Consumatori cinesi scioccati dall’aumento dei prezzi della frutta

Recentemente, un esperto della Società Cinese dell’Alimentazione (una no profit) ha pubblicato un articolo in cui consiglia a tutti gli adulti di mangiare mezzo chilo di verdura e 250g di frutta al giorno. La reazione degli utenti cinesi, però, è stata unanime: «Non ce lo possiamo permettere».

Zhang Junhua, che gestisce il dipartimento delle statistiche di mercato del Centro di Vendita all’Ingrosso Xinfadi di Pechino, ha raccontato al Beijing News che attualmente il prezzo medio della frutta è di 6,15 yuan (0,80€) al chilo ed è aumentato di circa il 78 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. E solo nell’ultima settimana, è aumentato del 10 per cento.
Un venditore dello stesso centro ha aggiunto che l’80 per cento dei frutti è aumentato di prezzo rispetto all’anno scorso.

Nel 1995, il Ministero dell’Agricoltura cinese ha creato un ‘Sistema per le Informazioni sui Prezzi di Mercato per i Prodotti Agricoli all’Ingrosso’ che monitora l’andamento dei prezzi.L’analisi di dati recenti, provenienti dal monitoraggio, rivela che i prezzi della frutta sono aumentati in tutta la Cina e che l’inflazione ha subito un’improvvisa impennata a metà marzo.

Secondo informazioni condivise dagli internauti cinesi, a Chengdu, una città nella provincia dello Sichuan, mezzo chilo di ciliegie cinesi ora costano 60 yuan (0,78€). Inoltre in molti luoghi, i consumatori sono costretti a spendere 10 yuan (0,13€) per un kiwi e più di 80 yuan (1€) per due grappoli d’uva.

Molti fruttivendoli hanno inoltre riferito al Beijing News che quest’anno «le pere non si vendono» perché costano troppo. Il salario mensile dell’impiegato governativo medio, in Cina, va infatti da 3 mila a 5 mila yuan (388-648€), e la variazione dipende principalmente dalle differenze regionali.

L’inflazione dell’indice cinese dei prezzi al consumo ad aprile ha raggiunto il valore più alto degli ultimi 6 mesi, con un aumento del 2,5 per cento rispetto a un anno fa. Inoltre, secondo l’Ufficio Nazionale delle Statistiche cinese, i prezzi per la verdura, la carne di maiale e la frutta sono aumentati rispettivamente del 17,4 per cento, del 14,4 per cento e dell’11,9 per cento.
E molti consumatori attendono i dati dell’Ufficio delle Statistiche del prossimo mese, che mostreranno la situazione più recente dell’inflazione.

Le conseguenze della guerra commerciale Usa-Cina

Nella guerra commerciale con gli Usa, sono i proprietari di aziende cinesi che importano merci estere, a soffrire di più.

Come raccontato da Radio Free Asia, l’introduzione dei dazi ha costretto la signora Ye, una proprietaria di un negozio di frutta a Gunagzhou che importa dagli Stati Uniti, ad addossare il costo extra ai consumatori. Il problema, però, è che a causa dell’indebolimento dell’economia interna, molte persone stanno diventando più prudenti, nelle spese.
Le vendite della signora Ye, infatti, erano calate bruscamente già negli scorsi sei mesi: «Se continuano a peggiorare – ha affermato – il mio negozio potrà a malapena sopravvivere. Sarò felice se potrò raggiungere il pareggio, quest’anno».

Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura, nel 2018 la Cina ha importato 8 miliardi e 420 milioni di dollari in frutta: un aumento del 34,5 per cento rispetto all’anno precedente.

Consumatori scontenti

La signora Lin, della provincia dell’Hunan, si è sfogata con Beijing News: «Le ciliegie erano costose già in partenza e ora stanno diventando ancora più costose. Quelle che ho comprato l’ultima volta costavano 178 yuan (23€) ogni mezzo chilo! Volevo quasi annullare l’acquisto, quando ho scoperto il prezzo in cassa».

Anche i commenti all’articolo della Società Cinese dell’Alimentazione, che consigliava agli adulti di mangiare 250g di frutta ogni giorno, riportavamo lamentale; un utente ha raccontato che in passato mangiava una grande mela ogni giorno, ma che ora non può più permettersi le mele.
Un altro ha scritto: «Non comprerò più questi frutti costosi. Credo che molti altri, il cui livello di reddito è simile al mio, non ne compreranno più. I contadini possono già considerare di ridurre la produzione».

Una giovane donna che aveva comprato uno spremiagrumi alcuni giorni prima, ha scritto: «Mi sono appena resa conto del fatto che posso permettermi uno spremiagrumi, ma non posso più permettermi la frutta».

Un utente si è lamentato del fatto che nella provincia del Guangdong, una grande anguria costa più di 100 yuan (13€).

Una persona che va a fare la spesa ogni giorno, invece, ha affermato: «Ho notato che i prezzi della frutta in questa settimana aumentano ogni due giorni». Qualcuno ha persino suggerito di mangiare cetrioli e pomodori, al posto della frutta.

Un utente molto ottimista ha sostenuto che, se non altro, i contadini che producono la frutta potranno ottenere vantaggi dall’aumento dei prezzi, ma, gli altri utenti gli hanno ricordato che è quasi impossibile: «Prima di tutto – ha risposto una persona – i contadini sono fortemente tassati; e poi sono i rivenditori quelli che possono davvero fare soldi. I contadini vengono sempre sfruttati».

 

Articolo in inglese: Chinese Consumers Shocked by 78 Percent Price Hike on Fruits

 
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