Crisi aeroporti, la trafila degli stagionali ‘dimenticati’

Di Nicola Volante

Se c’è un momento in cui lo Stato deve far sentire il suo sostegno concreto ai lavoratori, è proprio nel caso di disastri naturali o provocati dall’uomo, tra cui anche le pandemie. Non sembra lo abbiano avvertito molto però i lavoratori stagionali degli aeroporti italiani: una categoria, almeno inizialmente, ‘sfuggita’ al monitoraggio governativo e al decreto ‘Cura Italia’, sebbene conti un organico di 400 mila lavoratori in tutto il Paese.

Si tratta di personale con contratto a tempo determinato, e addetto, ad esempio, alla sicurezza negli aeroporti, o ai servizi di assistenza ai passeggeri come check-in e imbarchi, o ai passeggeri a ridotta mobilità, e tanto altro. Figure spesso poco conosciute ma ugualmente specializzate, che lavorano magari anche da anni in questa modalità, con contratti dalla durata di qualche mese, alla scadenza dei quali restano per qualche altro mese con il sostegno della disoccupazione in attesa della chiamata per rientrare. E così via fino a un eventuale contratto a tempo indeterminato.
Questo meccanismo di assunzioni si è interrotto però a causa della pandemia globale di Covid-19, della quale in particolar modo il settore del trasporto aereo ha risentito pesantemente.

Infatti, per quanto riguarda il settore aeroportuale, a fronte del brusco calo del traffico passeggeri negli scali italiani – ridotto pressoché quasi a zero – secondo Assotrasporti il 95 per cento dei dipendenti sono ora in cassa integrazione. Ma una parte consistente del lavoro specializzato negli aeroporti è portata avanti appunto dalla categoria degli stagionali.
Questi ultimi non sono rientrati nel decreto ‘Cura Italia’ e nel relativo bonus dei 600 euro introdotto a marzo, che era stato pensato proprio per gli stagionali nel settore del turismo, ma che, paradossalmente, ha tagliato fuori la categoria degli stagionali nel settore dei trasporti e, nel caso specifico, nei servizi al trasporto aereo: «Una grave svista, che rischia di metterci in ginocchio», sono le parole di una lavoratrice aeroportuale in un video di appello al governo e pubblicato da IlMattino.

In un primo momento, quello che questa categoria di lavoratori ha richiesto al governo in alternativa al bonus, è stato il prolungamento della Naspi (o disoccupazione). Anche perché, come previsto anche dalla Iata (International Air Transport Association), la ripresa del settore aeroportuale (trasporto aereo e servizi aeroportuale) sarà molto lenta; e plausibilmente, i primi a ritornare operativi non appena il traffico dei passeggeri lo richiederà, saranno i dipendenti aeroportuali in cassa integrazione. Quindi per gli operatori stagionali si prevedono attese ancora più lunghe.

Così, dalle prime fasi dell’emergenza, la categoria trovandosi esclusa dai sostegni statali, ha provato a farsi sentire attraverso i social, ottenendo alla fine il supporto dei sindacati. Tra questi a muoversi è stata la Uil Nazionale – Lavoro, Coesione, Territorio, che l’11 maggio ha reso noto: «Ieri abbiamo pubblicato un post dove davamo la notizia di un allargamento della platea di beneficiari dell’indennità di 600 euro per gli stagionali che non erano stati ricompresi in quella del turismo per il mese di marzo (ricordiamo che le indennità per aprile e maggio saranno nel decreto che questa settimana ci auguriamo il Governo approvi)».

«Il requisito per tutti è aver perso involontariamente l’occupazione tra il 1 gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020», continua la Uil, che riconosce come tuttavia queste condizioni ancora «evidentemente, lasciano fuori molte persone, primi tra tutti una parte di lavoratrici e lavoratori aeroportuali. Lo sappiamo bene, lo abbiamo da tempo portato all’attenzione del Governo e abbiamo chiesto che nel prossimo ‘Decreto rilancio’ vengano stanziati nuovi fondi e nuovi termini che permettano la copertura di chi è ancora rimasto fuori».

Ma la categoria allo stesso tempo rassicura: «Dal primo giorno di crisi, stiamo lavorando perché nessuno venga lasciato indietro […] abbiamo chiesto e ottenuto colloqui con i ministri, i tecnici dei Ministeri e lo stesso presidente Conte per portare avanti la richiesta di inclusione, per allargare e semplificare il sistema degli ammortizzatori, per creare un meccanismo di sostegno al reddito che fosse il più ampio possibile».

Sembra quindi che alla fine il governo si stia attivando per recuperare la ‘svista’ nei nuovi decreti, e concedere il bonus per i mesi di marzo, aprile e maggio anche agli stagionali del trasporto aereo inizialmente esclusi; ma rimane ancora l’incognita di quanti ne verranno lasciati fuori, o forse solamente indietro.

 
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