Covid-19, nello Shandong i contagi sono fino a 52 volte superiori a quelli dichiarati

Diffusi dei documenti governativi che mostrano un elevato numero dei contagi nella provincia dello Shandong

Di Nicole Hao

Una serie di documenti governativi ottenuti da Epoch Times dimostrano che l’epidemia di coronavirus nella provincia dello Shandong è ben più grave di quanto dichiarato ufficialmente.

In basa ai rapporti interni redatti dallo Shandong Center for Disease Prevention and Control (Scdc), dal 9 al 23 febbraio le autorità dello Shandong hanno continuamente sottostimato il numero di contagi. Il Scdc ha tenuto un conteggio del numero di persone che sono risultate positive al virus durante il test dell’acido nucleico, utilizzando un kit diagnostico per testare i campioni dei pazienti e rilevare se contengono la sequenza genetica del virus.

I nuovi numeri d’infezione giornalieri rilevati dal Scdc sono maggiori da 1,36 a 52 volte rispetto ai dati pubblicati ufficialmente dalla Commissione sanitaria dello Shandong e da quella nazionale cinese.

A partire dal 25 febbraio, il governo dello Shandong ha dichiarato che nella provincia ci sono state 755 infezioni, ma il documento ha mostrato che a partire dal 23 febbraio, 1.992 persone sono risultate positive al test dell’acido nucleico per il virus.

Il governo ha dichiarato pubblicamente che il 22 febbraio c’erano quattro pazienti positivi, ma il documento ne riporta in realtà 61.

Nei giorni scorsi, i dati ufficiali hanno mostrato che le nuove infezioni si sono stabilizzate. Per esempio, il 25 febbraio la Commissione sanitaria nazionale ha riportato solo un totale di 9 nuovi casi diagnosticati al di fuori dell’Hubei, dove l’epidemia è più grave.

In realtà, solo nello Shandong si sono verificati molti nuovi casi d’infezioni, e il 20 febbraio si è arrivati a 274 persone risultate positive.

A oggi, questa è la prova definitiva che conferma come le autorità cinesi ridimensionano il numero dei casi. In precedenza, Epoch Times aveva intervistato gli operai delle pompe funebri di Wuhan, capitale dell’Hubei, che hanno spiegato di dover lavorare 24 ore su 24 per tenere il passo con il drammatico aumento del carico di lavoro.

In base al loro modello statistico, anche gli esperti sanitari hanno ipotizzato che le cifre ufficiali cinesi siano imprecise. Recentemente, un gruppo di ricercatori statunitensi ha pubblicato uno studio, non ancora sottoposto a peer review, in cui ipotizza che le infezioni e i decessi totali in Cina potrebbero essere «di molto più elevati» di quanto dichiarato ufficialmente, dalle 5 alle 10 volte.

Il conduttore cinese Tang Jingyuan, che vive negli Stati Uniti, ha spiegato a Epoch Times che probabilmente la tattica delle autorità è di segnalare meno casi di quelli effettivi, per convincere i cittadini cinesi che la diffusione del virus è stata contenuta e che quindi possono tranquillamente tornare a lavoro.

Le aziende cinesi erano state chiuse per le vacanze del Capodanno lunare, poi prorogate per evitare infezioni incrociate sul posto di lavoro. Tuttavia il governo centrale, temendo che l’inattività economica potesse avere conseguenze a lungo termine, ha chiesto alle aziende di riprendere le attività il 10 febbraio.

Tang afferma che «Pechino sta cercando di dare l’impressione che la maggior parte del Paese sia abbastanza al sicuro da poter riprendere la produzione».

I dati dello Shandong

I dati interni dei quali Epoch Times è venuto in possesso, includono un resoconto analitico dei risultati diagnostici di tutti i 16 comuni a livello prefettizio dello Shandong, ed erano stati inviati in una email al dipartimento di controllo delle malattie della commissione sanitaria dello Shandong.

L’Scdc compila quotidianamente rapporti statistici sulle diagnosi di coronavirus, confrontando i risultati positivi dei test in tutti gli ospedali della provincia che sono qualificati per eseguirli.

Per esempio, il 22 febbraio, il Qishan Hospital a Yantai, una struttura dedicata alle malattie infettive, ha testato 229 pazienti, 12 dei quali sono risultati positivi al coronavirus.

A volte, il governo dello Shandong aveva riferito al pubblico solo uno o due nuovi casi positivi, quando invece i dati interni ne hanno mostrati molti altri.

Il 22 febbraio, per esempio, il governo ha riportato due nuovi casi del giorno precedente, mentre il numero effettivo era di 59; il 20 febbraio ne aveva segnalati altri due del giorno prima, ma i dati reali erano 49, e il 19 febbraio era stato segnalato solo un nuovo caso, rispetto ai reali 52.

Nel periodo dall’8 al 22 febbraio, il governo aveva dichiarato 347 nuovi casi, ma i dati interni ne mostrano 1.072, un numero triplicato.

Kit diagnostici insufficienti

Il 5 febbraio, Wang Chen, direttore dell’Accademia cinese delle scienze mediche ed esperto dell’area medica critica, ha evidenziato all’emittente televisiva statale Cctv che solo i kit diagnostici non sono sufficienti a rilevare tutti i pazienti infettati dal virus: «Questa malattia ha il problema che non tutti i pazienti possono essere rilevati positivi quando si utilizzano i test dell’acido nucleico».

Wang ha spiegato che, sebbene il test dell’acido nucleico sia attualmente l’unico metodo ufficiale che il personale medico cinese utilizza per diagnosticare il coronavirus, il risultato non è accurato. Secondo Wang infatti, «solo il 30-50 per cento dei pazienti compare positivo».
Ha spiegato che sebbene tutti i pazienti che risultano positivi al test siano affetti da coronavirus, c’è un altro 50-70 per cento infetto che non può essere confermato dal test dell’acido nucleico.

 

Articolo in inglese: Leaked Documents Reveal Coronavirus Infections Up to 52 Times Higher Than Reported Figures in China’s Shandong Province

 
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