Capitalismo comunista – IV

In Cina, nel momento in cui il sistema economico capitalista si è fuso con il comunismo, si è creata un’unica struttura politica ed economica che non corrisponde né al socialismo né al capitalismo democratico. Nel quarto e ultimo articolo della serie, l’autore esamina il funzionamento del ‘capitalismo comunista’ in Cina. Parte III.

Dalla creazione della teoria comunista di Marx, la Cina è stata il primo sistema economico capitalista guidato da un partito comunista: il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha dato il via al proprio regime eliminando il capitalismo, trasformando le proprietà private in proprietà statali, non è stato però in grado di creare un sistema economico socialista di successo e, per questo, per riuscire a estendere il proprio dominio ha dovuto ritornare a essere un sistema capitalista.

Durante la riforma della proprietà privata, funzionari e famiglie a tutti i livelli del Pcc sono diventati imprenditori, proprietari di asset finanziari e di beni immobili. Il processo di accumulazione di beni da parte loro è avvenuto tramite mezzi criminali e nascosti. Di conseguenza, necessitavano del regime e del monopolio governativo sia per proteggere le proprie vite e proprietà che per continuare ad accumulare ricchezze. Pertanto, questi sono gran sostenitori del sistema cinese corrente piuttosto che promotori della democratizzazione.

APPROPRIAZIONE INDEBITA

Come hanno fatto i dirigenti del Pcc a passare da non possedere nulla ad essere ricchissimi in un breve periodo di 20 – 30 anni? Questo è il segreto comunista capitalista, la guida per comprendere il sistema e il futuro delle direzioni politiche dei gruppi di interesse del Pcc. Fondamentalmente, hanno raggiunto questo stato attraverso l’appropriazione indebita di asset pubblici, mantenendo il monopolio delle industrie rilevanti e manovrando le politiche per guadagnare maggiori benefici e preservare il regime autoritario.

Con appropriazione indebita di asset pubblici si intende la presa di possesso diretta da parte della dirigenza del Pcc di piccole e medie imprese statali, e l’ottenimento di azioni gratuite di grosse imprese statali durante il processo di privatizzazione.

Mantenere il monopolio industriale fa riferimento alle grandi imprese statali (finanziarie, energetiche, elettriche, dei trasporti, delle telecomunicazioni, eccetera) nelle quali la dirigenza rossa o i loro figli occupano le posizioni chiave. Alcune di queste imprese figurano fra le 500 migliori società del mondo, provvedono a un grosso ammontare di entrate fiscali per il regime e permettono all’élite del partito di diventare velocemente ricca attraverso l’acquisizione di azioni, le tangenti, le retribuzioni e gli incentivi.

Influenzando e manipolando le decisioni politiche, dirigenza comunista e famiglie erano i primi a partecipare in industrie e progetti, pertanto hanno facilmente guadagnato enormi profitti.

Mantenere il regime autoritario si riferisce al fatto che la dirigenza comunista è estremamente riluttante nei confronti della democratizzazione. La sua speranza è di mantenere in eterno il regime al potere, in modo da avere permanentemente privilegi e benefici illeciti grazie alla protezione del Pcc al governo.

Tutti gli articoli della serie:

CAPITALISTI ROSSI

Quando un gran numero di imprese cinesi e di ricchezze giacciono nelle mani di capitalisti comunisti, l’unico sistema affidabile per la loro protezione non è né l’economia di mercato né lo stato di diritto, ma “la dittatura della classe proletaria”, con la quale si intende la loro permanente dittatura sopra tutti i membri della società.

Questi conoscono chiaramente l’impraticabilità del sistema economico socialista tradizionale, hanno accesso a ricchezze facilmente disponibili rispetto a quelle guadagnate dalle imprese nei Paesi democratici, hanno una posizione politica eccellente senza alcun rivale e sono in grado di prevenire una democratizzazione politica che porterebbe a una liquidazione del sistema politico e economico. Questa è l’essenza del “modello cinese”.

Un coltivatore cinese anziano si trova al di fuori della sua casa su terreni agricoli retrocedrati da un nuovo sviluppo immobiliare a Hebei il 21 novembre 2014. (Kevin Frayer / Getty Images)

Ovviamente, sotto il regime del Pcc, questo capitalismo comunista non si trasformerà spontaneamente in un sistema democratico capitalista. Per lungo tempo, gli studenti occidentali hanno creduto che, dopo la liberalizzazione economica, la dirigenza rossa avrebbe naturalmente abbracciato la democrazia e la libertà. La trasformazione della Cina ha dimostrato che questa idea non è solo ingenua, ma anche sbagliata.

Tuttavia, l’élite comunista è chiara sul fatto che il modello cinese affronta costantemente dei rischi dalle classi basse della società. Pertanto, hanno trasferito gli asset personali ai Paesi occidentali organizzando inoltre l’espatrio delle loro famiglie nel caso risulti necessario. Questo indica che il futuro del “modello cinese” è attualmente in bilico.

LA RIVISITAZIONE DI MARX

Nel 1989, la Friedrich Ebert Foundation, un Ong Tedesca, ha organizzato visite per gli studenti alla casa di Karl Marx a Trier. Qualcuno ha scritto in cinese: «Signor Marx, ci ha veramente danneggiato».

Sembrerebbe che questa affermazione abbia ragione a metà, perché anche il marxismo è stato danneggiato dal modello cinese. Se Marx potesse commentare l’odierno capitalismo comunista, ne sarebbe irritato e soddisfatto allo stesso tempo. Irritato, perché il comunismo ha sposato i propri nemici allo scopo di sopravvivere, e soddisfatto perché ci sono ancora comunismi in giro per il mondo, non importa di che tipo di teorie anti-marxiste si servano. Marx potrebbe sentire di non essere stato totalmente irrilevante.

Anche se rimarrebbe comunque sconcertato da una forte contraddizione. Secondo il suo inquadramento teoretico «le basi economiche determinano la sovrastruttura» e «le forze produttive avanzate inevitabilmente cambiano a ritroso una sovrastruttura». Il modello cinese costringerebbe Marx a rovesciare completamente i propri concetti chiave e di conseguenza anche l’intera ideologia marxista, perché sotto il presente sistema capitalista comunista, la sovrastruttura della «dittatura del proletariato» dipende, di fatto, dalla base economica del capitalismo.

Quindi, la grande domanda rimane su quale sarà il destino di questa vecchia sovrastruttura economica di base. Sarà totalmente eliminata dall’ammasso degli scarti della storia oppure si rivelerà effettivamente una natura “avanzata” che genererà una nuova rivoluzione comunista per sradicare il capitalismo comunista?

In alternativa, al fine di imparare dal modello cinese, Marx potrebbe aver bisogno di aggiornare la sua teoria da «la base economica determina la sovrastruttura» a «la sovrastruttura determina la base economica». Questo aggiornamento, non sarebbe solo una lezione dura da affrontare per Marx perché rappresenterebbe inevitabilmente una crisi ideologica anche per il Pcc.

Un banco rotto è visto in cima a un nastro trasportatore chiuso in una fabbrica chimica abbandonata alla periferia di Pechino il 4 aprile 2016. (Greg Baker / AFP / Getty Images)

Marx è tutt’ora venerato dal Pcc perché la sua teoria legittima ideologicamente sia la privilegiata borghesia rossa che la continuazione sulla strada del modello della “dittatura del proletariato”. La cosa paradossale, è che il modello cinese è esso stesso anti-marxista.

La strategia di sopravvivenza utilizzata dal Pcc è quella di reggere lo stendardo marxista mentre costruisce e consolida un sistema economico capitalista. Il modello cinese è di fatto all’opposto sia del marxismo che della democrazia.

Il dottor Cheng Xiaonong è uno studioso di politiche e economia cinese che vive a New York. Si è laureato alla Renmin University, dove ha conseguito un Master universitario, e alla Princeton University, dove ha conseguito il dottorato in sociologia. In Cina, Cheng era ricercatore politico e assistente dell’ex leader del Pcc Zhao Ziyang (1980-87). Cheng è stato visiting scholar alle università di Gottingen e Princeton e ha contribuito come redattore capo al giornale Modern China Studies. I suoi commenti e articoli appaiono regolarmente nei media cinesi.

 

Articolo in inglese: Capitalism With Chinese Characteristics: Why the Communist Party Has Abandoned Marxism in Deeds But Not In Words

Traduzione di: Davide Fornasiero

 

Per saperne di più:

 
Articoli correlati