Come sopravvivere alla rivoluzione dei robot

Dopo le prime tre rivoluzioni industriali (del vapore, dell’elettricità e dell’elettronica) arriva la quarta: quella dell’automazione. In questa nuova era, se gli uomini vorranno sopravvivere e prosperare (vale a dire, se vorranno lavorare), dovranno concentrarsi sugli aspetti che rendono unico l’essere umano.

La Royal Bank of Canada (Rbc) ha infatti prodotto una relazione (dal curioso titolo ‘Cercasi umani: come la gioventù canadese può prosperare nell’era della distruzione’) in cui afferma che, nei prossimi 10 anni, più di un quarto dei posti di lavoro in Canada verrà gravemente minacciato dalla tecnologia, e metà dei mestieri attualmente esistenti richiederanno diverse abilità rispetto a quelle attuali.
La ricerca conclude che, per muoversi in questo scenario imprevedibile, sarà utile che i lavoratori abbiano un alto grado di adattabilità, di abilità analitiche e sociali e che, ovviamente, siano competenti in ambito digitale.
Pensiero critico, sensibilità sociale e capacità di risoluzione di problemi complessi saranno quindi le abilità più importanti, in quanto permetteranno alle persone di spostarsi più facilmente tra tipi di carriera diversi.

Il problema e la sua soluzione, partono entrambi dal mondo dell’istruzione: oggi molti giovani altamente qualificati si ritrovano a svolgere mansioni che non richiedono le loro elevate competenze, mentre molti altri giovani sono disoccupati e non vengono adeguatamente formati per le posizioni libere nel mercato del lavoro. Inoltre aumentano i pensionati e diminuisce la forza lavoro giovane che li sostiene.
Tuttavia, il futuro non dovrebbe essere necessariamente spaventoso: per l’amministratore delegato di Rbc, Dave McKay, si tratterà di un «periodo davvero emozionante» per il Canada e il resto del mondo; «Creeremo un sacco di nuovi posti di lavoro», assicura.
Secondo la banca canadese, il futuro dell’istruzione è in un insegnamento che sia al 100 per cento integrato con il lavoro. Attualmente, nelle classi si studia solo la teoria e, occasionalmente, si fa pratica. Al contrario, tirocini e stage dovrebbero diventare la norma, e non l’eccezione.

L’ANALISI

La Rbc ha suddiviso l’economia canadese in sei gruppi, in base ai tipi di abilità richiesti per il lavoro svolto. Per esempio il gruppo dei ‘crafters’ (artigiani, creatori, costruttori)  include anche sarti e pittori ed è ad alto rischio nel futuro; ci sono poi i gruppi dei ‘solvers’ (risolutori di problemi) e dei ‘providers’ (fornitori di servizi) che includono ingegneri informatici, architetti e creatori di contenuto. Questi due gruppi non sono invece considerati a rischio.

Secondo la banca canadese, entro tre anni, circa il 45 per cento dei lavoratori del Canada apparterrà al gruppo dei solver e dei provider. La domanda di lavoro sarà particolarmente bassa per i ‘facilitator’, ovvero commessi e addetti alle relazioni con il pubblico.

Non sorprende, inoltre, che il salario annuale per quei lavori meno colpiti dall’automazione, sia molto più alto rispetto al salario dei lavori a medio o alto rischio di sparire in futuro. Il Brookfield Institute for Innovation + Entrepreneurship afferma in un’analisi, che lo stipendio annuale per i lavori a basso rischio di scomparsa è quasi il doppio (62 mila dollari) rispetto a quello dei lavori a medio rischio (36 mila 300 dollari) e a quello dei lavori ad alto rischio (33 mila 400 dollari): «Vi è un rischio minore dovuto all’automazione – riporta infatti la Camera di Commercio Canadese in uno studio – in aree come l’interazione con gli stakeholder e la gestione delle relazioni, le interazioni umane, i servizi, l’istruzione».

I posti di lavoro più vulnerabili sono quelli che riguardano lavori ripetitivi e prevedibili. Diversamente, quelli che richiedono esperienza, gestione, o manualità non ripetitiva e prevedibile, sono meno vulnerabili.

L’IMPRENDITORIA COME SOLUZIONE

La relazione di Rbc critica le università viste come «fabbriche di titoli di studio, in cui gli insegnanti si concentrano sulla conoscenza dei contenuti anziché sullo sviluppo di abilità».

Le università stanno cominciando ad adattarsi e iniziano a fornire programmi in cui si imparano le abilità e la forma mentis necessarie per gestire un’impresa e per orientarsi in un mondo in cui la tecnologia cambia molto rapidamente: «Alla fine tutto diventerà automizzato – sostiene Jad Slim, studente dell’Università di Ottawa e parte di un gruppo che ha vinto una competizione di start-up lo scorso novembre – Quindi avere la propria start-up è il mondo migliore per andare avanti».

Ma non significa che tutti debbano diventare programmatori: la ricerca canadese suggerisce che altrettanto importanti siano le abilità umane, come le capacità comunicative e creative, il pensiero critico e le abilità sociali; tutte cose difficilmente replicabili dai robot.

La storia, inoltre, sembra suggerire che le rivoluzioni tecnologiche creino più posti di lavoro di quanti non ne distruggano: «Dobbiamo entrare in una modalità basata su abilità dinamiche – afferma McKay – Quello che abbiamo fatto per raggiungere il successo oggi, non necessariamente ci assicurerà il successo domani».

 

Articolo in inglese: Human Skills, Digital Literacy Critical to Surviving Workforce Automation

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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