‘Coraggio, ansia e disperazione: guardando la battaglia’: il Coraggio è la via per la salvezza

Le arti tradizionali come viaggio interiore nelle nostre anime

Di Eric Bess

Le Tre Grazie sono un tema ricorrente nella storia delle arti: erano dee della mitologia greca. In un primo momento, erano le dee della natura, più tardi accompagnavano spesso Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza. Solitamente erano sempre tre, e rappresentavano il carisma, la bellezza e la creatività umana.

Le Tre Grazie si occupavano delle questioni legate all’amore e alla bellezza, ma che dire di altre esperienze umane come il coraggio e la paura? In effetti, esistono altre tre rappresentazioni che fanno riferimento a tali caratteristiche. Ed è proprio quello che James Sant rappresenta nel suo dipinto ‘Coraggio, ansia e disperazione: guardando la battaglia’.

James Sant

Il pittore inglese James Sant è stato attivo tra la fine del 19esimo e l’inizio del 20esimo secolo. Era famoso soprattutto per i suoi ritratti di persone, ma ha dato vita anche a scene di genere. Intorno all’età di 20 anni è stato accettato come studente alla Royal Academy.

All’età di circa 50 anni, a Sant viene commissionato il ritratto della regina Vittoria, oltre che di tutta la famiglia reale, in quanto artista eletto della Royal Academy. Rimarrà membro di tale accademia fino all’età di 94 anni, dopo aver prodotto circa 250 tele messe in mostra all’Accademia. Viene a mancare all’età di 96 anni, due anni dopo aver lasciato l’accademia.

‘Coraggio, ansia e disperazione: guardando la battaglia’ , 1850, James Sant. (Dominio pubblico)

‘Coraggio, ansia e disperazione: guardando la battaglia’

 Nella sua opera ‘Coraggio, ansia e disperazione: guardando la battaglia’, Sant rappresenta tre donne, nascoste dietro un grande masso.

La donna sulla sinistra è Coraggio. Si sporge in avanti con senso di urgenza e guarda concentrata la battaglia, che a noi osservatori del quadro non è dato vedere. Ha anche un coltello, nella sua mano destra, l’arma che intende usare per difendersi in caso di necessità.

Al collo ha una collana di conchiglie (capesante). Nella mitologia greca, le capesante sono associate ad Afrodite: la dea è nata dal mare, viaggiando su una conchiglia di Capasanta. E nella cultura cristiana, la capasanta è spesso associata alla Salvezza, infatti viene usata durante i battesimi per raccogliere le acque battesimali.

Col suo braccio sinistro, Coraggio tiene lontano la donna più a destra nel dipinto, che è Disperazione. Disperazione siede con aria triste, e gli occhi socchiusi. La postura da lei adottata suggerisce la scelta di ritirarsi dal vivo della battaglia che le altre due donne stanno osservando.

In mezzo alle due, c’è Ansia, nell’ombra. La sua mano afferra alla base del collo, come se cercasse di impedire alla preoccupazione di fuggire dalle sue labbra leggermente dischiuse. Sbircia da dietro la roccia e osserva la battaglia con espressione preoccupata.

Lo spettatore non sa esattamente cosa stanno guardando queste donne, dal momento che non può vedere la battaglia.

Salvezza, Amore e Bellezza

Quindi, cosa potrebbero significare per noi queste rappresentazioni corporee di coraggio, ansia e disperazione? Quale morale o ispirazione potremmo trarne oggi?

In primo luogo, è significativo il fatto che non possiamo vedere la battaglia. Potrebbe significare che la battaglia – di per sé – non abbia importanza: quello che conta veramente è la nostra risposta a essa.

È quasi come se Sant avesse intenzionalmente lasciato fuori dal dipinto una rappresentazione della battaglia, in modo tale che ognuno di noi, come spettatore, potesse considerare le cose che richiedono coraggio o che causano ansia e disperazione in noi stessi. La battaglia suggerita dal dipinto potrebbe quindi essere una battaglia interiore, e ogni battaglia porta con sé la questione della libertà. Il vincitore dominerà e comanderà.

Naturalmente, le battaglie non sono sempre combattute contro nemici umani. A volte, possiamo diventare schiavi di altre cose come il denaro, la droga e il sesso, e allora dobbiamo combattere una battaglia contro una dipendenza per superarla e trovare la libertà. Possiamo persino diventare dipendenti da idee e sentimenti. Potremmo quindi, ironicamente, cercare di rendere queste idee assolute per tutti, sulla base di quei sentimenti che vogliamo continuare a sperimentare.

Eppure il potenziale risultato delle nostre dipendenze è il dolore. Così, una battaglia interna può essere intrapresa per la libertà, cioè la libertà dalle dipendenze dolorose che possiedono i nostri cuori e le nostre menti. Le radici o le cause di queste dipendenze rimangono spesso nascoste nel profondo di noi, come la battaglia che Sant ha nascosto alla nostra vista.

L’ansia e la disperazione sono manifestazioni che oscurano le nostre dipendenze e ci fanno soccombere a esse. La disperazione preferisce chiudere gli occhi di fronte alla lotta contro le dipendenze; e l’ansia, rifiutando con paura di lottare per liberarsi da esse, sta bene rimanendone schiava.

Nel quadro, Disperazione appare non interessata alla ricerca della libertà e accetta la sconfitta. La battaglia è troppo opprimente per lei da sopportare, e chiude gli occhi crollando, in segno di rassegnazione. Ansia siede nell’ombra perché ha paura. Ha paura di ciò che la battaglia potrebbe significare per lei. Lei è la personificazione della paura.

Se una di queste due dovesse prendere il comando, la libertà verrebbe persa, perché la battaglia non avrebbe luogo. Disperazione si crogiola nel dolore della sua potenziale schiavitù e Ansia ha troppa paura di combattere per la sua libertà.

Coraggio, invece, si protende verso il pericolo. Non ha paura della battaglia. È piuttosto più preoccupata per la sua libertà. Tuttavia non è spavalda, ma appare preoccupata, pensa alla prossima mossa. La conquista della sua libertà richiede infatti una valutazione onesta e ponderata della situazione.

Ma di cosa è costituita quella libertà per la quale Coraggio è disposta a lottare? Ce lo svela proprio la sua collana: Salvezza, Amore e Bellezza.

La sua collana è il simbolo dell’Amore e della Bellezza di Afrodite, il che non può forse significare quindi che è anche il simbolo delle accompagnatrici di Afrodite – le Tre Grazie – cioè il carisma, la bellezza e la creatività umana? La sua collana è così forse il simbolo della salvezza che viene dal vivere una vita morale, nel rispetto del comandamento divino di amare?

Mettendo insieme tutto questo si ottiene quanto segue: Coraggio porta sul cuore una collana che è simbolo della salvezza che risiede nel carisma, nella bellezza e nella creatività, quando sono associati al comandamento divino di amare. È per questi che Coraggio è disposta a combattere.

E noi, siamo disposti a trovare il coraggio di tenere lontana la disperazione, di lasciare che la nostra paura resti nell’ombra, e di affrontare le battaglie interiori che le nostre circostanze personali rivelano in noi? Abbiamo il coraggio di lottare per la salvezza, per l’amore e la bellezza non solo come elementi culturali, ma anche come conquiste dei nostri cuori e delle nostre menti?

 

Le arti tradizionali spesso contengono rappresentazioni e metafore spirituali il cui significato può andare perduto in preda alla nostra mentalità moderna. Nella nostra serie ‘Le arti tradizionali come viaggio interiore nelle nostre anime’, interpretiamo le arti visive da una prospettiva morale e profondamente spirituale. Non abbiamo la presunzione di fornire risposte assolute alle domande con cui le diverse generazioni hanno sempre lottato, ma speriamo che le nostre domande ispirino un viaggio riflessivo verso il nostro diventare esseri umani più autentici, compassionevoli e coraggiosi.

Articolo in inglese: Courage for Salvation, Love, and Beauty: ‘Courage, Anxiety, and Despair: Watching the Battle’

 
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