Crollo delle assunzioni per i giganti dell’IT cinese

I colossi dell’It cinese sono in difficoltà: molte grandi aziende infatti, tra cui Huawei, Alibaba, JD.com e Baidu, hanno iniziato ad assumere meno dipendenti per via delle preoccupazioni inerenti l’aumento dei costi. Di fatto il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha abbassato i propri obiettivi occupazionali di quasi la metà rispetto al 2017.

Il Beijing Youth Daily del 24 ottobre ha riferito che Huawei, il più grande produttore di apparecchiature per le telecomunicazioni al mondo, ha interrotto il suo programma di reclutamento tramite social media per risparmiare sui costi. L’articolo in questione cita un documento interno del consiglio di amministrazione della Huawei, che propone quindi di coprire i posti vacanti scegliendo tra un numero più ristretto di candidati, o tramite riassegnazioni interne.

Tuttavia Huawei ha smentito la notizia subito dopo la pubblicazione dell’articolo. In ogni caso, il reclutamento nei campus universitari diminuirà di circa il 30 per cento, e gli stipendi annuali saranno compresi tra i 210 mila e i 240 mila yuan (da 26 mila a 30.450 euro), circa il 10 per cento in meno rispetto all’anno scorso.

Non solo Huawei

Sina, un importante portale di informazione della Cina continentale, ha annunciato che quest’anno Baidu ridurrà il reclutamento nei campus universitari. Alibaba ha interrotto completamente le assunzioni tramite social media dal 22 ottobre, e chiuderà tutte le posizioni attualmente aperte se i candidati intervistati non soddisferanno gli standard. Sembra invece che Didi Chuxing intenda licenziare 3 mila dipendenti in seguito allo scandalo verificatosi nel mese di agosto, quando un autista ha violentato e ucciso una passeggera. Tencent invece ha negato le voci secondo cui licenzierà 6 mila dipendenti, ma il 30 settembre ha annunciato che l’implementazione della nuova struttura aziendale potrebbe comportare licenziamenti.

Anche altre aziende tecnologiche cinesi starebbero riducendo le assunzioni, tra cui il gigante dell’e-commerce JD.com, lo sviluppatore di software grafici Meitu, il portale web dedicato al mondo del lavoro Lagou, e il produttore di smartphone di fascia alta Smartisan Digital.

Alla luce di tutto questo, è evidente che il settore informatico cinese stia passando un momento difficile. Tuttavia, le situazioni del settore immobiliare e di quello finanziario sono ancora più preoccupanti.

Quest’anno nessuna società di intermediazione mobiliare ha annunciato pubblicamente nuove assunzioni, e anche le società immobiliari stanno seguendo stessa la tendenza, compresa Vanke, una grande azienda cinese che opera in oltre 60 città. Vanke ha 42.300 dipendenti, ma prevede di assumere solo 88 persone nell’anno a venire.

Il 21 ottobre, il Dipartimento Centrale per l’Organizzazione della Cina, il Ministero delle Risorse Umane e della Sicurezza Sociale, e l’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, hanno pubblicato congiuntamente un piano statale relativo all’occupazione pubblica per il 2019, dove si afferma che il numero delle nuove assunzioni ammonterà a 14.537: il 45,9 per cento in meno rispetto al 2018, quando sono stati assunti 28.533 dipendenti pubblici.

Tuttavia, sebbene le assunzioni siano in calo, sono previsti 8,6 milioni di nuovi laureati per l’estate 2019, un aumento del 5 per cento rispetto all’anno corrente.

 

Articolo in inglese: China’s Biggest IT Companies Are Cutting Recruitments to Save Costs

 
Articoli correlati