La Cina chiude almeno 11 regioni per la diffusione del virus del Pcc

Di Jack Phillips

Attualmente il Partito Comunista Cinese sta combattendo contro l’epidemia di Covid-19 a livello nazionale, ed è stato costretto a chiudere almeno 11 regioni. Questo circa due settimane dopo i grandi festeggiamenti di Capodanno a Wuhan, che alcuni esperti ritengono siano stati un atto di propaganda per promuovere il Partito a livello globale, mentre altri Paesi arrancavano difronte alla pandemia.

Il regime ha di fatto smesso di riportare i dati reali relativi al virus del Partito Comunista Cinese (Pcc) già all’inizio dello scorso anno. Inoltre, vari esperti di diritti umani hanno affermato che il disprezzo del Pcc per la vita umana e l’insabbiamento dell’epidemia hanno esacerbato la diffusione del virus in tutto il mondo.

Ad ogni modo, il 18 gennaio il quotidiano statale cinese Global Times ha dichiarato che ora 11 regioni cinesi sono in «lockdown de facto» a causa delle infezioni da coronavirus. L’articolo ha tentato di cavillare sulla definizione di «lockdown», ma ha specificato che i residenti in quelle aree non possono andarsene e che la loro libertà di movimento è limitata. Il giornale riporta che «l’Heilongjiang ha isolato almeno cinque regioni: Zhaodong, Qinggang, il centro della città di Suihua, il distretto di Angangxi a Qiqihar e il distretto di Hulan ad Harbin. I residenti locali sono tenuti a rimanere nelle loro case ed è proibita la circolazione dei veicoli in strada. Anche le strade di uscita e di ingresso sono chiuse».

Nel frattempo, sembra che il Pcc stia dispiegando una campagna di propaganda per scaricare la colpa dei nuovi focolai su Paesi stranieri. Un esempio è quello di Hua Chunying, un portavoce del ministero degli Esteri, che recentemente ha ribadito che sono gli Stati Uniti ad aver creato il virus in un laboratorio.

I media statali stanno anche tentando di attribuire la colpa della diffusione del virus in Cina a del gelato prodotto con materie prime provenienti da Nuova Zelanda e Ucraina. Infatti, un centro locale di controllo delle malattie ha annunciato che il gelato dell’azienda Tianjin Daqiaodao Food Co è risultato positivo al virus.

Tuttavia, le affermazioni dei funzionari sul virus trovato negli alimenti congelati potrebbero essere una tattica per incolpare altri Paesi per la diffusione del virus. A novembre, le autorità del regime hanno affermato che il cibo presumibilmente contaminato da Covid era stato importato da altri Paesi. Ma i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) ritengono che «non ci sono prove» che il cibo congelato possa trasmettere il virus del Pcc. Già l’anno scorso, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sottolineava che non era necessario disinfettare gli imballaggi alimentari.

Alcuni giorni fa le autorità del Pcc hanno trasferito circa 20 mila persone da Shijiazhuang, (capitale della provincia dell’Hebei), in altre aree per la quarantena. Secondo i funzionari l’epidemia si è diffusa anche a Qiqihar, una delle più grandi città della Cina settentrionale nella provincia dell’Heilongjiang.

La nuova ondata dell’epidemia di Covid-19 a Shijiazhuang si è concentrata nel quartiere Zengcun del distretto di Gaocheng, per poi diffondersi anche in altre parti della Cina.

L’11 gennaio, Epoch Times ha appreso che dopo che molti residenti di Zengcun sono stati inviati ai siti di quarantena, e quasi 20 mila persone rimaste nel quartiere sono state urgentemente avvisate dalle autorità locali che sarebbero state trasferite in centri di quarantena fuori città. Inoltre, i documenti governativi trapelati mostrano che i funzionari dell’Hebei si aspettano un aumento dei casi di virus del Pcc, e si stanno quindi preparando per frenarne la diffusione.

Il 14 gennaio I funzionari cinesi nella provincia dell’Heilongjiang hanno comunicato a tutti i 38 milioni di residenti di mettersi in quarantena a casa, ma senza specificare per quanto tempo.

 

Articolo in inglese: China Shuts Down at Least 11 Regions Over CCP Virus Explosion: Officials

 
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