Chi si inginocchierà per i quattro morti al Campidoglio?

Di Gigi Morello

L’autore dell’articolo, Gigi Morello, è nato a a Torino e ha vissuto diversi anni negli Usa. Musicista, didatta e regista televisivo musicale, ha scritto per diverse testate specializzate nel settore musicale. Ha fondato e diretto progetti umanitari no profit e riceve dalla Croce Rossa Italiana encomi per tre diverse iniziative. Ha pubblicato nel 2020 due libri dal titolo ‘Alleanza Anti Casta’ e ‘Illuminismo Illuminato per Tempi Oscuri’, editi da Amazon. Il 4 luglio 2020 ha Fondato ‘Sogno Americano’ il primo Movimento Americanista Italiano.

 

Chi si inginocchierà per i quattro morti al Campidoglio? Probabilmente nessuno. Perché fanno sicuramente meno notizia dei morti cari agli Antifa e ai Black Lives Matter, nonostante anche qui ci sia stata una vittima, una donna, uccisa dalla polizia.

Perché i morti di ieri sarebbero in qualche modo ‘leciti’: è stato un ingresso non autorizzato in Campidoglio in fin dei conti.

Secondo alcuni se la sarebbero cercata.

Ma quelli invece provocati dalle manifestazioni tanto care ai democrats, in aggiunta alla distruzione di opere d’arte e alle vere e proprie guerriglie di strada che abbiamo visto nei precedenti mesi sono catalogati in un modo differente.

Manifestazioni che hanno visto casi di violenza molto gravi, considerato anche che le persone coinvolte in precedenza erano drasticamente inferiori al numero di manifestanti presenti ieri davanti al Campidoglio. Perché quella di ieri è stata una vera e propria manifestazione popolare di massa, centinaia di migliaia di persone unite per spalleggiare il loro presidente. Non si era mai vista prima una cosa simile.

E il discorso di Trump non era nulla che incitasse alla violenza, le sue parole erano nientemeno quello che abbiamo sentito negli ultimi mesi, la sua posizione sulle presunte frodi elettorali non era cosa nuova.

Cosa altro ci si sarebbe potuto aspettare?

E c’era il popolo dietro a quest’uomo, dietro a questo presidente atipico così differente dagli altri che l’hanno preceduto nello studio ovale.

Ma dentro ai pacifici gruppi composti di cittadini che si sono raccolti per manifestare la propria solidarietà a Donald Trump c’erano degli estremisti. È inevitabile in qualsiasi manifestazione. Che essa sia di destra o di sinistra.

È inevitabile che un popolo che protesta perché pensa di avere perso la possibilità di essere rappresentato democraticamente non sia completamente unito in quanto a metodologie di manifestazione. Inevitabilmente qualcosa sfugge di mano, qualche facinoroso inizia ad alzare le mani, qualcuno colpisce di rimando.

Ma questo non avrebbe fatto notizia se Donald J. Trump non avesse fatto un piccolo errore, un piccolo grande errore di metodologia tattica. Sun Tsu non approverebbe.

Perché l’arma delle manifestazioni popolari non coordinate metodologicamente è da sempre uno strumento delle sinistre che lui combatte.

Le sinistre sono da sempre abituate a proporre manifestazioni popolari dove, come in tutte le manifestazioni, esiste sempre una parte estremista.

Ma quello non fa notizia.

Gli scontri narrati dai media delle sinistre vedono sempre la parte ‘violenta’ come una ‘normale concretizzazione della fascia estrema della propria coalizione’. Li condannano scusandoli. Sono arrabbiati, stremati, costretti a liberarsi dagli ingranaggi dello Stato, a volte cercando di smontarlo con delle belle chiavi inglesi in acciaio inox. Poverini.

Perché per loro la violenza in una manifestazione di sinistra è ‘colpa dei fascisti al potere’, mentre quella generata in una manifestazione di destra è colpa di un presidente che ha fatto tutto meno che richiedere al popolo di manifestare violentemente.

Ma secondo loro Trump ha fatto qualcosa di abominevole. Forse perché ha cercato di rubar loro qualcosa che considerano di proprietà esclusiva: la capacità di strumentalizzare una manifestazione popolare rimanendo indenni dalle normali conseguenze di una manifestazione che vede il popolo eterogeneo unito, per difendere i propri diritti, ognuno a suo modo.

Nella diversità metodologica che ogni cittadino considera la forma giusta per affrontare quello che pensa sia un sopruso alla sua libertà.

Quindi non vedremo nessuno inchinarsi per i morti di ieri al Campidoglio.

E vedremo un Trump accusato di avere fomentato il tutto. Forse solamente per essere quello che è: uno dei pochi veri leader che difende la società civile occidentale, un uomo che ha saputo piacere alle masse per la sua genuinità scomoda, per quella componente popolare che rende un uomo qualcuno che non deve essere per forza di sinistra per scendere in piazza, ma che ha fatto l’errore di entrare in un campo di battaglia che la sinistra conosce fin troppo bene.

Anche le manifestazioni popolari sono un’arte. Ma non è l’arte dei repubblicani.

 

Le opinioni espresse in questo articolo rappresentano il punto di vista dell’autore e non riflettono necessariamente quello di Epoch Times.

 
Articoli correlati