Certi se ne intendono di investimenti. Altre se ne intendono di investitori. David Drake se ne intende di entrambe le cose: dal suo family office alla Ldj Capital investe in decine di aziende e fondi d’investimento e lavora in collaborazione con i maggiori consulenti al mondo.
In questa intervista esclusiva per Epoch Times, David Drake spiega perché investe in bitcoin e criptovalute e perché ritiene che altri grandi investitori e grandi istituzioni faranno triplicare il valore del mercato nel 2018.
Come hai cominciato con il bitcoin?
Il bitcoin è la vendetta del movimento Occupy Wall Street. È la tecnologia per dire: “al diavolo gli enti di vigilanza e Wall Street, per la crisi finanziaria e perché avete fatto un sacco di soldi. Ecco finalmente una soluzione decentralizzata al di fuori del vostro controllo”.
Quest’anno abbiamo osservato alti volumi di scambi e speculazioni, ma questo non è mai stato l’intento del bitcoin. Era inteso come un meccanismo di pagamento e un modo per conservare il proprio patrimonio. Una sorta di contemporaneo gold standard.
Quanto a me, io volevo comprarlo e tenermelo, non specularci. E quando il bitcoin è caduto da 1.200 a 300 nel 2013 e 2014, mi sono rifiutato di vendere. Ho resistito disperatamente.
Credi ancora nel bitcoin? Che ne pensi dei problemi di scalabilità tecnologica?
Credo ancora nel bitcoin. Mi piace la disponibilità limitata: con l’aumentare della domanda, aumenterà il prezzo. Sono un detentore a lungo termine.
La scalabilità può essere risolta dal lightning network [soluzione tecnologica che permetterebbe di aumentare enormemente il numero di transazioni per secondo eseguibili in bitcoin, ndr]. Ma per diversificare il mio rischio, detengo bitcoin e Bitcoin Cash.
Quali ritieni saranno i prossimi trend per le criptovalute nel 2018?
Quest’anno abbiamo visto i piccoli trader in scambi esteri e fondi speculativi entrare nel mercato, così come il mercato di massa con Coinbase e Wall Street con i future.
Il bitcoin e le criptovalute sono stati creati per risolvere dei problemi e ora questa idea si sta sbiadendo, perché Wall Street vuole solo fare soldi e i media stanno facendo un gran baccano.
Nel 2018, vedremo degli alti e bassi del 20-30 per cento per un paio di volte al mese, come uno yo-yo. Penso che vedremo molta roba del genere, perché il mercato non è così grande come si potrebbe pensare.
Hai a che fare con gli investitori istituzionali da sempre. Quando arriveranno quei soldi?
Teniamo degli incontri di consulenza un giorno sì e uno no. Si prenderanno del tempo, perché devono prima capire le criptovalute. Si dovrà attendere il momento del loro ‘eureka!’ e per quello ci vuole tempo. I family office sono difficili da raggiungere e non vogliono assolutamente fare figuracce. Ma alla fine si decideranno, entro i primi sei mesi dell’anno nuovo, e riserveranno una parte più grande dei loro capitali nelle criptovalute liquide e nelle Initial Coin Offering.
Mi aspetto che la Sec [Security Exchange Commission, l’equivalente della Consob negli Stati Uniti, ndt] guidi di più la situazione e vorrei che lo facesse, perché ci sono troppe incognite.
Le istituzioni più grandi entreranno in questo spazio nei prossimi 3-4 mesi. Penso che vedremo tre o quattro fondi pensionistici e fondi di dotazione farsi avanti in primavera.
Per loro i problemi di assicurazione e custodia sono stati notevoli. Ora il problema è risolto, ma la soluzione non è ancora stata commercializzata. Nei prossimi tre mesi vedrete che per le istituzioni verrà offerta una soluzione. Si faranno avanti in primavera e investiranno sempre di più.
Investiranno in fondi speculativi come il nostro fondo Ldj Capital Crypto, che lanceremo a gennaio. Quindi acquisteranno indirettamente i coin senza problemi. Abbiamo la soluzione.
Verso l’autunno, poi, vedremo molti di loro entrare in questo spazio e il mercato raddoppierà o triplicherà. Raggiungeremo un paio di migliaia di miliardi di capitalizzazione di mercato.
È diverso da una persona che mette mille dollari in Coinbase o da un fondo pensionistico che investe un miliardo. I grandi fondi possono comprare solo poche monete: le più liquide, come bitcoin ed ethereum. Il prossimo anno sarà come il 1995, quando c’è stato l’inizio di Ebay e il decollo di Amazon.
È come la rivoluzione delle dot-com, ma questa sarà la rivoluzione bitcoin: bitcoin con la b minuscola.
Articolo in inglese: David Drake: Crypto Market to Hit a Trillion Dollars in 2018
Traduzione di Vincenzo Cassano