Cos’è Epoch Times, una risposta a certe accuse infondate

Epoch Times Italia è fermamente convinto che i suoi lettori sappiano giudicare da soli se questo sito rappresenti una pubblicazione onesta e veritiera o meno. Tuttavia, ritiene lo stesso opportuno, per rispetto nei loro confronti, offrire qualche chiarimento a seguito della pubblicazione di diversi articoli o servizi fuorvianti da parte di alcuni media italiani, che hanno fornito al pubblico informazioni non esatte su The Epoch Times ripetendo delle diffamazioni nate da Nbc. L’auspicio è che queste delucidazioni possano arrivare anche a quegli stessi media. In seguito, ognuno potrà trarre da sé le proprie conclusioni.

L’accusa di accostamento politico alla ‘destra’ e a Trump

Tutto è nato da un servizio dell’estate 2019 di Nbc, che ha diffamato a 360 gradi l’edizione americana di Epoch Times, diffondendo la falsa notizia che stesse promuovendo il presidente Donald Trump tramite una campagna pubblicitaria su Facebook. In realtà, era una semplice campagna per gli abbonamenti al giornale, non diversa dalle campagne condotte dagli altri media.

Come ha spiegato la stessa edizione americana, in tali campagne di abbonamento si prometteva solo una copertura ‘onesta’ sul presidente degli Stati Uniti, sottolineando semplicemente il fatto che, tradendo questo criterio di obiettività o verità, molti media avevano riportato invece notizie in maniera faziosa (si veda la presunta storia della collusione di Trump con la Russia, mai supportata da prove vere e proprie e poi rivelatasi infatti falsa).

Questo particolare però non fa di quelle campagne per gli abbonamenti, delle campagne a sostegno di Trump. Erano, come è ovvio, delle campagne a sostegno di Epoch Times americano.

Dato che Facebook ha delle regole specifiche per la pubblicità, viene richiesto di descrivere i contenuti come ‘pubblicità politica’ quando toccano questioni sociali o politiche. Ma è chiaro che non vi era alcun programma politico nella campagna abbonamenti, e alcune di quelle pubblicità apparivano come ‘politiche’ proprio perché Facebook richiede di descrivere in tale maniera determinati contenuti.

La cosiddetta ‘inchiesta’ di Nbc è subito rimbalzata su più media americani (portando Facebook a interrompere le pubblicità di The Epoch Times), per poi essere citata anche in Italia da Il Foglio e, recentemente, dal programma televisivo Rai ‘Petrolio’, passando per Wikipedia.

The Epoch Times è un media indipendente, pubblicato in diverse lingue. Le notizie e gli approfondimenti non sono quindi guidati da interessi politici, a differenza di quelli di molti media noti. The Epoch Times è stato creato da un gruppo di cinesi fuggiti dalle persecuzioni in Cina, assieme a degli americani a New York. L’edizione italiana è online dal 2012 (per informazioni trasparenti sul presente sito, consultare il ‘Chi siamo’) ed è composta soprattutto da giovani laureati.

I primi fondatori di The Epoch Times a New York sono passati attraverso tantissime difficoltà, dalle sofferenze della persecuzione religiosa in Cina, agli enormi ostacoli economici (Epoch Times, infatti, non ha un ricco finanziatore o un grande gruppo industriale alle spalle; vive dei proventi di pubblicità, donazioni dei lettori e, nella fase di startup, del lavoro di volontari appassionati), il tutto per cercare di far crescere un media contraddistinto dalla ricerca della verità, dalla correttezza, e che mettesse al primo posto le persone e l’interesse pubblico.

Epoch Times è sempre stato caratterizzato da una neutralità costruttiva e positiva, e da toni mai accesi in ambito politico; l’unica posizione chiara e semmai accesa è sempre stata quella in opposizione ai regimi brutali. Di conseguenza, che si trattasse di Obama o di Bush, Epoch Times ha sempre approvato le loro azioni che hanno aiutato a sostenere i perseguitati e a condannare i persecutori, così come ha condannato i loro atti contrari a questa logica. Con Trump ha fatto lo stesso, in entrambi i casi. Ma ora si nota un’enorme differenza tra Epoch Times e gli altri media mondiali, perché questi ultimi stanno affrontando il fenomeno Trump con una parzialità, superficialità e persino disonestà incredibile. Epoch Times adotta toni morbidi e neutrali quando parla del presidente americano, ma, se confrontati con il giornalismo strillato e parziale degli altri, danno molto all’occhio e possono sembrare essi stessi parziali.

Con la crescita dell’edizione americana, diversi giornali negli Usa si sono ritrovati da un giorno all’altro a confrontarsi con un competitor che aveva raggiunto un volume di traffico molto importante e che spesso contraddiceva le notizie riportate sui più comuni media. Questo ha plausibilmente infastidito Nbc e i suoi programmi politicizzati, e da qui sono nate le accuse diffamatorie nei confronti di The Epoch Times.

Le presunte ‘teorie complottiste’

Purtroppo la ‘profonda inchiesta’ di Nbc (che ha ignorato ogni lettera di chiarimento inviatale dall’edizione americana di Epoch Times), non si è limitata alle campagne degli abbonamenti su Facebook. L’altra accusa è che Epoch Times promuoverebbe teorie complottiste attraverso altri canali Youtube ‘affiliati’.

Questa accusa si ‘aggrappa’ soprattutto al canale Youtube di intrattenimento Edge of Wonder, che in passato era un’entità del tutto staccata da Epoch Times, ma facente parte, insieme a Epoch Times, dell’Epoch Media Group. Attualmente non fa nemmeno parte dello stesso gruppo, ed è del tutto indipendente.

Questo canale Youtube non ha nulla a che fare con la linea editoriale di Epoch Times, che è un media gestito del tutto separatamente; ha un format ironico e dichiaratamente complottista o appositamente ‘cospirazionista’, del resto come programmi che si trovano nelle reti principali italiane. Chi potrebbe sostenere che il programma Mistero rifletta la linea editoriale giornalistica del Tg5 di Mediaset, per esempio? Per cui, l’accusa di ‘promuovere di nascosto teorie complottiste attraverso canali Youtube affiliati’ è assurda.

Epoch Times non ha alcuna necessità di promuovere teorie complottiste; cose del tutto false come il suo sostenere una posizione ‘antivaccinista’ sono state ripetute anche da un recente servizio della trasmissione televisiva Rai ‘Petrolio’. A questa accusa risulta difficile rispondere, perché è difficile persino capire da dove si sia originata: forse ancora una volta da un video di Edge of Wonder.

Anche il sito ‘Butac’ ha seguito il filone ‘complottista’ di Nbc, prendendo a campione un articolo di Epoch Times sulle morti da Covid-19 in Cina. Il fine di quell’articolo non era affermare che ci siano stati 21 milioni di morti in Cina, ma semplicemente mettere in dubbio le cifre ufficiali del Partito Comunista Cinese: 4 mila morti su 1,4 miliardi di persone (nel luogo in cui è originata l’epidemia) sono obiettivamente poco credibili, eppure possono passare come verità indiscussa e intoccabile. A maggior ragione dopo che in Italia ci sono state oltre 30 mila vittime su una popolazione che non arriva nemmeno a un decimo di quella cinese. In ogni caso, Butac afferma che The Epoch Times sarebbe «tra le testate che hanno diffuso teorie antivacciniste, bufale sul 9/11, teorie cospirazioniste stile Qanon e così via», dimostrando chiaramente di non aver fatto fact checking sull’articolo di Nbc e di aver preso per vere le affermazioni in esso contenute, nonostante fossero facilmente contestabili.

Certo, Epoch Times non è esente da errori, e non è detentore della verità assoluta. Ma le accuse di diffondere addirittura disinformazione sono ingenerose, fuorvianti e inesatte. Questa implicazione per cui Epoch Times sosterrebbe teorie complottiste è del tutto falsa e dietro a tutte queste diffamazioni c’è in realtà una sola ragione.

Da dove originano, quindi, tutte queste accuse?

Come accennato in apertura, The Epoch Times è stato fondato a New York da un gruppo di cinesi fuggiti dalla persecuzione del Falun Gong (disciplina di meditazione spirituale) in Cina, per mano della tirannica dittatura del Partito Comunista Cinese. L’obiettivo era infatti di creare un media indipendente che non rimanesse in silenzio davanti alle gravi violazioni dei diritti umani in Cina.

Jiang Zemin (ex capo del regime cinese) ha dato inizio alla persecuzione del Falun Gong (o Falun Dafa) in Cina nel 1999. Per giustificare la persecuzione, ha etichettato il Falun Gong come una ‘setta malvagia’ e ha ordinato di sfinire e distruggere queste pacifiche persone sotto ogni aspetto. Dalla persecuzione fisica e la tortura, all’uccisione; dalla persecuzione economica – spingendo i datori di lavoro a licenziare chiunque praticasse il Falun Gong – fino alla propaganda di diffamazione mediatica che ha prodotto ogni tipo di menzogne contro un gruppo di 100 milioni di persone (più tutti i loro parenti e amici).

La propaganda di diffamazione mediatica diffusa dai media statali cinesi è arrivata inevitabilmente anche all’estero e ha svolto una parte molto rilevante nella persecuzione. Inizialmente, nel 1999, i media degli altri Paesi hanno semplicemente ripetuto la propaganda calunniosa dei media statali cinesi, che giorno e notte non facevano altro che diffamare tale pratica nei notiziari televisivi, modificando l’opinione pubblica.

Dall’apparato di propaganda del regime cinese è stato inventato di tutto, purché fossero menzogne sufficientemente terribili per poter screditare il più possibile questo gruppo di pacifici meditatori. L’elenco delle menzogne è lunghissimo.

Col tempo i media occidentali hanno compreso, ma ne sono rimasti alcuni che continuano (consapevolmente o meno) a ripetere quelle falsità create originariamente dal regime cinese e dai media statali cinesi per sostenere la persecuzione.
Quindi, prima delle diffamazioni di Nbc (che ha comunque legami col Partito Comunista Cinese), ci sono alla base proprio quelle bugie dei media di Stato cinesi. Ecco da dove originano tali storie.

‘Sinofobia’

Altri ingiusti resoconti accusano The Epoch Times di ‘sinofobia’ o di  essere una forza ‘anticinese’ (quest’ultima è una classica accusa propagandistica del regime cinese). Ma è paradossale, poiché il media è stato creato proprio da un gruppo di cinesi: da persone che hanno a cuore la loro terra e la loro cultura più di ogni altra cosa al mondo. Come potrebbero essere contro i cinesi e la Cina? Denunciare un regime tirannico non può essere preso per essere ‘contro la Cina’, ma semmai a favore della Cina. Epoch Times dà risalto ai valori del popolo cinese, alla cultura cinese e alla tradizione millenaria cinese. ‘Tradizione’ è infatti proprio l’altro caposaldo della pubblicazione, oltre alla ‘verità’.

Quello che Epoch Times fa è semplicemente denunciare le ingiustizie e le violenze perpetrate dal regime comunista cinese nei confronti del popolo cinese. Una di queste atrocità, che Epoch Times ha portato alla luce fin da quando le prove sono emerse, è il prelievo forzato di organi dai prigionieri di coscienza (tra cui praticanti della Falun Dafa), che ancora oggi certe pubblicazioni pro-Pechino (o quelle ingannate dalla propaganda di Pechino) mettono in dubbio o negano addirittura. Un po’ come alcuni oggi alcuni riescono perfino a negare l’olocausto degli ebrei. Ma ci sono ormai prove, tante prove: non sono affatto ‘fantasie’ di persone ‘ossessionate’ dal comunismo.

Solo per ricordarne una: il noto giudice Geoffrey Nice, che nulla ha a che vedere col Falun Gong, ha di recente sentenziato in un tribunale indipendente di Londra che il prelievo forzato di organi dai prigionieri di coscienza, autorizzato dallo Stato, ha avuto luogo per anni in Cina «su una scala significativa», e continua ancora oggi. Ha anche esortato la comunità internazionale ad agire.

Il fatto è proprio che, dal punto di vista storico, i crimini del comunismo non hanno ricevuto ancora la giusta punizione. Solo in Cina il comunismo ha ucciso 70-80 milioni di persone, senza contare anche le vittime dell’Unione Sovietica.

Epoch Times è indipendente, ma se denunciare tutte queste atrocità vuole per forza essere visto come ‘essere di parte’, se per ‘essere di parte’ si intende difendere i diritti fondamentali dell’uomo, quali la libertà di credo, di pensiero e di espressione, allora gli ‘accusatori’, se fa loro più comodo, possono pure continuare a sostenere che Epoch Times sia dalla parte dei diritti fondamentali. Non obietteremo.

Il ‘giornale del Falun Gong’

Un’altra informazione inesatta è che Epoch Times sia ‘il giornale del Falun Gong’. Ebbene, certo, un legame tra le due cose esiste. Come già detto, Epoch Times cinese è stato fondato da praticanti del Falun Gong e in tutto il mondo vari praticanti di questa disciplina spirituale pacifica collaborano come volontari per Epoch Times.

Ma si prenda l’esempio di un ragazzo cristiano che ogni giorno si reca nell’ufficio della sua azienda; tante altre persone, anche loro cristiane, fanno come lui. Quell’azienda è un giornale, oppure una compagnia aerea, oppure una società di consulenza, che svolge il lavoro del settore che la contraddistingue. Si potrà allora dire che, siccome i suoi lavoratori sono per la maggior parte cristiani, quella sia ‘l’azienda X del cristianesimo’? O dell’ateismo, se la maggior parte sono atei? O dello yoga? O è forse semplicemente una redazione, una compagnia aerea, una società di consulenza e basta?

Cosa c’entrerebbe la fede personale di una persona, che è un aspetto che rientra nella sua sfera ‘intima’ e privata, col lavoro che poi essa svolge nella società? Ben venga, poi, se i lavoratori di un’azienda mettono in pratica i buoni valori che il cristianesimo, il Falun Gong, il buddismo o altre fedi promuovono.

Inoltre, per chiarezza va detto che se è vero che molte delle persone che lavorano in The Epoch Times in tutto il mondo praticano nella loro vita privata gli esercizi di meditazione, ci sono anche altri dipendenti e collaboratori che non praticano il Falun Gong e che credono in altro, oppure che magari non credono. Epoch Times ha una Storia, di cui va fiero: è stato fondato da dei perseguitati religiosi che praticano una disciplina spirituale basata sui valori di ‘verità, compassione e tolleranza’. Queste sono le origini di Epoch Times: non è un segreto ed è solo un vanto.

Speriamo che d’ora in poi si faccia meno affidamento sull’informazione fast food da Wikipedia e che per parlare di altre organizzazioni, pur nella fretta che contraddistingue a volte il giornalismo specie se online, si verifichino le fonti e gli articoli e non si prendano per vere a priori certe opinioni politicizzate.

 

 
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