicani che si sono opposti all’impeachment non hanno difeso esplicitamente il presidente. Altri, invece, si sono opposti all’accusa e hanno sostenuto che le azioni del presidente non rappresentano un incitamento. Tra questi il deputato Guy Reschenthaler (R-Pa.), un ex procuratore della Marina Militare, che ha dichiarato in aula: «Al suo comizio, il presidente Trump ha esortato i partecipanti a far sentire la propria voce “in modo pacifico e patriottico”. Non c’è stato alcun accenno alla violenza, per non parlare di una chiamata all’azione. Le parole del presidente Donald Trump non soddisfano nemmeno la definizione di incitamento degli statuti penali».

Anche il repubblicano Tom McClintock si è schierato contro la procedura: «Queste sono azioni da impeachment? Questa si chiama libertà di parola». McClintock ha anche fatto notare di essere tra i repubblicani che il presidente ha invitato a non sostenere in futuro, in quanto non ha contestato le elezioni. Tuttavia, a suo avviso: «Questa si chiama politica. Se avviassimo un impeachment per ogni politico che pronuncia un discorso acceso davanti a una folla di sostenitori, questo Campidoglio sarebbe deserto».

Il capogruppo dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy (R-Calif.), ritiene invece che Trump abbia una certa responsabilità nell’assalto al Congresso; nonostante questo ha scelto di opporsi a un impeachment così affrettato.

Alcuni gruppi avevano già fatto irruzione nel Congresso quando Trump stava ancora tenendo il suo discorso difronte a una grande folla di sostenitori, che si trovava a oltre 30 minuti di distanza a piedi dall’edificio, come dimostra la cronologia dei fatti realizzata dall’edizione americana di Epoch Times. Dopo la notizia della violazione del Campidoglio, il presidente ha pubblicato un messaggio video che invitava la folla a sostenere la polizia e a tornare a casa. Il giorno dopo, ha dichiarato che ci sarebbe stata «una transizione ordinata il 20 gennaio». E in seguito il presidente ha scritto nel suo ultimo messaggio su Twitter che non avrebbe partecipato all’inaugurazione.

Cole ha sottolineato che ogni impeachment nella storia moderna è stato preceduto da un’indagine della commissione che includeva deposizioni di testimoni ed esperti. Invece, questo processo abbreviato non offre al presidente un regolare processo e non aiuta il popolo americano ad avere fiducia nel processo stesso.
Mentre Reschenthaler ha ammonito che accusare Trump «abbasserebbe i requisiti per l’impeachment, che già sono bassi».

Come alternativa all’impeachment, i repubblicani hanno proposto di formare una commissione bipartisan per indagare sull’irruzione. Due repubblicani che si sono espressi a favore della commissione hanno definito l’irruzione nel Campidoglio un attacco terroristico interno. Il rappresentante Rodney Davis (R-Ill.) ha sottolineato che gli avversari stranieri sono stati testimoni di quanto sia facile mettere fuori gioco un ramo del governo degli Stati Uniti. Davis ha quindi aggiunto che la commissione, se formata, preparerà un rapporto per il presidente che consiglierà come prevenire future violazioni.

La rappresentante Nancy Mace (R-S.C.) ha invece osservato che le rivolte non si limitano all’irruzione in Campidoglio del 6 gennaio, ma sono andate avanti per mesi, con i politici di entrambe le parti da biasimare. Probabilmente la Mace si riferiva ai disordini su scala nazionale fomentati e realizzati dal gruppo estremista Antifa e dal movimento Black Lives Matter (Blm). Il caos, gli incendi dolosi e i saccheggi in questione hanno infatti causato fino a 2 miliardi di dollari di danni in tutta la nazione e la morte di oltre 20 persone. E, secondo McClintock, se i rivoltosi di Antifa e Blm fossero stati diligentemente arrestati e processati, gli eventi in Campidoglio forse non si sarebbero verificati affatto.

Dal canto loro, i democratici hanno ripetutamente citato le dichiarazioni del presidente della Conferenza repubblicana Liz Cheney (R-Wyo.), la terza più importante carica repubblicana alla Camera. Cheney aveva dichiarato che avrebbe votato per l’impeachment di Trump e che le azioni di Trump rappresentavano «il più grande tradimento di un presidente degli Stati Uniti nella nostra storia».

Nel 2019, durante il primo impeachment contro Trump, neanche un repubblicano aveva sostenuto le accuse presentate dai democratici della Camera. L’indagine della Camera e il processo al Senato di allora non hanno portato alla luce alcun testimone diretto dell’accusa, che sosteneva che il presidente aveva abusato del suo potere trattenendo degli aiuti umanitari destinati all’Ucraina nel tentativo di costringere il presidente della nazione ad avviare un’indagine sugli affari ucraini di Hunter Biden, figlio del presidente eletto Joe Biden.

Ad ogni modo, Hunter Biden ha ricoperto una posizione retribuita nel consiglio di amministrazione del gigante ucraino del gas Burisma, proprio quando Joe Biden era vicepresidente. Mentre Joe Biden si è vantato pubblicamente di aver forzato il licenziamento del principale procuratore ucraino, Viktor Shokin, minacciando di trattenere 1 miliardo di dollari di garanzie sui prestiti statunitensi. E Shokin ha affermato in una dichiarazione giurata di essere stato licenziato perché si era rifiutato di archiviare un’indagine su Mykola Zlochevsky, il proprietario di Burisma.

Detto ciò, l’irruzione in Campidoglio ha avuto luogo mentre le due Camere discutevano una contestazione dei voti del Collegio Elettorale dell’Arizona. In seguito, quando l’edificio è stato messo nuovamente in sicurezza, entrambe le Camere hanno votato per respingere l’obiezione. Ma oltre cento repubblicani hanno votato in sostegno della contestazione.

I democratici hanno quindi criticato i repubblicani che hanno votato a favore dell’obiezione. Tuttavia, il rappresentante Jim McGovern (D-Mass.), che ha coordinato gli interventi in aula prima del dibattito sull’impeachment, si è opposto nel 2017 al conteggio dei voti elettorali dell’Alabama. Mentre il responsabile della procedura di impeachment, il rappresentante Jamie Raskin (D-Md.), si è opposto nel 2017 al conteggio dei vori elettorali della Florida.

A questo proposito, il rappresentante Jim Jordan (R-Ohio) ha dichiarato: «Gli americani sono stanchi dei due pesi e due misure. Sono così stanchi. I democratici si sono opposti a più Stati nel 2017 di quanto non abbiano fatto i repubblicani la settimana scorsa, ma per qualche ragione noi siamo nel torto».

I democratici, tra cui la Pelosi, hanno estrapolato selettivamente alcune frasi dal discorso di Trump del 6 gennaio, come quando il presidente ha affermato «combattiamo come dannati» riferendosi alla battaglia legale portata avanti dal suo team per contestare la legittimità delle elezioni in diversi Stati: «Penso che uno dei nostri grandi successi sarà la sicurezza elettorale, perché nessuno, fino a quando sono arrivato io, aveva idea di quanto fossero corrotte le nostre elezioni – ha dichiarato il presidente, prima di sottolineare che altri non avrebbero preso questa posizione – Noi combattiamo come dannati, e se non combattete come dannati, non avrete più un Paese».

Ad ogni modo, l’impeachment segue un’ondata di censura senza precedenti contro il presidente da parte dei giganti dei social media americani. Facebook, Twitter e Google hanno infatti bandito Trump dalle loro piattaforme dopo il 6 gennaio.

Anche per questo il rappresentante Jim Jordan ha dichiarato: «Non si tratta più di impeachment. Si tratta di cancellare il presidente e chiunque non sia d’accordo con loro».

 

Articolo in inglese: Democrats, 10 Republicans Vote for 2nd Impeachment of Trump

 
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