Poliziotti cinesi eroi, ma solo sui media di regime

Quando si sfogliano le notizie sui giornali cinesi è facile notare una singolare tendenza: le doti superbe delle forze di polizia in Cina. Le presunte imprese di questi instancabili ‘zio poliziotti’ (così sono definiti) vengono descritte con un linguaggio ampolloso e dettagli esagerati, e spaziano da ordinari atti di gentilezza a trionfi investigativi di grande merito.

Per esempio il 29 marzo, il Dahe Daily ha pubblicato un articolo riguardante un cinese che aveva assunto un killer per uccidere se stesso. Tuttavia, gran parte del trafiletto non raccontava la notizia, ma era in gran parte dedicato all’arguzia e alla tenacia degli agenti di polizia incaricati: «All’ispettore Zhang Jiong sta crescendo una folta barba, giacché dal 15 novembre si trova in trance sulla spiaggia del Mar Giallo– si legge in un estratto dell’articolo – La sua squadra sta lottando da 30 giorni per trovare il sospetto e Zhang non si raderà fino a quando non sarà effettuato l’arresto. Questo è il suo voto».

Un altro esempio eclatante è il caso di un funzionario che si prende cura con altruismo di un criminale nel braccio della morte ai suoi ultimi mesi di vita: lo scorso dicembre Wu Youlin, assassino di due bambini nella provincia sudorientale del Jiangxi, è stato giustiziato dopo essere stato condannato a morte. Tuttavia, un «poliziotto modello» di nome Huang Shuibiao, ha fornito un’eccezionale assistenza al condannato: gli ha comprato cibo e biancheria intima, e dopo aver scoperto il suo compleanno gli ha portato una torta personalizzata.
Inoltre, quando nel 2014 morì la madre di Wu, un giornale di provincia a conduzione statale ha riportato che Huang si prese l’impegno di guidare verso la città natale di Wu per consegnare una corona di fiori per la signora defunta, giacché il figlio non poteva andarci.
E per finire Wu, prima della sua esecuzione, diede anche un abbraccio in lacrime a Huang: «mi hai trattato così bene per così tanti anni, anche se fossi un cane sarei commosso!», riportava il giornale.

Queste notizie possono raggiungere centinaia di milioni di persone utilizzando i social media; mettendo in luce certi messaggi e il lavoro della polizia, hanno l’effetto di migliorare l’immagine delle autorità e, in particolare, del Partito Comunista.
Ma non tutti credono a queste storie: «Questo non è semplicemente il dovere della polizia?», si legge in un commento su internet. Inoltre, le autorità di pubblica sicurezza sono state accusate di servire in primo luogo gli interessi dei funzionari e dei ricchi, mentre ignorano senza eccezione i crimini contro la gente comune.
Un’altra persona ha rimproverato i media per aver coperto la polizia: «voi altri non vedete i vigili quando impazziscono. Ci sono troppe cose che non si vedono e non si capiscono. Speriamo che si possa arrivare a vedere le cose dal punto di vista della gente comune».

In un altro caso recente, una donna che soggiornava in un hotel di Pechino è stata aggredita e quasi rapita, ma in seguito è stata liquidata sbrigativamente dagli agenti di servizio dopo averli contattati per fornire i dettagli sull’attacco subìto; tutto questo ha causato una diffusa indignazione sui social media cinesi: «Io vivo in un Paese in cui postare su Weibo (una popolare social media cinese) è più utile che segnalare alla polizia», ha scritto un utente di spirito.

Oppure il 10 aprile, circa una settimana dopo l’aggressione del caso precedente, sono stati pubblicati articoli che riferivano di una giovane donna della città di Wuhan che era stata a quanto pare drogata e sessualmente molestata dalla polizia. La donna, secondo il giornale locale Chutian Metropolis Daily, durante la guida di un treno espresso è svenuta dopo aver avuto un’inspiegabile sensazione di vertigine e forte sudorazione. Per scrollarla un agente le ha versato dell’acqua sul viso e poi ha cercato di convincerla a guardare con lui dei video pornografici sul suo telefono.

Per saperne di più:

 

Articolo in inglese: ‘How Chinese Media Systematically Lies About the Police

 
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