Come i cinesi all’estero rubano la tecnologia occidentale

Due cittadini cinesi sono stati accusati da un tribunale federale americano di spionaggio industriale a beneficio del regime cinese e delle sue imprese statali.
Shan Shi, 53 anni, e Gang Liu di 32, sono accusati di essere principali artefici di un piano per sottrarre i segreti commerciali di una società ingegneristica multinazionale che produce schiuma sintetica, un materiale speciale usato per scopi militari, commerciali e nelle piattaforme petrolifere.

Il 27 aprile scorso, il ministero della Giustizia americano ha comunicato che i due cinesi, insieme ad altre quattro persone, erano stati accusati già nel 2017 di cospirazione finalizzata al furto di segreti commerciali. Per Shan Shi e Gang Liu si è aggiunto ora un nuovo reato, quello di spionaggio industriale. Mentre a Shan Shi si ascrive anche il reato di riciclaggio di denaro.

I due sono indagati per aver trasmesso segreti commerciali americani a un’impresa cinese, la Cbm-Future New Material Science and Technology Co. (Cbmf), che in seguito ha costruito una fabbrica per la produzione della schiuma sintetica con la tecnologia sottratta a un’impresa multinazionale. I due imputati avrebbero creato una succursale della Cbmf a Houston, col nome di Cbmi, di cui Shi era presidente, per aiutare la casa madre cinese a sviluppare le tecniche di produzione della schiuma sintetica. Entrambe le società sono a loro volta accusate dei reati.

IL PIANO

Dopo aver individuato Houston come potenziale fonte per procurarsi la tecnologia relativa alla schiuma sintetica, nel 2014 Shan Shi ha aperto una succursale della Cbmi nella città americana, e ha iniziato a puntare la società A.
Nel frattempo, tra giugno 2014 e maggio 2017, la società madre Cbmf ha versato circa 3 milioni e 100 mila dollari alla Cbmi, per finanziare le sue attività e il personale.

Secondo l’atto d’accusa, «consapevoli delle priorità nazionali della Repubblica popolare cinese, e al fine di produrre la schiuma sintetica evitando ricerche, lavorazioni e capacità tecniche notevolmente costose e lunghe, gli imputati hanno acquisito i segreti commerciali relativi alla schiuma sintetica della società A, senza l’autorizzazione della stessa».
Shan Shi e i suoi complici avrebbero corrotto alcuni dipendenti della società A, tra cui Gang Liu, ingegnere di sviluppo dei materiali, che aveva accesso ai dati riservati e ai segreti industriali. Inoltre, la Cbmi ha tentato di ottenere segreti commerciali infiltrandosi nelle relazioni d’affari tra la società A e altre imprese americane. In conclusione, il furto dei segreti commerciali ha permesso alla Cbmf di costruire, nel 2016, uno stabilimento per la produzione di schiuma sintetica con la tecnologia della società A.
Secondo l’accusa, dei segreti commerciali sottratti hanno beneficiato anche l’Università di Harbin, la China Shipbuilding Industry Corporation, la China National Offshore Oil Corporation di proprietà dello Stato, e l’amministrazione di Linhai, cittadina nei pressi di Taizhou.

Navi costruite da China Shipbuilding Industry Corporation per la marina nigeriana, a Lagos 19 febbraio 2015. (Pius Utomi Ekpei/Afp/Getty Images)

LA STRATEGIA DEL REGIME CINESE

Questo episodio rientra nella strategia che il Pcc adotta per sviluppare la propria industria marittima. Nel recente piano quinquennale per il 2016-2020, Pechino ha annunciato che la priorità nazionale è diventare una potenza marittima. A tal fine, gli organismi e le imprese statali devono promuovere lo sviluppo della tecnologia marina e della produzione di strutture adeguate.

Secondo l’accusa, la Cbmf è una delle numerose industrie cinesi che compongono «la Squadra nazionale del genio marittimo», incaricata di istituire delle imprese miste per elaborare materiali galleggianti in alto mare – tra cui la schiuma sintetica – e altre attrezzature marine, «per promuovere gli interessi militari e civili della Repubblica popolare cinese».

Ma la società ha anche altri legami col regime cinese. Riceve infatti dallo Stato oltre la metà dei fondi per la ricerca, mentre il suo gruppo di ricerca e sviluppo è quasi interamente composto da laureati alla Harbin Engineering University, un’ateneo affiliato all’esercito cinese. Inoltre, la Cbmf rifornisce di materiale galleggiante l’azienda di stato China Shipbuilding Industry Corporation. Un materiale che costituisce anche un elemento chiave del ‘programma 863’ del regime, che fornisce finanziamenti e indicazioni alle società cinesi per l’acquisizione di tecnologia occidentale e informazioni economiche sensibili.

 

Articolo in inglese: Chinese Nationals Stole Marine Technology to Benefit Chinese Regime, According to US Justice Department

Traduzione di Francesca Saba

 

 
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