Cittadini a punti, la nuova frontiera dell’incubo comunista cinese

Il controllo di ogni aspetto della vita privata e pubblica del comune cittadino cinese è sempre più vasto e penetrante. Tutto – nella vita di un cinese – è ormai monitorato, registrato e giudicato con un punteggio che misura ogni azione umana. Incluso il grado di asservimento al Pcc.
Nella dittatura comunista cinese, si arriva a situazioni estreme come il recente episodio in cui 9 milioni di cinesi non hanno potuto comprare un biglietto aereo a causa del basso punteggio della loro ‘scheda di credito sociale’.
Il regime cinese ha infatti adottato un sistema di monitoraggio sociale formulato in base a un punteggio di valore dato dal Pcc alla persona in base alla lealtà ai diktat del Partito.

Altri comportamenti ‘pericolsi’, che potrebbero far finire ogni cinese nella lista nera del Pcc e tali da influenzare il proprio credito sociale, includono le azioni più disparate: mettere quattro biciclette elettriche sul marciapiede creando difficoltà per i pedoni, fare dei lavori di abbellimento per la propria casa senza rispettare le norme del partito, trasformare abusivamente il giardino di casa in una stanza aggiuntiva.
I nove milioni di persone a cui il Pcc ha proibito di comprare un biglietto aereo non avevano finito di pagare delle sanzioni amministrative.

Zhang Yong, vice direttore della Commissione per lo sviluppo e la riforma del Pcc (ente responsabile del sistema di punteggio del credito sociale) ha ammesso che il sistema ha dei problemi. Ma i dirigenti del Pcc sostengono che sia necessario creare un sistema di credito per lo sviluppo dell’economia di mercato.

Ma il monitoraggio dei cinesi attraverso questo Grande Fratello del Pcc ha abbondantemente superato il limite delle banche dati per il controllo della solvibilità finanziaria, normalmente utilizzato dalle banche per quantificare il rischio dell’indebitamento.
Bjorn Alpermann, docente all’Università di Würzburg in Germania, ritiene infatti che dal punto di vista del progetto pilota attuale, questo sistema di credito sociale del Pcc abbia superato di gran lunga l’ambito finanziario: in esso rientrano violazioni al codice della strada, il non visitare regolarmente i propri genitori e – naturalmente – i commenti critici nei confronti del governo sui social media.

L’analista di North Square Blue Oak Ltd, Gillem Collingsworth Hamilton, ha scritto sul Financial Times che il sistema di credito sociale del Pcc si occupa principalmente di valutare le opinioni di una persona, e quanto queste siano in linea con i dogmi del partito comunista: questo sistema non serve solo a prelevare i dati privati per ottenere i punteggi di credito, ma anche per qualificare le inclinazioni politiche di tutti i cinesi.

Zhang Yong ha dichiarato che nella prima fase ci sono 44 dipartimenti in tutto il Paese che partecipano alla creazione del database, tra cui il fisco, il ministero dell’Industria e del commercio, le forze dell’ordine e altre 60 società private. Il prossimo passo sarà quello di rafforzare premi e punizioni in base ai crediti.

Sul sito ufficiale di credito/debito sono stati pubblicati tutti i nomi e le informazioni personali dei cosiddetti ‘debitori’: provincie di residenza e foto delle persone sono online, visibili a chiunque, in una forma di umiliante e degradante gogna digitale degna del peggior incubo orwelliano.

Come già per le precedenti critiche rivolte al social media di regime Sina Weibo (che ha ovviamente aderito in pieno al progetto punteggio) questa forma di violazione della privacy e di controllo del pensiero dei cittadini ricorda molto da vicino le prassi in uso durante la Rivoluzione Culturale maoista degli anni 60-70. Anni in cui le Guardie Rosse denunciavano le persone senza valido motivo, e infliggevano pestaggi e umiliazioni pubbliche a chiunque fosse sospettato di non aderire senza riserve e in modo assoluto ai diktat di Mao Tse-tung.

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