Costituzione e diritti, il loro fondamento tra Natura e legge

Di Daniele Trabucco

Il prof. Daniele Trabucco, autore dell’articolo, è professore universitario in Diritto Costituzionale presso il Campus “Unidolomiti” di Belluno.

 

Nella maggior parte dei manuali universitari di Diritto Costituzionale si sostiene come la tutela e la protezione dei diritti fondamentali della persona umana costituiscano il baricentro del costituzionalismo, il quale nasce con l’intento (non riuscito) di limitare il potere politico, evitando derive autoritarie o totalitarie.

Ora, siamo davvero così sicuri che l’inserimento, all’interno delle Costituzioni, dei diritti sia la prima e principale forma di difesa operativa? Per molti autori, ad esempio Norberto Bobbio (1909-2004), il passaggio da un sistema di diritto debole, come quello garantito da codici di norme naturali e morali, ad uno di diritto forte, quale quello degli Stati nazionali, rappresenta certamente il sistema privilegiato per la loro difesa e salvaguardia. In realtà, è proprio dalla positivizzazione dei diritti e, dunque, dal loro ‘ingresso’ nei Testi costituzionali, che questi hanno visto compromesso il loro significato originario ed autentico. Infatti, una volta ‘posto’, ogni diritto, sia pure sancito a livello costituzionale, rimane alla mercé della insindacabile volontà del legislatore il quale può oscurarlo in qualunque momento.

Detto in altri termini, una volta inseriti nella Costituzione di un dato ordinamento giuridico statale, i diritti finiscono per trovare il loro fondamento nel potere sovrano, mostrando in questo modo la loro inidoneità a limitare il potere medesimo.

È necessario, se si vuole abbandonare questa impostazione propria dell’influenza esercitata dal razionalismo sulla politica e sulla scienza giuridica, riconoscerne il fondamento nella natura stessa dell’uomo e nei fini che ad essa sono connaturati. Negare, come fa il pensiero filosofico contemporaneo, che esista una ‘natura’ significa ammettere l’indifferentismo per cui l’uomo può essere altro da sé: un sasso, una pietra etc.

Tuttavia, operando in questa direzione, si cade in un’evidente contraddizione, dal momento che l’uomo non potrà mai realizzare e perseguire fini diversi dalla sua natura: non potrà mai, ad esempio, rotolare come una pietra. Questo approccio è il vero ‘atto rivoluzionario’, in quanto volto a contrastare l’assolutismo della ideologia positivistica che riduce i diritti unicamente alla loro previsione all’interno di una determinazione costituzionale scritta.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

 
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