Bitcoin, i ‘future’ del futuro

Il mondo della ‘finanza ufficiale’ guarda al bitcon con sospetto. E alcuni, come Jamie Dimon, Ad di JPMorgan, pensano persino che sia una truffa e che esista solo per i traffici di droga e armi.

Ma la più grande Borsa valori che commercia in derivati, il Chicago Mercantile Exchange (Cme), ha messo fine a queste teorie cospirazionistiche quando ha annunciato il lancio di un contratto future del bitcoin prima della fine dell’anno, di fatto elevando la moneta virtuale al rango di vero e proprio strumento finanziario.

«È un passo molto importante per la storia del bitcoin – ha affermato il presidente emerito del Cme, Leo Melamed, a Reuters – Eserciteremo una vigilanza sul bitcoin: non renderemo il bitcoin selvaggio o più selvaggio di ora. Lo addomesticheremo, facendolo diventare un normale strumento finanziario con delle regole».

Quindi il bitcoin sarà scambiato come un derivato assieme a oro, rame, euro e pancetta di maiale sulla piattaforma elettronica del Cme. I fondi speculativi plaudono, perché ora possono partecipare al movimento dei prezzi del bitcoin senza modificare i propri statuti per adattarli alla complessa compravendita legata ai tradizionali scambi di bitcoin.

Alcuni sostenitori del bitcoin ritengono che i soldi di Wall Street faranno salire i prezzi. Altri, invece, pensano che ora Wall Street sarà capace di manipolare il prezzo in modo da farlo scendere, come secondo molti avrebbe fatto con l’oro.
Ma probabilmente non avverrà nessuna delle due cose. E per capire perché bisogna prima comprendere i meccanismi dei contratti future.

I CONTRATTI FUTURE

Il predecessore del Cme, il Chicago Board of Trade, è stato fondato nel 1848 con l’obiettivo di promuovere «la prosperità della comunità mercantile e commerciale».

I contratti future possono aiutare a questo scopo, fornendo ai produttori la possibilità di vendere la produzione appunto ‘futura’ in ogni momento e assicurarsi un prezzo certo. Per esempio: un contadino che produce frumento, che si aspetta di ottenerne 350 chili in tre mesi ma ha bisogno ora dei soldi per comprare degli strumenti importanti per la produzione, può vendere questi 350 chili non ancora prodotti in anticipo.

Chiaramente i produttori potevano già prima concludere quel tipo di accordi con una controparte, ma le Borse come il Cme hanno standardizzato i contratti e fornito anche delle garanzie in caso una delle parti vada in fallimento.

Se da una parte c’è il produttore, dall’altra c’è o un grossista di frumento che vuole tener fermo un certo prezzo e una certa quantità prima ancora di aver bisogno del prodotto, o degli speculatori che vogliono comprare il frumento sperando di poterlo poi rivendere a prezzi più alti. È importante osservare che una posizione aperta nel mercato dei future può essere creata solo se c’è una posizione lunga (il compratore) e una corta (il venditore), proprio come un qualsiasi altro contratto, che ha bisogno di almeno due parti per essere valido.

Gli speculatori sono lì solo per il profitto, ma comunque forniscono liquidità a produttori e consumatori, e di fatto i prodotti reali vengono commerciati al termine del contratto, se prevedono una consegna fisica, come è nel caso della maggior parte dei contratti legati a beni di consumo. In alcuni casi è anche prevista la possibilità del regolamento in contanti.

Tuttavia, con la finanziarizzazione dell’economia globale, una quantità sempre maggiore di compravendite di future è fatta in valuta straniera e in indici borsistici. La maggior parte di questi ultimi sono dominati dagli speculatori e nessuno di questi scambi avviene con liquidazione fisica perché non è pratico e a volte impossibile.

Quindi, al verificarsi del termine contrattuale compratori e venditori calcolano semplicemente le perdite e i guadagni, e i soldi passano dalla parte che perde a quella che vince. Tutto questo è fatto con la leva derivante dallo scambio, e in questo modo gli speculatori possono controllare numerosi asset senza  dover rischiare ingenti capitali. Tuttavia, una volta che il capitale iniziale viene consumato, lo scambio costringerà il perdente a utilizzare ulteriore capitale o a liquidare la posizione: un processo definito ‘richiesta di margini’.

EFFETTI SUL BITCOIN

Dato che il contratto del bitcoin è regolato in contanti, gli effetti sul bitcoin, positivi o negativi, saranno probabilmente piccoli.

Il sogno di molti possessori di bitcoin – che sperano che i soldi di Wall Street spingeranno il prezzo più in alto – non è altro che un sogno.
Certo, i fondi speculativi e altre grandi istituzioni a cui è permesso di scambiare sul Cme ora possono comprare i future bitcoin per fare speculazione. Ma ‘cartolarizzeranno’ semplicemente il bitcoin l’uno con l’altro sul Cme, anziché andare a comprare il bitcoin in una Borsa come Coinbase.

Alla verificarsi del termine contrattuale, le controparti regoleranno in contanti in base al tasso di riferimento per il bitcoin del Cme, che è costituito dalla media di vari scambi di bitcoin, anche nota come ‘prezzo spot’.

Quindi si potrebbero avere dei fondi speculativi che comprano anche mille miliardi di dollari in bitcoin sul Cme e, dato che ci dev’essere un cartolare corrispondente per ogni contratto di future, nemmeno un singolo bitcoin cambierebbe detentore.

Di fatto, dato che il Cme rende facile la partecipazione di Wall Street nello scommettere sulla crescita del bitcoin o nello speculare sulla sua caduta. Questa mossa probabilmente porterà via risorse dalla vera domanda di acquisto e detenzione. Invece di passare per la complessa procedura di comprare bitcoin in uno scambio, i grandi gestori di moneta possono limitarsi a comprare il contratto future.

Dall’altro lato, la tesi degli scettici, secondo cui Wall Street possa manovrare il prezzo del bitcoin come sostengono abbia fatto con l’oro, è anch’essa fallace per la stessa ragione: se qualcuno vuole far scendere il prezzo dei future venendo corto il bitcoin, ci dev’essere dall’altra parte un compratore. E nonostante grandi quantità di vendita su carta possano far scendere il prezzo del future, questo non sortirà alcuna conseguenza sul prezzo reale, salvo forse della pressione psicologica.

ARBITRAGGIO

C’è una tecnica, tuttavia, che assicurerà che il prezzo dei future e il prezzo di riferimento non saranno troppo scostanti e che porterà alla domanda temporanea del bitcoin sugli scambi reali. Questa tecnica è chiamata arbitraggio.

Si consideri la possibilità che i soldi di Wall Street facciano aumentare il prezzo dei future del 50 per cento sul prezzo spot: uno speculatore potrebbe vendere i future e comprare bitcoin su una Borsa, e poi aspettare che il contratto si liquidi per il prezzo di spot.

Se il prezzo salisse ancora di più, lo speculatore ci guadagnerebbe rispetto a quello che detiene, e ci perderebbe per il suo contratto future. Se il prezzo variasse al ribasso, ci perderebbe su quello che possiede realmente ma ci guadagnerebbe sul contratto future. In entrambi i casi, il suo profitto netto in riferimento a qualsiasi movimento dei prezzi dovrebbe essere zero.

Però, se più persone fanno questo ‘arbitrage trading’, il prezzo dei future dovrebbe abbassarsi, e il prezzo spot alzarsi. Quindi i professionisti dell’arbitraggio vincerebbero su entrambi i fronti. I prezzi dovrebbero convergere in prossimità della data della liquidazione.

Se l’aumento del 50 per cento rimane tale fino a che il contratto non si risolve per il più basso prezzo spot di riferimento, lo speculatore venderà le sue vere holding e vincerà la scommessa sul mercato future (che ha venduto a un prezzo del 50 per cento più alto) intascandosi la differenza.

Ovviamente, l’opportunità di un profitto privo di rischi non permetterà mai alla maggiorazione del prezzo di diventare così grande, e questo esempio, soprattutto, risulterebbe in una domanda temporanea per il bitcoin.
Ma il professionista dell’arbitraggio chiuderà la sua posizione lunga (il bitcoin che detiene su uno scambio) dopo che lo scambio sarà terminato.

La vera domanda che spinge in alto il prezzo nel lungo termine, viene dagli investitori che comprano, tengono e non vendono prima che venga raggiunto il loro obiettivo di prezzo.

Dall’altra parte, però, se i future del Cme vengono scambiati sotto il prezzo di riferimento, allora sorge un incentivo a comprare i future e vendere i bitcoin veri, cosa che chiude ancora una volta il gap.
È possibile vendere allo scoperto il bitcoin sulle principali borse, ma la posizione corta dev’essere coperta alla fine dell’operazione di arbitraggio. È possibile che questo sia un metodo temporaneo che gli speculatori possano usare per spingere in basso il prezzo.

Quindi è lecito aspettarsi alcune manovre strane con i prezzi, sia di spot che di future, dopo il lancio dei contratti Cme. Non che questo sia una novità per chi commercia e detiene bitcoin.

 

Articolo in inglese: The Ins and Outs of Bitcoin Futures Contracts

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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