Caso Regeni, la Procura di Roma indaga su 5 ufficiali egiziani

Di Domenico Lusi, Reuters

ROMA  ̶  La Procura di Roma sta indagando su cinque ufficiali egiziani per il loro presunto coinvolgimento nella scomparsa di Giulio Regeni. A renderlo noto è una fonte giudiziaria.

Era il gennaio del 2016 quando Giulio, lo studente italiano di 28 anni dottorando all’Università di Cambridge, è scomparso mentre si trovava al Cairo. Il suo corpo è stato poi rinvenuto quasi una settimana dopo, e l’autopsia ha mostrato come avesse subito torture, prima di morire.

Alla triste vicenda non aveva fatto seguito alcun commento ufficiale da parte delle autorità egiziane, almeno non nell’immediato. A fatti noti, gli egiziani hanno solo ripetutamente negato qualsiasi loro coinvolgimento nell’uccisione.

I cinque sospettati, rende ancora noto la fonte, sono tutti membri dell’Agenzia per la sicurezza nazionale egiziana, e tra loro ci sono un generale, due colonnelli e un maggiore. Sono indagati per il presunto rapimento di Regeni, e nessuno di loro è stato messo direttamente in relazione con l’omicidio stesso.

Regeni era scomparso il 25 gennaio del 2016, data del quinto anniversario dalla Rivoluzione egiziana del 2011, che aveva messo fine al governo trentennale dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak.
Sempre nel 2016, alcuni gruppi per i diritti umani  ̶  come la Commissione egiziana per i diritti e le libertà, e Amnesty International  ̶  facendo notare i segni della tortura sul corpo del ragazzo, hanno suggerito che potesse essere stato ucciso dai servizi di sicurezza dell’Egitto.
Sempre in quel periodo, fonti di intelligence e della sicurezza hanno raccontato a Reuters che la polizia aveva arrestato Regeni fuori la stazione della metropolitana del Cairo, per poi trasferirlo in un complesso gestito dalla sicurezza nazionale egiziana.

Da allora, gli investigatori italiani ed egiziani lavorano assieme per cercare di risolvere il caso, e tengono riunioni a cadenza regolare sia a Roma che al Cairo per condividere le informazioni in loro possesso.

Studi sensibili

Ad ogni modo, delle fonti giudiziarie hanno comunicato a Reuters che il governo italiano si era detto frustrato per la lentezza con la quale procedevano le indagini in Egitto, motivo per il quale ha deciso di portare avanti la propria linea di indagine nel tentativo di smuovere la situazione.

La fonte giudiziaria di Roma ha affermato che tra le persone messe sotto inchiesta il 4 dicembre c’è un colonnello che aveva incontrato i pubblici ministeri italiani durante la loro prima visita al Cairo, nel febbraio 2016. In quell’occasione li aveva assicurati del fatto che le forze di sicurezze locali non avessero nulla a che fare con la scomparsa di Giulio Regeni.

Regeni, per la sua tesi di dottorato, stava portando avanti degli studi sui sindacati indipendenti in Egitto; inoltre, le persone a lui vicine hanno sostenuto che Giulio stesse anche sondando delle possibili alternative al dominio di lunga data dell’economia egiziana da parte dello Stato e dell’esercito: tutti argomenti molto sensibili in Egitto. Il controllo militare sull’economia è infatti un tema raramente affrontato nel Paese, che è governato quasi interamente dai militari sin dallo spodestamento del re Farouk nel 1952.

 

Articolo in inglese: Italy Said to Investigate Five Egyptian Suspects Over Disappearance of Student

 
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