Non sentiremo più affermare «questo profumo è per donna» o viceversa «pour homme», perché adesso anche i brand dei profumi si stanno adattando al cambiamento ‘genderless’, ovvero senza l’indicazione di genere: difficile dire se sia una moda passeggera o un vero e proprio paradigma ‘controculturale’ destinato a durare.
Come fa notare Ansa infatti, diverse aziende di profumi presenti a Fragranze, fiera della profumeria artistica a Firenze, da 19-69 ad Atelier Oblique hanno presentato prodotti privi della distinzione di genere.
La tendenza non è nuova dato che già da diversi anni esistono, ad esempio nel settore dell’abbigliamento, prodotti ‘unisex’, ma è innegabile che quella del ‘genderless’ è una tendenza a sé stante e un’impronta caratteristica dei nostri tempi. Una sorta di diktat del mercato e della moda, o del politically correct, al quale molti marchi si stanno allineando, noncuranti persino delle proteste accese delle più note femministe, che ovviamente vedono nella teoria no-gender una minaccia all’identità stessa della donna.
Per altri, la teoria gender sarebbe una conseguenza o diramazione del più ampio e oscuro tema della ‘Cancel culture’, portata avanti dalla sinistra progressista più illiberale, proprio perché andrebbe a scardinare la tradizionale visione e cultura che vede l’uomo e la donna come due figure fondamentali per la generazione e il nutrimento della vita e quindi per l’equilibrio della società, nonché per la prosperità dell’umanità.
E proprio su quest’ultimo punto si sta creando un forte paradosso: le femministe, che notoriamente hanno posizioni più a sinistra, per difendere l’identità della donna si vedono costrette a criticare apertamente una teoria di stampo progressista e ad abbracciare, seppur per ‘mero interesse’, un aspetto basilare della visione conservatrice, secondo cui l’uomo e la donna formano la famiglia.