Che vuol dire quando la Cina dice di aver eliminato la povertà

Di Sophia Lam

Il 28 settembre, il regime cinese ha pubblicato un libro bianco sull’eliminazione della povertà in Cina, affermando che il leader del Partito Xi Jinping «ha personalmente pianificato, guidato e cercato di costruire una società moderatamente prospera».

Il documento ha fatto seguito agli annunci pubblici di Xi a febbraio e luglio, proclamando che la Cina ha ottenuto «una vittoria completa» nel porre fine alla povertà rurale in Cina e che la società cinese è «universalmente, moderatamente prospera».

A maggio 2020, il premier Li Keqiang [in Cina c’è sia un premier che un capo del Partito Comunista; quest’ultimo conta molto di più, ndr] aveva dichiarato che circa 600 milioni di cittadini cinesi guadagnavano solo circa 140 dollari al mese. E ora Li non ha espresso pubblicamente il suo sostegno alle affermazioni del capo del Partito Xi Jinping.

Nondimeno, in recenti interviste, diversi critici cinesi hanno spiegato a Epoch Times che la situazione della povertà in Cina è ancora molto grave e che la disparità tra ricchi e poveri è notevole.

Dubbi sullo standard di povertà cinese

Liu Yongfu, il direttore dell’Ufficio del gruppo dirigente per l’alleviamento della povertà e lo sviluppo, ha dichiarato in una conferenza stampa il 12 marzo 2020 che la soglia di povertà estrema della Cina è fissata a un reddito annuo pro capite di 533 euro, o 1,46 euro al giorno ai tassi di cambio attuali.

La Banca Mondiale sostiene che la soglia di povertà internazionale sia di 1,64 euro a persona al giorno per le nazioni più povere del mondo. Ci sono due soglie di povertà globali complementari per i Paesi con un reddito pro capite più alto: la soglia di povertà del reddito medio-basso a 2,76€ e la soglia di povertà del reddito medio-alto a 4,74€ a persona al giorno.

Lo standard di povertà di 1,46 euro del Partito Comunista Cinese (Pcc) è del 12% inferiore a quello della soglia di povertà globale.

Oltre al basso reddito giornaliero pro capite, Liu ha affermato che il compito futuro è quello di affrontare le preoccupazioni degli agricoltori a riguardo del cibo e vestiti e garantire loro l’accesso all’istruzione, alle cure mediche e all’alloggio.

Tuttavia, il commentatore di attualità cinese Xing Tianxing ha dichiarato a Epoch Times che il Pcc definisce gli standard di povertà in un modo che inganna le persone: «Dice che ha eliminato la povertà assoluta. Detto questo, c’è ancora povertà in Cina, e il Pcc la chiama povertà relativa. Quindi abbassa lo standard di sollevamento della povertà e dichiara che ora in Cina non c’è povertà».

Martin Raiser, il direttore nazionale della Banca mondiale per la Cina, ha affermato invece che il Pcc probabilmente ha realmente eliminato la povertà assoluta, ma «date le risorse mobilitate, siamo meno sicuri che sia sostenibile o conveniente», ha detto al New York Times il 31 dicembre 2020.

Esperti cinesi: Disparità di ricchezza e povertà creata dal Pcc

Hu Ping, caporedattore onorario di Beijing Spring, una pubblicazione online a favore della democrazia, ha dichiarato all’edizione cinese di Epoch Times che il Pcc sta usando il termine «prosperità moderata» per ingannare le persone.

Secondo Hu, la prosperità della società implicherebbe in teoria che la maggior parte dei cittadini viva in modo dignitoso e che il divario di ricchezza tra ricchi e poveri non sia troppo ampio, ma oggi in Cina c’è una disparità impressionante tra ricchezza e povertà.

Il 28 settembre 2021, il principale funzionario statistico cinese Ning Jizhe ha dichiarato che il coefficiente Gini della Cina per il 2020 era 0,491.

Il coefficiente di Gini, noto anche come indice di Gini, rappresenta il reddito e la disuguaglianza di una nazione o di un gruppo sociale. Un coefficiente Gini zero significa uguaglianza perfetta, cioè che tutte le persone hanno un reddito identico, mentre un coefficiente Gini pari a uno suggerisce una disuguaglianza totale.

Un coefficiente di Gini di 0,4 è una soglia di disuguaglianza inaccettabile, al di sopra della quale vi è un alto livello di disuguaglianza sociale e quindi di volatilità sociale. E quello della Cina, appunto, era di 0,491.

E secondo Hu, è il Pcc stesso la fonte della disparità della Cina tra ricchezza e povertà.

Il Pcc eliminò tutti i ricchi cinesi subito dopo aver preso il potere nel 1949. Trasformò le imprese private in statali e poi le ritrasformò in private durante la fase di apertura e riforma. Ora, sono le famiglie d’élite del Pcc a possederle. Hu ha aggiunto che il Pcc ha adottato uno stretto controllo politico in Cina perché sa che il popolo cinese lo costringerebbe a restituire la ricchezza al popolo se la Cina diventasse un Paese democratico, e questa è la ragione per cui il Pcc non è disposto a chiedere ai suoi funzionari di rivelare il loro patrimonio netto. Chiedere loro di farlo è soprannominato «sovversione del potere statale», conclude Hu.

 

Articolo in inglese:China’s White Paper on Poverty Alleviation Triggers Doubts About the Real Situation

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