Cina, giovani donne umiliate pubblicamente per violazione regole Covid

La foto di una donna incatenata nella città cinese di Xuzhou, vittima del traffico di esseri umani, è diventata virale sui social media all’inizio di quest’anno. Ma recentemente due donne sono state legate e umiliate dagli agenti della politica Covid-19 nella città di Guangzhou, nel sud della Cina, per aver violato le rigide regole della pandemia, scatenando un’indignazione pubblica sui social media cinesi

Il 17 novembre, le due donne stavano ritirando il cibo da asporto consegnato da un ristorante e una di loro non indossava la mascherina, cosa che ha causato uno scontro con gli addetti a far rispettare le regole Covid (dei civili, non dei poliziotti) in un posto di blocco della comunità, secondo i media cinesi.

Il dipartimento di polizia locale ha emesso un avviso il giorno successivo, sostenendo che le due 23enni, Wang e Li, avevano tentato di forzare un posto di blocco vicino all’ingresso di una comunità residenziale, ignorando i protocolli della pandemia. Il documento afferma che Li non indossava la mascherina e che il suo codice sanitario era giallo in quanto aveva saltato i test sugli acidi nucleici richiesti dal 30 ottobre. Un codice giallo comporta restrizioni, come il divieto di accedere a determinati spazi pubblici.

Il rapporto sostiene che un gruppo di addetti al controllo ha ripetutamente consigliato a Wang e Li di mettere la mascherina, ma le due donne si sono rifiutate di collaborare. Avrebbero insultato il personale e in seguito sarebbero state «trattenute e controllate».

L’incidente è stato ripreso da un video che mostra due donne che camminano verso un posto di blocco residenziale. La donna in grigio è stata fermata dalla sicurezza perché non indossava la mascherina e ne è seguita una discussione durata diversi minuti.

Due donne legate e umiliate dagli addetti all’applicazione delle norme sul Covid a Guangzhou il 17 novembre 2022 (Screenshot / Youtube)

Il video mostra anche che alcuni spettatori sono intervenuti chiedendo al personale di controllo di dare alla donna una mascherina e di lasciarla andare, ma questi li hanno ignorati. Poi uno degli operatori civili ha improvvisamente afferrato la donna vestita di nero con la mascherina e le ha legato rapidamente braccia e gambe, costringendola a sdraiarsi a terra.

La donna in grigio è stata poi afferrata da due uomini da dietro e gettata a terra, e anche le sue braccia e gambe sono state legate. Si è inginocchiata a terra e ha mantenuto quella postura, guardando dritto davanti a sé.

Abuso di potere

In merito all’incidente, Tang Jingyuan, esperto cinese con sede negli Stati Uniti, ritiene che l’acceso dibattito sui social media cinesi abbia rivelato gravi problemi nelle forze dell’ordine.

Nel suo programma su YouTube del 18 novembre, ha affermato che ci sono due opinioni e sentimenti opposti tra il popolo cinese.

«Una delle donne ha violato le regole pubbliche non indossando la mascherina e le due hanno tentato di uscire con la forza dal posto di blocco. Quindi, prima di tutto hanno violato le regole del Covid; in secondo luogo, hanno insultato il personale. Pertanto, quando sono state sottomesse e legate, [alcuni sostengono che, ndr] è una buona cosa perché se lo meritavano», ha spiegato Tang.

«L’altro punto di vista ritiene che, sebbene le due donne abbiano violato le regole ma non abbiano commesso atti illegali tali da mettere in pericolo il pubblico, il personale della comunità non avesse il diritto di far rispettare la legge o di limitare la libertà personale, né tantomeno di umiliarle in pubblico con la violenza».

Tang ha dichiarato che tra questi due punti di vista, è d’accordo con il secondo.

«Il nocciolo dell’incidente risiede nel potere di applicazione della legge, mentre la violazione delle norme Covid da parte delle donne è di secondaria importanza», ha affermato. «Ma anche quest’ultima argomentazione è incompleta; cioè, agli operatori che eseguono le misure pandemiche in Cina è stato di fatto conferito un notevole potere di applicazione della legge, anche se non esplicitamente. Questo è un problema molto serio».

Tang ha spiegato che la discussione tra le donne e gli addetti al controllo dovrebbe essere trattata come una disputa e un conflitto di lavoro di natura civile.

«Tuttavia, quando il personale ha gettato le due donne a terra con violenza e ha usato strumenti per legarle e trattenerle, in realtà stava usando il potere delle forze dell’ordine per commettere reati».

Tang ha inoltre sottolineato che solo gli agenti delle forze dell’ordine hanno il potere di limitare la libertà personale nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali e il potere di usare la forza per sottomettere e trattenere i sospetti quando necessario.

«Per quanto riguarda il personale per il controllo Covid, per la natura del loro compito, possono solo consigliare o fermare i residenti. In ogni fase del conflitto, gli operatori avrebbero potuto adottare un approccio ragionevole per risolvere il problema, ma hanno scelto di ignorare altre opzioni», ha affermato Tang. «Di fatto, ciò che hanno fatto costituisce una detenzione illegale».

La governance moderna

Il 28 aprile dell’anno scorso il Consiglio di Stato del Pcc ha pubblicato un documento in cui si afferma che per rafforzare e modernizzare le agenzie di base, le autorità centrali hanno deciso di conferire poteri amministrativi e di applicazione della legge ai comuni e ai comitati di quartiere.

«Questo documento può sembrare insignificante, ma è un cambiamento importante nella struttura politica del Partito Comunista Cinese», ha dichiarato Tang.

Nella storia cinese il potere di applicazione della legge non è mai stato delegato al di sotto del livello di contea, spiega Tang. Dopo che il Pcc ha preso il potere nella Cina continentale nel 1949, né le comunità né i comuni avevano poteri amministrativi e punitivi diretti, e la loro funzione era quella di trasmettere le direttive dal livello superiore ai livelli inferiori. Il nuovo documento ha invece dato potere di applicazione della legge ad agenzie di base che non dovrebbero occuparsi di casi legali.

In quanto tale, il livello popolare ha ora il diritto di convocare, arrestare e interrogare i cittadini che rientrano nella sua giurisdizione, ha affermato Tang.

«Si tratta dello stesso concetto di ‘governo autoritario delle masse’ della Rivoluzione culturale, solo sotto la nuova veste di ‘governance moderna’. Questo approccio era in realtà mirato a che il Partito potesse mobilitare un gruppo di cittadini politicamente affidabili alla base della società per eseguire la volontà del Partito stesso».

Oggi, la politica zero-Covid del Pcc deve essere applicata rigorosamente e chiunque sia accusato di «sabotare la prevenzione delle epidemie» può essere sottoposto a punizioni arbitrarie, secondo Tang.

«Le due donne legate e costrette a subire umiliazioni pubbliche sono un esempio di ‘governo autoritario da parte delle masse’, poiché l’attuale controllo della pandemia è anch’essa una rivoluzione che richiede la partecipazione dei civili a livello di base», ha affermato.

«Il vaso di Pandora è stato aperto ed è solo questione di tempo prima che il male al suo interno venga gradualmente liberato».

Articolo in inglese: 2 Women Tied up and Publicly Humiliated for Violating COVID Rules in China’s Guangzhou

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