Conte ‘fa pace’ con Macron e incassa il sostegno degli Stati Uniti

Di Emiliano Serra, Vincenzo Cassano

Da sconosciuti a litiganti ad amici per la pelle. I premier Conte e Macron si incontrano a Parigi per parlare di immigrazione ed Europa. Con toni enfaticamente cordiali, i due presidenti hanno concordato che l’Europa deve essere riformata, così come deve esserlo la gestione dei flussi migratori.

Macron ha anche avallato l’idea del governo italiano di istituire degli hotspot in Africa, ovvero dei luoghi di raccolta per i migranti, con l’intento di agire sulle partenze, anziché sugli arrivi. Entrambi hanno inoltre concordato sulla necessità di rivedere il regolamento di Dublino e, a questo riguardo, l’Italia sta elaborando una proposta dell’accordo, da sottoporre agli altri Stati europei.

«Ci sono stati giorni un po’ turbolenti, di particolare tensione per l’Italia, perché il primo obiettivo è stato mettere in sicurezza le persone ed evitare che fossero in difficoltà», ha affermato Conte durante la conferenza stampa, sottolineando il lato umano di quell’operazione che proprio Macron aveva definito «cinica». Inoltre, il presidente italiano ha precisato che l’azione è stata concordata dal Governo nel suo insieme, e non è stata frutto della sola iniziativa del ministro dell’Interno.

Tuttavia il premier francese, pur passando dagli attacchi frontali alle strette di mano e ai sorrisi, sostanzialmente non cambia linea: «Quando una nave arriva nelle vostre acque, ve ne dovete fare carico. La Francia rispetterà sempre il diritto internazionale. La difficoltà dell’Italia non può risolversi bypassando il diritto internazionale, ma con un approccio cooperativo Ue».

Il discriminante – secondo la logica del governo francese – sarebbe insomma il luogo: se i migranti arrivano via terra (come ad esempio a Ventimiglia) possono essere tranquillamente respinti. Se invece arrivano via mare (e via mare arrivano quasi solo in Italia) vanno per forza accolti sul proprio territorio: non basta salvarli e aiutarli. Cosa che, fra l’altro, è successa: la marina militare italiana, a onor del vero, ha gestito l’intera situazione mettendo in sicurezza i migranti, portando viveri, farmaci e medici in aiuto ai migranti e, infine, accompagnandoli tutti nel porto della nazione che – collaborando attivamente – si è impegnata a riceverli.

APPROVAZIONE DI TRUMP

Dopo la ‘pace’ con Macron, e i messaggi d’amicizia della Merkel, che ha più volte ripetuto che l’Italia è stata colpevolmente lasciata sola, Conte ha incassato anche l’esplicita approvazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un appoggio che finora era possibile leggere solo tra le righe. Riferendosi alla gestione del caso Aquarium da parte del governo italiano, il presidente americano ha infatti commentato: «Fantastico. Sembra che essere duri sull’immigrazione ora paghi».

Al momento – a causa dei conflitti emersi al G7 sulla possibilità di imporre dazi su certi Stati dell’Ue – gli Usa sono in ‘cattivi’ rapporti un po’ con tutta Europa. L’Italia si viene a trovare quindi saggiamente nel mezzo (come spesso è accaduto nella Storia), rinsaldando la propria storica amicizia con la Superpotenza e, al contempo, approfittando della situazione per riacquisire il giusto peso in Europa. Perché, ora meno che mai, il Vecchio Continente può permettersi lotte intestine, malcontenti e defezioni.

 
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