Casa Bianca: i leader del G7 chiedono una revisione dell’Oms

Di Mimi Nguyen Ly

Secondo la Casa Bianca, giovedì 16 aprile i leader del G7 hanno chiesto un controllo approfondito e una riforma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per via della sua «mancanza di trasparenza e cattiva gestione cronica» durante l’epidemia causata dal virus del Pcc (Partito Comunista Cinese).

In un comunicato ufficiale la Casa Bianca ha affermato: «I leader hanno riconosciuto che le nazioni del G7 contribuiscono all’Oms con più di un miliardo di dollari l’anno e gran parte della discussione si è incentrata sulla mancanza di trasparenza e sulla cronica cattiva gestione della pandemia da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I leader hanno chiesto un controllo approfondito e un processo di riforma».

Il presidente Donald Trump giovedì scorso ha presieduto a una videoconferenza con i leader del G7 in cui sono stati esaminati gli sforzi compiuti dai Paesi membri per affrontare insieme il virus del Pcc, noto anche come nuovo coronavirus. Nel loro incontro precedente, risalente al 16 marzo, avevano infatti discusso i piani di recupero per le specifiche aree di «salute, sicurezza e prosperità».

La Casa Bianca ha dichiarato: «I leader del G7 hanno accettato di rimanere impegnati a prendere tutte le misure necessarie per garantire una risposta globale forte e coordinata a questa crisi sanitaria e alla calamità umanitaria ed economica ad essa associata e per avviare una ripresa forte e sostenibile. I leader del G7 hanno anche discusso gli sforzi per mettere in comune le loro ricerche e il loro talento per combattere il Covid-19, condividendo tutti i dati epidemiologici rilevanti e le migliori pratiche emergenti, rendendo disponibili al pubblico i dati e i risultati della ricerca e fornendo accesso alle risorse di supercalcolo più potenti del mondo».

I leader del G7 hanno anche concordato che i loro ministri lavoreranno insieme per preparare tutte le loro economie a riaprire in sicurezza e su una base che permetterà alle loro nazioni di «ristabilire la crescita economica con sistemi sanitari più resistenti e catene di fornitura affidabili».

Martedì 14 aprile Trump ha annunciato che gli Stati Uniti sospenderanno temporaneamente i finanziamenti all’Oms per la gestione della pandemia del virus Pcc. Allo stesso tempo, l’amministrazione riesaminerà la sua risposta alla crisi.

Gli Stati Uniti sono il maggiore singolo finanziatore dell’l’Oms (che ha sede a Ginevra), contribuendo con oltre 400 milioni di dollari nel 2019, pari al 15 percento del suo budget totale. Secondo Trump, la Cina contribuisce invece con appena 40 milioni di dollari annui.

Il processo di verifica richiederà probabilmente 60-90 giorni, ha detto Trump. Il presidente ha affermato inoltre che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha «fallito nel suo compito fondamentale e deve essere ritenuta responsabile» e che l’Oms ha promosso la «disinformazione» della Cina sul coronavirus che probabilmente ha portato ad un’epidemia del virus più ampia di quella che altrimenti si sarebbe verificata.

Trump ha detto chiaramente: «Se l’Oms avesse fatto il suo lavoro per far entrare in Cina esperti medici per valutare obiettivamente la situazione sul campo e per denunciare la mancanza di trasparenza della Cina, l’epidemia avrebbe potuto essere contenuta…con pochissimi morti».

«L’Oms ha più volte ripetuto a pappagallo le affermazioni del governo cinese secondo cui il coronavirus non si stava diffondendo tra gli esseri umani, nonostante gli avvertimenti dei medici e dei funzionari sanitari che dicevano il contrario». Trump ha anche sottolineato che Taiwan aveva contattato l’Oms il 31 dicembre 2019, per allertare l’agenzia delle segnalazioni di trasmissione del virus da uomo a uomo, «ma l’Oms l’ha tenuto nascosto al pubblico».

Parte del mandato dell’Oms è proprio quello di coordinare risposte tempestive contro i potenziali rischi per la salute internazionale.

Il suo attuale capo, il direttore generale Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha costantemente elogiato il regime comunista cinese per la sua risposta al virus del Pcc, nonostante la Cina abbia messo a tacere specialisti, ricercatori medici e informazioni non autorizzate dallo Stato.

Ghebreyesus aveva dichiarato durante un incontro del 28 gennaio con il leader cinese Xi Jinping che l’Oms apprezzava la «serietà con cui la Cina sta gestendo questa epidemia, specialmente l’impegno dei vertici, e la trasparenza che hanno dimostrato, compresa la condivisione dei dati e della sequenza genetica del virus», sperticandosi persino con inappropriati elogi sulla «velocità della Cina nell’identificazione del virus».

Invece di dichiarare un’emergenza globale, l’organizzazione ha raccomandato ai paesi di non vietare i viaggi in Cina e di non imporre restrizioni sui commerci con il Paese. Questo in un momento in cui l’Oms era già a conoscenza di almeno 12 mila 167 casi confermati di virus del Pcc, come anche dei primi 170 decessi confermati attribuiti alla malattia Covid-19.

Ghebreyesus il 20 marzo ha scritto su Twitter: «Ieri per la prima volta, la Cina non ha segnalato nuovi casi di covid19», ripetendo la linea ufficiale del Partito Comunista Cinese, che è stata contestata e sconfessata da innumerevoli cittadini cinesi. Modelli statistici, testimonianze oculari e documenti forniti a Epoch Times hanno dimostrato che le autorità cinesi hanno nascosto la vera portata dell’epidemia a Wuhan e in altre parti della Cina.

I parlamentari americani hanno chiesto le dimissioni di Ghebreyesus in seguito alle accuse secondo cui avrebbe aiutato il Pcc a coprire l’epidemia, e chiedono di accertare quale sia stato il ruolo dell’Oms nella manipolazione delle informazioni sul virus.

 

Articolo in inlgese   G7 Leaders Call for WHO Review, Reform: White House

 
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