Blinken avverte: attaccare Taiwan sarebbe un «grave errore» per Pechino

Di Cathy He

Il regime cinese commetterebbe un «grave errore» se attaccasse Taiwan. Questo quanto dichiarato l’11 aprile dal segretario di Stato americano Antony Blinken, il quale ha espresso anche «seria preoccupazione» per le crescenti azioni intimidatorie di Pechino nei confronti dell’isola.

In un’intervista con ‘Meet the Press’ della Nbc, tuttavia, Blinken ha evitato di dichiarare che gli Stati Uniti risponderebbero militarmente se il regime cinese prendesse Taiwan con la forza, affermando di non avere «intenzione di entrare in scenari ipotetici».

«Tutto quello che posso dirvi è che abbiamo un serio impegno affinché Taiwan sia in grado di difendersi», ha dichiarato, riferendosi agli impegni degli Stati Uniti, in base al Taiwan Relations Act, di fornire armi all’isola per la sua autodifesa. «Abbiamo un serio impegno per la pace e la sicurezza nel Pacifico occidentale».

«In questo contesto, sarebbe un grave errore per chiunque cercare di cambiare lo status quo con la forza».

Il regime cinese, che considera l’autogovernata Taiwan come parte del suo territorio, negli ultimi mesi ha intensificato l’aggressione militare verso l’isola, in quello che secondo alcuni analisti è un test per vedere se il governo Biden intraprenderà azioni concrete per rispondere. Di fatto, quest’anno l’esercito cinese ha inviato quasi quotidianamente diversi aerei sopra la zona di identificazione aerea di Taiwan.

Blinken ha anche criticato la gestione della pandemia da parte di Pechino, affermando che il regime «non ha fatto quello che doveva fare». Come risultato di questo «fallimento», il virus «è sfuggito di mano più velocemente» con «risultati molto più nefasti di quanto poteva essere altrimenti».

Il regime cinese «non ha fatto quello che doveva fare, che era, dare immediatamente accesso agli esperti internazionali, condividere immediatamente le informazioni, garantire immediatamente una reale trasparenza».

Di fatto, è anche per le ragioni citate da Blinken che il nuovo coronavirus è stato ribattezzato come virus del Pcc (Partito Comunista Cinese).

Ad ogni modo, il segretario di Stato americano ha dichiarato che attualmente è necessario creare un sistema di sicurezza sanitaria globale più forte per garantire che questo non accada di nuovo: «Questo significa prendere un impegno reale per la trasparenza, la condivisione delle informazioni, l’accesso degli esperti. Significa rafforzare l’Organizzazione Mondiale della Sanità e riformarla in modo che possa farlo. E la Cina deve giocare un ruolo in questo».

Ha anche sottolineato che il mondo deve assolutamente scoprire la vera origine del virus del Pcc «per avere la migliore possibilità di prevenire che accada di nuovo».

Un recente rapporto sulle origini del virus, preparato da un team di scienziati cinesi ed esperti stranieri riuniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha lasciato senza risposta molte domande relative a come il virus abbia iniziato la sua diffusione. Tuttavia, lo studio ha concluso che la possibilità che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio è «estremamente improbabile».

Dopo la sua pubblicazione, gli Stati Uniti e altri 13 Paesi hanno espresso preoccupazioni circa il rapporto, sottolineando il fatto che lo studio è stato «significativamente tardivo ed è mancato l’accesso a dati e ai campioni completi e originali».

È comunque interessante notare che in precedenza Blinken aveva evitato di affermare che il regime cinese dovrebbe essere ritenuto responsabile per come ha gestito l’epidemia.

Durante l’intervista, il segretario di Stato ha inoltre ribadito che gli Stati Uniti devono «unire il mondo nel parlare con una sola voce» per condannare il genocidio del regime cinese contro le minoranze etniche musulmane nella regione dello Xinjiang. Oltre a questo, gli Stati Uniti dovrebbero assicurarsi che le aziende americane non esportino tecnologia che viene utilizzata per aiutare la repressione di Pechino nella regione.

Mentre, rispondendo alle richieste di boicottaggio delle Olimpiadi invernali di Pechino del 2022 per le sue gravi violazioni dei diritti umani, Blinken ha dichiarato che gli Stati Uniti e i suoi alleati non sono attualmente «concentrati» su un boicottaggio.

«Non siamo ancora lì», ha detto Blinken di un possibile boicottaggio tra gli alleati occidentali. «Quello su cui siamo concentrati è parlare, consultarci strettamente con i nostri alleati e partner, ascoltarli, ascoltare le preoccupazioni».

 

Articolo in inglese: Blinken Warns It Would Be ‘Serious Mistake’ for Beijing to Attack Taiwan



 
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