Cina, ex capo della polizia segreta sotto processo

L’ex capo della polizia segreta del Partito Comunista è stato messo sotto processo. È uno dei tanti casi di procedimenti penali contro gli ex alti funzionari, annuciati prima di un importante meeting del Partito Comunista.

L’agenzia di stampa statale Xinhua riporta che il processo a Li Dongsheng è iniziato nella città costiera di Tianjin il 14 ottobre 2015. Li era a capo dell’Ufficio 610, una sorta di reparto speciale simil-gestapo del Partito Comunista Cinese, creato nel 1999 appositamente per perseguitare e «sradicare» la disciplina spirituale del Falun Gong. Un rapporto della WOIPFG stima che dal 2000 al 2014 il numero delle vittime di questa persecuzione sia stato da 1,5 a 3 milioni. Ma potrebbe essere superiore, perché il documento prende in considerazione solo le vittime dei prelievi forzati di organi, ovvero solo una delle diverse modalità di persecuzione.

Ma l’imputazione per cui Li è sotto processo è abuso di potere, che – in cambio di tangenti – avrebbe esercitato in una serie di cariche ricoperte dal 1996 al 2013. Le mansioni che svolgeva e di cui avrebbe abusato, secondo i documenti ufficiali, includono, tra le altre: il ruolo di ex direttore della Televisione Centrale Cinese portavoce del Partito, l’incarico di membro del gruppo del Partito Comunista nel Ministero di Pubblica Sicurezza e la carica di ex segretario di pubblica sicurezza del Partito.

ABUSO DI POTERE

Li è stato anche membro della Commissione Affari Politici e Legali, che dirige le operazioni delle forze di sicurezza cinesi.

In totale, avrebbe accumulato negli anni quasi 22 milioni di yuan (circa 3 milioni di euro), anche se gli osservatori delle opache politiche cinesi credono che questi numeri siano un eufemismo. In cambio di diverse mazzette, Li, dalla sua carica di alto funzionario, avrebbe ‘incoraggiato’ certe promozioni e fatto una serie di altri favori.

I servizi giornalistici del Partito Comunista hanno colto l’occasione del processo a Li per dipingerlo come un conducente ubriaco e debosciato. Contestare l’integrità morale dei funzionari corrotti fa spesso parte della campagna anti-corruzione del regime, dal momento che i funzionari caduti vengono ritratti come delle aberrazioni rispetto agli elevati standard di disciplina personale imposti dal Partito Comunista.

«Ogni volta che Li Dongsheng apriva bocca, fuoriuscivano cose oscene», ha riferito un collega anonimo di Cctv a Phoenix, un organo di stampa semi-ufficiale. «Beveva molto, e molto spesso guidava in stato di ebbrezza», ha continuato il collega. Era inoltre fiero del suo lavoro presso l’emittente. Possedeva alcune abilità, soprattutto un talento nel «costruire un campo politico» e nel conoscere in che direzione soffiavano i venti politici, secondo quanto riferito da un altro collega.

INCITAMENTO ALL’ODIO

L’incitamento all’odio è stato evidente soprattutto nell’ampio e meticoloso lavoro di propaganda che Li ha condotto nella campagna contro il Falun Gong, in cui la China Central Television ha giocato un ruolo chiave. Li è ritenuto l’ideatore della bufala dell’auto-immolazione in piazza Tiananmen, che ha avuto luogo nel gennaio del 2001. Il lavoro di propaganda di Li nell’attaccare il Falun Gong ha rafforzato il suo legame con la fazione di Jiang Zemin, l’allora capo del Partito comunista cinese, che ha lanciato la persecuzione.

La campagna di Jiang contro la pratica spirituale del Falun Gong ? una disciplina tradizionale di meditazione che aveva attratto dai 70 ai 100 milioni di praticanti in Cina prima della persecuzione ? era in fase di stallo e stava incontrando resistenze tra il pubblico e alcune parti della burocrazia.

Con l’episodio della falsa auto-immolazione, le agenzie di propaganda del Partito comunista hanno tentato di ingannare i cittadini cinesi e il resto del mondo, volendo a tutti i costi dimostrare che un certo numero di praticanti del Falun Gong si erano dati alle fiamme in Piazza Tiananmen. Questo ha dato al Partito la possibilità di rilanciare la campagna.

Freedom House riferisce che «mesi di incessante propaganda sono riusciti a rivoltare l’opinione pubblica contro il gruppo. Nel corso dell’anno successivo, il numero di arresti, persone torturate e decessi di praticanti del Falun Gong a causa degli abusi in custodia, è aumentato in modo drammatico».

Le numerose incongruenze, lo stretto controllo sulla manifestazione, aggiunti all’identità sospetta delle persone coinvolte, hanno portato molti opinionisti a concludere che l’intero episodio è stato architettato per raggiungere lo scopo di fomentare l’odio contro la disciplina spirituale. Philip Pan, un giornalista del Washington Post, ha riferito che una delle partecipanti alla messa in scena «lavorava in un locale notturno e si prostituiva (comportamento non riconosciuto dagli insegnamenti del Falun Gong), e nessuno dei suoi vicini l’aveva mai vista praticare il Falun Gong».

A causa degli estesi controlli sulla televisione, ‘Focus Report’, il programma di Cctv che ha realizzato la storia originale, ha fatto registrare uno dei più alti picchi di audience in Cina. Li Dongsheng ha creato il programma nel 1994, e nel 2001 ha giocato un ruolo fondamentale nella propaganda contro il Falun Gong con un posto nel reparto di propaganda e un ruolo nell’agenzia di censura che supervisionava Cctv.

UNO TRA I TANTI

Tra circa due settimane il Partito Comunista terrà la sua quinta sessione plenaria: un importante incontro politico che si tiene ogni anno. Il periodo che precede tali eventi è solitamente rimpolpato di speculazione politica e mercanteggiamento.

E appena prima della Sessione Plenaria di quest’anno, il leader del partito Xi Jinping sembra intenzionato a svelare le dure punizioni applicate a un certo numero di funzionari che militavano nella rete politica del suo rivale, l’ex capo del Partito Jiang Zemin. Jiang è stato leader del Partito dal 1989 al 2002, anche se ha mantenuto un ampio controllo sulla politica d’elite per tutto il decennio successivo, nominando i suoi compari al vertice del regime. E proprio questa rete politica radicata è stata l’obiettivo principale delle purghe nella campagna condotta dall’attuale leader Xi Jinping, definita formalmente una campagna anti-corruzione.

Gli altri funzionari nel mirino di Xi, prima della riunione, includono Jiang Jiemin, Su Shulin, e Wang Yongchun, tutti ex alti funzionari del lucroso settore petrolifero, nonché fedelissimi dell’abbattuto zar della sicurezza Zhou Yongkang, e di Li Chuncheng, un ex funzionario della sicurezza e vice segretario del Partito di Sichuan. La provincia dello Sichuan è dove Zhou operava come segretario del Partito nei primi anni 2000. Questi funzionari hanno ricevuto pene detentive pesanti, che variano dai 13 ai 20 anni.

Anche Guo Yongxiang, segretario politico di Zhou nel Sichuan, ed ex capo di un’organizzazione letteraria non governativa del Partito Comunista, è stato condannato a 20 anni di carcere per aver accumulato ingenti somme in tangenti.

Articolo in inglese ‘Former Head of Communist Party Secret Police Force Put on Trial in China

 
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