Canada, 42 parlamentari: il governo condanni gli atti del Pcc contro il Falun Gong

Di Omid Ghoreishi

Quarantadue parlamentari canadesi esortano il governo a chiedere alla Cina di mettere fine alla persecuzione contro i praticanti del Falun Gong. Chiedono anche che Global Affairs includa una menzione specifica del Falun Gong tra gli altri gruppi perseguitati nel suo documento che descrive le politiche nei confronti della Cina.

In una lettera indirizzata al premier Justin Trudeau e al ministro degli Esteri Mélanie Jolyi, i parlamentari hanno scritto: «Noi, sottoscritti parlamentari, esortiamo il governo a includere esplicitamente il Falun Gong nel China Policy Framework (laddove sono menzionati altri gruppi perseguitati) di Global Affairs Canada, condanniamo il continuo attacco del Pcc a questa fede pacifica e chiediamo la fine della persecuzione in Cina».

Una sezione relativa al China Policy Framework nel «Piano dipartimentale 2022-23» degli affari globali, recita: «Il Canada continuerà a parlare contro la repressione cinese dei popoli uiguri e tibetani e di tutte le minoranze religiose in Cina».

La comunicazione dei parlamentari è arrivata prima del 20 luglio, che ha segnato i 23 anni da quando il Pcc ha lanciato una campagna sistematica e brutale per sradicare il Falun Gong, una pratica spirituale guidata dai principi di verità, compassione e tolleranza.

Nella lettera hanno firmato 32 parlamentari conservatori, due senatori conservatori, cinque parlamentari liberali, la parlamentare dell’Ndp Heather McPherson come dissidente nei confronti della politica per gli affari esteri del suo partito, la parlamentare verde e leader parlamentare del partito Elizabeth May e la senatrice indipendente Kim Pate.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, si è diffuso rapidamente dopo essere stato reso pubblico in Cina nel 1992: dei sondaggi ufficiali del governo stimavano tra i 70 e 100 milioni di persone in tutto il Paese vi aderivano nel 1999. Tuttavia, secondo il Falun Dafa Information Center, le autorità del Pcc, incluso l’allora leader Jiang Zemin, vedevano la popolarità del Falun Gong come una minaccia e il 20 luglio 1999 hanno avviato una vasta campagna di persecuzione per sradicare la pratica.

Da allora, un numero incalcolabile di aderenti è stato ingiustamente imprigionato, con molti torturati a morte e altri fuggiti dal Paese per evitare la persecuzione. Dopo che all’inizio degli anni 2000 sono emerse notizie che il regime era coinvolto nel prelievo forzato di organi dai prigionieri di coscienza del Falun Gong per alimentare il redditizio business dei trapianti di organi in Cina, l’ora defunto ex parlamentare David Kilgour e l’avvocato di Winnipeg David Matas hanno avviato un’indagine sul questione nel 2006. Il loro successivo studio ha corroborato le accuse.

Un tribunale nel Regno Unito presieduto da Sir Geoffrey Nice Qc, che in precedenza aveva guidato l’accusa dell’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic presso il Tribunale penale internazionale, ha concluso nel 2019 che i praticanti del Falun Gong sono una delle principali fonti per rifornire il commercio del prelievo forzato di organi in Cina. Il Tribunale ha esaminato le prove disponibili e ascoltato più di 50 testimoni.

«Le atrocità sono ben documentate da organizzazioni/esperti di diritti umani, come Amnesty International, organi governativi e Nazioni Unite», afferma la lettera dei parlamentari, facendo anche riferimento alla conclusione del tribunale. «Ad esempio, nel giugno 2021, una dichiarazione di 12 relatori speciali delle Nazioni Unite affermava che i relatori erano “estremamente allarmati” da informazioni credibili secondo cui il prelievo forzato di organi prende di mira i praticanti del Falun Gong in detenzione. Ciò segue la risoluzione 343 della Camera degli Stati Uniti, approvata all’unanimità nel 2016, che “esprime preoccupazione per i rapporti persistenti e credibili di espianti di organi – sistematici e sostenuti dallo Stato” in “gran numero” da praticanti del Falun Gong».

La lettera cita un rapporto del 2015 di Freedom House che afferma: «Centinaia di migliaia di aderenti sono stati condannati a campi di lavoro e pene detentive, il che li rende il più grande contingente di prigionieri di coscienza nel Paese. Quasi un decennio prima, il relatore speciale delle Nazioni Unite Manfred Nowak ha riferito che i praticanti del Falun Gong rappresentavano il 66% delle vittime di presunte torture sotto custodia del governo».

Citando uno studio condotto da ricercatori canadesi pubblicato nella rivista Genocide Studies and Prevention, la lettera indica che «gli accademici hanno concluso che l’eradicazione del Falun Gong da parte del Pcc è un genocidio».

La lettera menziona anche il caso della cittadina canadese Qian Sun, che è detenuta in prigione in Cina per la sua fede nel Falun Gong. Aggiunge che 12 familiari di canadesi stanno subendo lo stesso in Cina perché hanno iniziato a praticare il Falun Gong: «Purtroppo, non c’è mai stata una tale disparità tra una crisi umanitaria e il silenzio della comunità internazionale, come quella osservata nella persecuzione del Falun Gong, negli ultimi due decenni, dove esperti di diritti umani e legali affermano che si stanno verificando crimini contro l’umanità. Contiamo sul governo per difendere i diritti umani internazionali di tutti i gruppi perseguitati. In particolare, la comunità di fede del Falun Gong merita una menzione esplicita nell’attuale quadro politico cinese per gli affari globali, in cui è stata esclusa, poiché atti orribili e odio continuano a prenderli di mira in Cina così come qui in Canada. È ora di parlare per loro».

 

Articolo in inglese: 42 Parliamentarians Urge Canadian Government to ‘Condemn the CCP’s Continued Attack’ on Falun Gong

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