Usa: più infiammazioni cardiache del previsto tra i giovani, dopo il vaccino

Di Zachary Stieber

Negli Usa sono stati segnalati oltre 1.200 casi di infiammazione cardiaca tra gli adolescenti e i giovani adulti sottoposti al vaccino contro il Covid di Pfizer e Moderna. Il dato è stato annunciato il 23 giugno dalla massima autorità sanitaria statunitense, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).

Gran parte delle segnalazioni inviate al Vaccine Adverse Event Reporting System, un sistema di segnalazione passivo gestito da due importanti agenzie sanitarie statunitensi, riguardano miocarditi o pericarditi, due tipi di infiammazioni cardiache, sperimentate dopo la seconda dose di un vaccino Covid-19 a Rna messaggero.

Nel dettaglio, dei 1.226 casi di infiammazione cardiaca post-vaccinazione segnalati, 827 riguardano miocardite o pericardite dopo la seconda dose. Altri 267 casi sono stati invece segnalati dopo la prima dose. Mentre il resto delle segnalazioni non specificavano la dose.

In generale, gran parte dei casi riguarda il vaccino Pfizer-BioNTech, mentre una parte minore dei casi si è verificata dopo un’iniezione di Moderna.

Continuando una tendenza già registrata a inizio anno, la maggior parte dei pazienti sono maschi. Circa il 40 per cento ha 29 anni o meno.

Dei 323 casi che soddisfano la definizione di caso stabilita dal Cdc, 309 sono stati ricoverati in ospedale. Tra questi, nove sono ancora attualmente ricoverati.

La percentuale di casi, in base ai dati raccolti dal sistema di segnalazione, è più alta del previsto nei giovani maschi. Per i maschi tra i 12 e i 17 anni, infatti, il numero previsto di infiammazioni cardiache dopo la prima dose, nel giro di 21 giorni, era compreso tra 2 e 21. Mentre l’incidenza osservata è stata di 32 fino all’11 giugno.

Per i maschi tra i 18 e i 24 anni, il numero previsto di casi usando gli stessi parametri era da 3 a 34. L’incidenza osservata è stata di 47.

Dopo la seconda dose, sempre considerando i 21 giorni successivi, il tasso di infiammazioni cardiache osservato è stato molto più alto del previsto nei maschi fino a 39 anni. Ed è stato più alto del previsto anche nelle femmine tra i 12 e i 24 anni.

I dati sono stati presentati dal dott. Tom Shimabukuro, un funzionario del Cdc, durante una riunione del comitato consultivo dell’agenzia per i vaccini.

Durante la stessa riunione, il dottor Matthew Oster, un cardiologo pediatrico del Children’s Healthcare di Atlanta, ha dichiarato già prima che intervenisse Shimabukuro: «Sembra che i vaccini mRNA possano essere un fattore scatenante di miocardite».

Inoltre, la dottoressa Grace Lee, co-presidente del gruppo di lavoro tecnico per la sicurezza del vaccino Covid-19, ha dichiarato più tardi che i dati disponibili fino ad oggi «suggeriscono una probabile associazione tra la miocardite e la vaccinazione mRNA in adolescenti e giovani adulti».

Pfizer e Moderna non hanno risposto alle richieste di commento in tempo per la stesura del presente articolo.

La commissione si è di fatto riunita appositamente per discutere i dati aggiornati sui casi di infiammazione cardiaca post-vaccinazione. Una riunione d’emergenza sull’argomento avrebbe dovuto aver luogo la settimana scorsa, il 19 giugno, ma è stata accorpata alla riunione regolare del 23 giugno per via dell’istituzione di una nuova giornata di festa nazionale negli Stati Uniti, nota come Juneteenth.

Ad ogni modo, gli esperti sostengono che il comitato potrebbe finire per raccomandare a determinate fasce di età di non sottoporsi ai vaccini basati su mRNA, o eventualmente che i giovani ricevono solo una sola dose, non due.

 

Articolo in inglese: CDC Finds More Cases of Heart Inflammation Than Expected in Vaccinated Young Males

 
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