La Cina attacca gli Stati Uniti sul coronavirus

Pechino si unisce a Tehran nell'accusare gli Stati Uniti di aver diffuso globalmente il coronavirus COVID-19

Di James Gorrie

Ora che il mondo è invaso dalla pandemia di Covid-19, il Partito Comunista Cinese sta facendo quello che gli riesce meglio: scaricare le proprie responsabilità su qualcun altro.

La colpa dell’epidemia, ovviamente, è del Partito stesso, e di nessun altro.

Tuttavia, i funzionari del governo cinese hanno speculato apertamente sulla presunta responsabilità degli Stati Uniti, accusando persino l’esercito americano di aver portato il virus in Cina. Mentre nel frattempo altri funzionari continuano a sostenere che all’origine dell’epidemia ci sia il fantomatico mercato di Wuhan.

Una semplice verità

Questa settimana due importanti funzionari cinesi hanno pronunciato parole di sdegno per le affermazioni del consigliere della sicurezza nazionale statunitense Robert O’Brien, il quale ha dichiarato che la tardiva reazione e l’occultamento dell’epidemia da parte del regime cinese «probabilmente ha fatto perdere al mondo due mesi nei quali ci si sarebbe potuti preparare all’epidemia».

Effettivamente O’Brien ha ragione, in quanto è ben documentato che il Partito ha impedito ogni discussione sull’epidemia, che secondo alcune fonti potrebbe essere iniziata già nell’ottobre del 2019. Il regime ha arrestato i medici che cercavano di allertare il Paese, ha censurato internet, e ha ritardato di settimane o mesi l’applicazione delle misure preventive.

Tutti questi fallimenti della leadership del Partito hanno permesso a un’epidemia che poteva essere decisamente contenibile, di espandersi a livello nazionale, e quindi di divenire una pandemia globale. Anche in questo caso, la  serie di eventi in questione è ben documentata.

Che la disinformazione abbia inizio

Nel giro di un giorno il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha risposto su Twitter, in inglese, alle accuse di O’Brien, scrivendo: «Quando c’è stato il paziente 0 negli Usa? Quante persone sono infette? Quali sono i nomi degli ospedali? Potrebbero essere stati gli Usa a portare l’epidemia a Wuhan. Siate trasparenti! Rendete pubblici i vostri dati! Gli Usa ci devono una spiegazione!»

Indubbiamente, una risposta così precisa è stata ordinata e approvata  dai vertici del Partito, che deve aver sentito la necessita di rispondere alle accuse di O’Brien. Inoltre, il tono usato rivela la loro profonda preoccupazione di perdere credibilità di fronte al popolo cinese.

Il popolo cinese è giustamente arrabbiato con il suo governo per le vessazioni subite da medici come Li Wenliang, a cui è stato impedito di avvertire la gente del pericolo all’inizio dell’epidemia. Il dottor Li è stato arrestato, costretto a firmare una falsa confessione, ed è deceduto il 7 febbraio a causa della stessa malattia, che secondo il Pcc non rappresentava una minaccia.

La recente censura del Partito nei confronti del medico Ai Fen che lavora in un centro medico di Wuhan, epicentro della pandemia di Covid-19, ha generato una nuova ondata di rabbia pubblica. Fen è stato censurato per aver ripetutamente affermato che lo Stato ha perso l’opportunità di contenere il virus.

Una massiccia risposta alla censura

Ciononostante, per aggirare la censura del Partito ed esprimere la propria rabbia nei confronti dei provvedimenti tardivi, della disinformazione e della risposta delle autorità, la popolazione cinese sta ricorrendo a soluzioni incredibili, come ad esempio l’uso di caratteri cinesi antichi 3 mila anni.

Nel frattempo, il portavoce del Ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha definito gli Stati Uniiti «immorali e irresponsabili» per aver dichiarato che la risposta tardiva di Pechino all’epidemia di coronavirus ha peggiorato la situazione.

La stampa statale cinese ha attaccato gli Stati Uniti su diversi fronti ideologici, affermando che i valori e la democrazia occidentale sono insufficienti nella lotta al coronavirus; che il razzismo e la disuguaglianza di reddito porteranno a trattamenti iniqui, ecc.

Come se non bastasse, il Global Times ha accusato gli Stati Uniti di aver «politicizzato il virus» allo scopo di ottenere vantaggi nella guerra commerciale e per punire Huawei, oltre ad aver alimentato «sentimenti anti-asiatici» e altre nefandezze.

La teoria cospirativa iraniana

Non sorprende che dopo essere stato travolto dall’epidemia, l’Iran abbia rilanciato la sua propaganda a un nuovo livello.

Il regime ha accusato gli Stati Uniti di aver «scatenato una guerra biologica» contro l’Iran. Si tratta di un’accusa piuttosto grave; perché Teheran è arrivata a tanto? La risposta è semplice: Il governo Iraniano è letteralmente a terra, l’epidemia ha decimato la sua leadership, con circa il 10 per cento dei membri del governo infettati o morenti.

A fronte dei loro stretti legami con la Cina e della loro evidente mancanza di preparazione all’epidemia, l’alto tasso d’infezione avrebbe dovuto essere previsto. Ma la verità non è utile a Teheran. È molto più facile e utile diffondere teorie cospirative.

In questo contesto è certamente ragionevole chiedersi se il recente attacco delle milizie iraniane in Iraq contro i soldati statunitensi e britannici, sia stata una mossa inscenata intenzionalmente per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica iraniana dalla causa dell’alto tasso di infezione da Covid-19.

L’attacco è stato ordito allo scopo di spingere la narrazione secondo cui il virus sarebbe colpa degli Stati Uniti? Questo ci è ignoto, ma con tensioni così elevate come quelle della regione, si tratta in qualunque caso di una mossa molto rischiosa.

Inoltre, questa narrazione spinge il governo iraniano in una morsa politica, poiché l’iraniano medio potrebbe chiedersi: «Come dovrebbe rispondere il nostro governo a un attacco di guerra biologica?»

Teheran ha una risposta a questa domanda? Stanno forse preparando la loro nazione per una risposta più ampia?

Sebbene la propaganda sia per definizione intesa a disinformare e controllare la narrazione pubblica per sostenere il regime al potere, in questo caso è anche provocatoria e pericolosa. Raccontare una bugia così grande da non poter essere ritirata, può spingere i regimi a compiere atti di falsa vendetta per rendere più credibili le proprie menzogne e preservare il potere.

Il problema è che un’escalation delle tensioni potrebbe rapidamente condurre tutti su una strada che sarebbe meglio evitare.

James Gorrie è uno scrittore e relatore che vive nel sud della California. È l’autore di «La crisi della Cina».

Le opinioni espresse in quest’articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: China Goes on Propaganda Offensive

Per saperne di più:

 
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