Come il regime cinese monitora i dissidenti con la tecnologia di riconoscimento facciale

Nella Cina continentale, le telecamere di sorveglianza con riconoscimento facciale e altre apparecchiature sono onnipresenti.
La tecnologia è installata all’interno di negozi, caffetterie e banche, per effettuare pagamenti o per accedere a edifici, uffici e aeroporti.

E ora dei documenti interni del governo cinese hanno rivelato i piani delle autorità nel monitorare i cittadini su larga scala, compresi i dissidenti.

Epoch Times ha ottenuto i documenti emessi dal «gruppo di leadership del lavoro per la progettazione e la messa in rete del monitoraggio video della sicurezza pubblica» nel distretto di Liuhe, città di Nanchino, provincia dello Jiangsu.

Nel 2017, il governo della città di Nanchino ha implementato la tecnologia di riconoscimento facciale per avviare tre «difese»: ciò significa che le telecamere di sorveglianza ad alta risoluzione sarebbero state installate vicino alle autostrade provinciali e cittadine; alle strade distrettuali; e presso zone governative centrali, snodi di trasporto, ospedali, piazze e comunità. I pedoni dovrebbero essere videoregistrati ogni 10, 20 e 30 minuti.

Piano di implementazione per l’aggiornamento della tecnologia di sicurezza video e gestione della protezione, distretto di Liuhe, città di Nanchino, 2017. Fornito da The Epoch Times

Nel suo piano d’implementazione, l’affermazione di «tecnologia di sicurezza pubblica e gestione della protezione» è in realtà intesa a prevedere un sistema di monitoraggio a livello nazionale del Partito Comunista Cinese (Pcc).

Nel luglio 2020, la polizia della città di Wuhai, nella Mongolia Interna, ha pubblicato un rapporto riassuntivo dei «risultati» ottenuti nel progetto locale ‘Occhi Taglienti’, un programma di sorveglianza mirato alle aree rurali che coprono contee, città e villaggi.

L’iniziativa è stata concepita per la prima volta nel 2008 in un documento del Partito Comunista Cinese sui piani per «rilanciare le campagne».

Come per i 20 milioni di telecamere «Skynet» già installate nelle aree urbane della Cina, il «Progetto Occhi Taglienti» è considerato una misura di sicurezza pubblica di sostegno a combattere la criminalità in modo più efficace.

Secondo il rapporto, il progetto ha riconosciuto con successo 1.158 foto di vari «obiettivi chiave» locali. Il sistema ha identificato più di 60 obiettivi per la propria «sicurezza interna» locale e più di 10 persone accusate di crimini.
Gli uffici dell’ufficio di sicurezza interna cinese costituiscono una forza di polizia segreta incaricata di neutralizzare gli individui che il Partito Comunista considera minacce politiche.

Rapporto riassuntivo della polizia di Wuhai sul «progetto Occhi Taglienti» locale, luglio 2020 (fornito da The Epoch Times)

Tali «obiettivi chiave» sono tipicamente i dissidenti, come i petizionisti che cercano di rivolgere le loro denunce alle autorità, le minoranze religiose e gli attivisti per i diritti.

In un articolo del 14 gennaio 2019 di Bitter Winter, una rivista sulla libertà religiosa e i diritti umani in Cina, la gente della città di Xi’an, nella provincia dello Shaanxi, ha riferito: «Il Pcc ci sta già monitorando nelle nostre case, dov’è la nostra privacy? È come se avessimo tutti delle corde al collo e venissimo guidati al guinzaglio. Viviamo tutti al microscopio ed è terrificante».

 

Articolo in inglese: Leaked Documents Show How Chinese Regime Monitors Dissidents with Facial Recognition Tech

 
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