Cina e Iran firmano un accordo strategico per contrastare gli Usa

Di Nicole Hao

Il 27 marzo i governi di Cina e Iran hanno siglato un accordo di ‘partenariato strategico’ che dovrebbe durare 25 anni. I due regimi si sono impegnati a collaborare per contrastare la leadership globale degli Stati Uniti, per esempio nell’ambito delle sanzioni statunitensi sul commercio di petrolio tra Teheran a Pechino.

L’accordo riguarda la politica, l’economia e la sicurezza, secondo l’emittente statale cinese Cgtv. Mentre l’agenzia stampa iraniana Tasnim ha riferito che l’accordo include anche il sistema giudiziario, la Difesa, le questioni umane e culturali, oltre a quelle regionali e internazionali. Una bozza dell’accordo, trapelata lo scorso luglio, mostrava che la Cina avrebbe investito nel settore delle telecomunicazioni iraniano, nell’energia nucleare, nei porti, nelle ferrovie, e avrebbe ricevuto una fornitura stabile di petrolio e gas dall’Iran.

Dal canto suo, il governo statunitense ha imposto sanzioni al settore petrolifero iraniano nell’ottobre 2020 per via del suo sostegno alla Forza Quds, un corpo paramilitare e di spionaggio presente nella regione. Tuttavia, la Cina sta continuando a comprare petrolio dall’Iran. L’ambasciatore cinese in Iran Chang Hua ha infatti dichiarato il 5 febbraio che la Cina è l’unico Paese che compra petrolio dalla Repubblica Islamica, e ha promesso che Pechino non cambierà questa politica in futuro.

La testata statale cinese Beijing News ha dato notizia dell’accordo il 28 marzo, affermando: «Cina e Iran hanno gli stessi problemi esterni, ovvero i grandi Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti». L’articolo ha lodato la cooperazione tra Cina e Iran e criticato gli Stati Uniti: «Il mondo ha vissuto grandi cambiamenti, ma gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali vivono ancora nei vecchi sogni».

Oleodotto

Il 25 marzo, il presidente iraniano Rouhani ha dichiarato che il Paese ha iniziato a costruire l’oleodotto Goureh-Jask, che parte dalla provincia sud-occidentale di Bushehr e termina nel porto di Jask, nel sud-est dell’Iran: «L’oleodotto Goureh-Jask comprende mille chilometri di condotti, in modo che una gran parte delle nostre esportazioni di petrolio sarà trasferita dal Golfo Persico al Mare di Oman».

Secondo Tasmin, il budget totale previsto per il progetto dell’oleodotto ammonta a 2 miliardi di dollari. Il 25 giugno 2020, il giorno in cui l’Iran ha avviato il progetto, la televisione di Stato iraniana ha riferito che la capacità di stoccaggio prevista ammonta a 10 milioni di barili di greggio.

Non è chiaro chi stia investendo nell’oleodotto. Rouhani ha dichiarato alla televisione di Stato iraniana nel giugno 2020 che si tratta di una società straniera, ma non ha rivelato alcun dettaglio.

Ad ogni modo, come già sottolineato, per l’ambasciatore cinese Chang, la Cina è l’unico Paese che acquista il petrolio iraniano e che il governo cinese è contrario alle sanzioni statunitensi contro l’Iran.

Relazioni Iran-Cina

L’anno fiscale iraniano inizia a marzo. E la Dogana della Repubblica Islamica ha annunciato il 28 marzo che la Cina è diventata il primo partner commerciale del Paese, sia per le importazioni che per le esportazioni.

La dogana ha dichiarato che l’Iran ha importato 9.761 milioni di dollari di beni dalla Cina nell’ultimo anno fiscale, pari al 25,3% delle importazioni totali. Al contempo, l’Iran ha esportato 8.954 milioni di dollari in beni non petroliferi in Cina, pari al 26% del totale delle esportazioni non petrolifere. La dogana non ha invece menzionato i dati relativi al commercio di petrolio.

Ad ogni modo, il 28 marzo, il presidente del parlamento iraniano Mohammad Baqer Qalibaf ha scritto su Twitter che il piano di cooperazione di 25 anni con la Cina è buono per il regime, e che il Parlamento deve risolvere alcune questioni prima di approvarlo.

L’opposizione in Iran

Tuttavia, negli ultimi giorni, il popolo iraniano ha lanciato su Twitter una campagna denominata ‘No2ChinaIRAccord’ [No all’accordo Cina-Iran, ndt].

Un’immagine con lo slogan «Cina, esci dall’Iran» è ampiamente circolata tra gli utenti iraniani.

«La Repubblica islamica ha trasferito il controllo di molte città e del Golfo Persico al regime cinese solo per la propria sopravvivenza, il che è più vergognoso che vendere il proprio territorio», ha scritto l’utente Kayvan_E. Arani in un post su Twitter del 26 marzo. Per poi aggiungere: «Il regime cinese deve lasciare l’Iran».

Secondo l’emittente statale cinese Cgtv, l’accordo di partenariato strategico Iran-Cina rientra nell’ambito della Belt and Road Initiative (nota in Italia come Nuova Via della Seta).

La Nuova Via della Seta, precedentemente nota come One Belt One Road, è una grande strategia di investimento globale lanciata dal Pcc nel 2013, volta a rafforzare la sua influenza economica e politica in Asia, Europa, Africa e Sud America. Il progetto prevede investimenti in infrastrutture e progetti per lo sfruttamento delle risorse naturali in molti Paesi. È stato criticato dagli Stati Uniti e da altri governi come un esempio di diplomazia della ‘trappola del debito‘, che appesantisce i Paesi in via di sviluppo con un debito insostenibile, permettendo così al regime di esportare la sua tecnologia e governance all’estero.

 

Articolo in inglese: China Signs Economic, Security Agreement With Iran in a Challenge to US



 
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