Cosa comporta l’ammissione del Venezuela nel Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu?

Di Brad Johnson

Il 17 ottobre è stato assegnato al Venezuela uno dei 47 seggi presso il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (Unhrc). Al termine delle elezioni, il ministro degli Esteri venezuelano ha dichiarato: «Celebriamo, ancora una volta, la diplomazia bolivariana di pace presso le Nazioni Unite».

Ci sono almeno due considerazioni da fare a proposito. La prima è che la cosiddetta ‘pace bolivariana’ consiste in una pace realizzata tramite una dittatura ferrea, che governa contro la volontà del popolo, che non batte ciglio difronte alle dilaganti carestie che affliggono la popolazione, e che uccide chiunque protesti o non sia d’accordo con essa.

Il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó ha accusato apertamente, proprio in quello stesso giorno, il regime stalinista di Nicolás Maduro,  di aver ucciso un membro del proprio partito, Edmundo Rada. Il corpo di Rada è stato infatti rinvenuto il 17 ottobre, parzialmente carbonizzato, con i segni di due colpi da arma da fuoco sul collo e una busta sul volto. Tuttavia, è probabile che la sua morte venga considerata un suicidio, in base agli standard della pace bolivariana.

La seconda considerazione è che i regimi socialisti e comunisti non hanno alcun senso dell’umorismo.

Due dei principali Paesi del mondo a violare pesantemente i diritti umani, il regime cinese e quello cubano, sono stati ripetutamente eletti membri dell’Unhrc, che avrebbe il compito di indagare sulle violazioni dei diritti umani negli Stati membri delle Nazioni Unite. In realtà, molti dei Paesi membri, come Cuba, Cina, Venezuela e Turchia, solo per nominarne alcuni, detengono migliaia di prigionieri politici nelle proprie carceri; e in alcuni casi ci sono addirittura centinaia di migliaia di persone che vivono in esilio per evitare persecuzioni politiche in questi Paesi.

Sebbene in pochi lo sappiano, l’Unhrc è stato istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite solo nel 2006. È stato creato per sostituire la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unchr), poiché l’Unchr stava ripetutamente inserendo nella propria commissione Paesi che non rispettavano i diritti umani. D’altro canto la nuova Unhrc è stata criticata per aver usato la sua autorità principalmente per attaccare Israele; di fatto ha approvato più risoluzioni di condanna nei confronti di Israele che di tutti gli altri Paesi il del mondo messi assieme.

Nel 2018 gli Stati Uniti hanno deciso di rinunciare al proprio posto nella Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, in parte per via delle informazioni contenute nel resoconto stilato nel 2017 dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, che mostrava cosa è successo alle persone che hanno scelto di denunciare alle Nazioni Unite le violazioni dei diritti umani nel proprio Paese. Il resoconto ha rivelato che un totale di 29 Paesi hanno perseguitato le persone che hanno collaborato con le Nazioni Unite per la tutela dei diritti umani; e che 9 di questi Paesi facevano addirittura parte della Commissione per i diritti Umani delle Nazioni Unite (Unhrc).

I nove Paesi membri dell’Unhrc erano Burundi, Egitto, Ruanda, Cuba, Venezuela, Cina, India, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La Cina e l’Arabia Saudita erano già state incluse nello stesso elenco per ben sei volte. Gli altri 20 Paesi sono Algeria, Bahrein, Eritrea, Honduras, Iran, Israele, Mauritania, Messico, Marocco, Birmania, Oman, Pakistan, Sudan meridionale, Sri Lanka, Sudan, Tagikistan, Thailandia, Turchia, Turkmenistan e Uzbekistan.

Purtroppo, un’organizzazione come le Nazioni Unite – nata sulla scia della seconda guerra mondiale per mantenere la pace nel mondo – è divenuta un triste fallimento, come testimonia la rielezione del Venezuela presso l’Unhrc.

Ma l’Onu non è la prima organizzazione di questo genere ad aver fallito. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Società delle Nazioni era stata fondata esattamente per le stesse ragioni, ma non ha fatto nulla per impedire lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Dal momento che la seconda guerra mondiale aveva reso evidente il fallimento della Società delle Nazioni, l’organizzazione è stata smantellata, per poi essere sostituita dalle Nazioni Unite.

Tuttavia, il funzionamento delle Nazioni Unite ha fatto sì che i Paesi che violano pesantemente i diritti umani – in particolare Cuba, Cina e Venezuela – riescano a controllare, o quantomeno influenzare, i tentativi di indagare o porre fine a tali atrocità; in questo modo possono continuare impunemente a ricorrere a metodi disumani per controllare le rispettive popolazioni.

Così come la natura umana alla fine vince sempre, è evidente ancora una volta che il potere assoluto corrompa in maniera assoluta: le persone a capo delle Nazioni Unite pensano unicamente ai propri interessi personali e a come accrescere il proprio potere. Basta rammentare lo scandalo del programma ‘Oil for food’ per averne un chiaro esempio.
Il programma ‘Oil for food’ (petrolio in cambio di cibo) è finito sotto i riflettori internazionali a causa della corruzione dilagante che si era formata al suo interno, e perché parte dei profitti venivano illegalmente dirottati versi funzionari iracheni e di altri Paesi.

Invece di affrontare i problemi reali del mondo e adempiere allo scopo fondamentale delle Nazioni Unite – lavorare al mantenimento della pace nel mondo – l’organizzazione si occupa piuttosto di stabilire una governance mondiale e conquistare gradualmente il potere assoluto.

Durante una conferenza tenutasi in Cina nell’aprile 2018, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato: «Sono profondamente convinto che la globalizzazione sia irreversibile. Il nostro obbiettivo deve essere una globalizzazione equa che non lasci nessuno indietro, una via verso la pace e lo sviluppo sostenibile».

La parola ‘equa’ è chiaramente adoperata in questo contesto per intendere che tutti devono contribuire a questo sistema, anche contro la propria volontà, al fine di conseguire la pace. Per dirla in un altro modo le Nazioni Unite mirano a stabilire globalmente una sorta di ‘pace bolivariana’.

 

Brad Johnson è un alto funzionario della Cia in pensione, nonché presidente dell’associazione Americani per la Riforma dell’Intelligence.

Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: Venezuela’s Admission to Human Rights Council Tells Us More About UN

Per saperne di più:

 
Articoli correlati