Biden ribadisce il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi missilistici di Hamas

Di Janita Kan

Sabato il presidente americano Joe Biden ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dell’attuale conflitto tra Israele e il gruppo terroristico islamista Hamas, ormai in corso da oltre una settimana.

Durante la chiamata, Biden ha ribadito il suo forte sostegno al diritto di Israele a difendersi dagli attacchi missilistici di Hamas, sostenuti invece da Teheran e altri gruppi terroristici. Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito sabato che dal 10 maggio Hamas, la Jihad islamica e altri gruppi militanti, hanno lanciato circa 2.300 razzi da Gaza su Israele. Circa mille razzi sarebbero stati intercettati dai sistemi di difesa israeliani, mentre 380 sarebbero stati sparati male e precipitati all’interno della Striscia di Gaza, uccidendo o ferendo i civili del posto.

Israele ha invece condotto oltre mille attacchi, sia aerei che con artiglieria terrestre di precisione, contro Hamas e altri obiettivi militari nella striscia di Gaza, che spesso si trovano in prossimità di uffici o abitazioni civili.

Alla mattinata del 17 maggio, gli scontri hanno causato la morte di almeno 192 persone a Gaza, di cui 58 bambini, e di almeno 10 persone in Israele, tra cui due bambini.

Secondo una trascrizione della telefonata, Biden ha condannato gli «attacchi indiscriminati» dei gruppi terroristici contro Israele e si è detto preoccupato per la «violenza intercomunitaria» registrata nelle comunità ebraico-arabe di Israele.

«Il presidente ha espresso la sua preoccupazione per i violenti scontri in Cisgiordania, e il suo sostegno alle misure per consentire al popolo palestinese di godere della dignità, della sicurezza, della libertà e dell’opportunità economica che merita, sottolineando il suo sostegno per una soluzione a due Stati», ha dichiarato la Casa Bianca. Nondimeno, il presidente americano si è detto preoccupato per la sicurezza e l’incolumità dei giornalisti presenti nella regione. Il commento è arrivato dopo la distruzione mirata di un edificio di 12 piani a Gaza che secondo Israele «conteneva risorse militari appartenenti agli uffici dell’intelligence dell’organizzazione terroristica di Hamas».

L’edificio ospitava anche attività civili, tra cui un ufficio di Associated Press, una sede di Al Jazeera, e altri uffici e appartamenti. Tutti sono stati in grado di evacuare dopo che il proprietario ha ricevuto un preavviso dell’attacco da parte di Israele. L’Idf ha affermato di aver informato i civili per telefono, Sms e lanciando bombe ‘roofknocker‘ per avvertirli dell’operazione.

In una serie di dichiarazioni, le forze di difesa israeliane hanno confermato di aver condotto l’attacco contro l’edificio civile perché era stato trasformato in una roccaforte militare da Hamas. L’edificio sarebbe stato utilizzato per scopi militari come raccolta di informazioni, pianificazione di attacchi, comando e comunicazioni. «L’edificio conteneva uffici di agenzie di stampa civili, che Hamas usa deliberatamente per nascondersi e come scudi umani».

Dal canto suo, Associated Press ha condannato l’attacco, chiedendo che Israele presenti le prove che Hamas stesse operando nell’edificio. «L’ufficio di Ap era in questo edificio da 15 anni», fa notare Lauren Easton, Direttore delle relazioni con la stampa di Ap. «Non abbiamo avuto alcun indizio che Hamas fosse nell’edificio o fosse attivo nell’edificio. Questo è qualcosa che controlliamo attivamente al meglio delle nostre capacità. Non metteremmo mai consapevolmente a rischio i nostri giornalisti».

In seguito, opinionisti e giornalisti hanno ritirato fuori un articolo scritto nel 2014 dall’ex reporter di Ap Matti Friedman, secondo cui i combattenti di Hamas avevano fatto «irruzione nell’ufficio di Ap a Gaza», il quale però non avrebbe riferito dell’accaduto a causa delle minacce. Secondo l’articolo, il personale di Ap ha anche assistito al «lancio di razzi di Hamas proprio accanto al loro ufficio [di Gaza, ndr]».

Ad ogni modo, Hamas ha dichiarato che il suo primo attacco missilistico, quello di lunedì 10 maggio, è stata una risposta a settimane di tensioni su un caso giudiziario per sfrattare diverse famiglie palestinesi a Gerusalemme est, e come rappresaglia per la polizia israeliana che ha risposto ai rivoltosi palestinesi, che secondo l’ufficio di Netanyahu avevano pianificato i disordini vicino alla Moschea della città di Al-Aqsa.

In una conferenza stampa di sabato, Netanyahu ha promesso di rispondere con forza agli attacchi di Hamas verso Israele, definendoli «provocatori». «Diversi israeliani sono stati uccisi. Molti altri sono stati feriti. Voi lo sapete e io lo so, nessun Paese lo tollererebbe. Israele non lo tollererà. Continueremo a rispondere con forza fino a quando la sicurezza del nostro popolo non sarà ripristinata».

Israele e Hamas hanno intrapreso diversi conflitti da quando il gruppo terroristico ha preso il controllo di Gaza nel 2007. Gli attacchi aerei israeliani in rappresaglia di quelli missilistici dei gruppi terroristici di Gaza non sono rari.

La Casa Bianca ha riferito che Biden ha anche parlato con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas «per trasmettere l’impegno degli Stati Uniti a rafforzare il partenariato Usa-Palestina». Il presidente «ha discusso delle attuali tensioni a Gerusalemme e in Cisgiordania e ha espresso il desiderio condiviso che Gerusalemme sia un luogo di pacifica convivenza per persone di ogni fede e provenienza», secondo una trascrizione della chiamata. Ha anche sottolineato la necessità che Hamas smetta di lanciare razzi su Israele.

Infine, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito domenica per discutere la peggiore crisi di violenza israelo-palestinese degli ultimi anni.

 

Articolo in inglese: Biden Reiterates Support for Israel’s Right to Defend Itself From Hamas Missile Attacks



 
Articoli correlati