Bergamo, una città in ginocchio

A Bergamo la situazione è drammatica: le sirene delle ambulanze suonano all’impazzata da giorni, e sia gli ospedali che le pompe funebri hanno ampiamente superato i propri limiti.
Fortunatamente è stato confermato giovedì che entro pochi giorni verrà allestito un primo ospedale da campo, e che sono in arrivo 300 medici da tutta Italia per prestare soccorso nelle zone maggiormente colpite dall’epidemia.

Il 19 marzo, il primario dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, Stefano Fagiuoli, ha diramato su internet un accorato appello internazionale composto da due messaggi principali: «Il primo è per la popolazione: per favore restate a casa», mentre «il secondo è indirizzato a chiunque voglia aiutarci: abbiamo disperato bisogno di medici e infermieri, oltre che di ventilatori e dispositivi di protezione».

Attualmente Bergamo è la provincia italiana maggiormente colpita dal virus del Pcc: i casi di contagio confermati sono 4 mila 645, mentre il numero dei decessi è divenuto ormai difficile da contare. Secondo il Post, al 19 marzo le morti ufficiali causate dal Covid-19 nel bergamasco dovrebbero essere circa 500; tuttavia il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha dichiarato che sono «tantissimi» gli anziani morti in casa senza che venisse loro fatto il tampone, e che quindi non risultano nelle statistiche ufficiali. Una realtà terribile che è stata confermata anche da diversi altri sindaci della regione Lombardia.

Il dato positivo è che nella serata di mercoledì è arrivata – citando le parole del sindaco Giorgio Gori – «la prima vera risposta che Bergamo riceve dalle istituzioni regionali e nazionali». Il sindaco ha infatti confermato che nei prossimi giorni verrà allestito un ospedale da campo all’interno della Fiera di Bergamo, che «darà respiro agli ospedali del nostro territorio». Inoltre nello stesso giorno il premier Conte ha parlato di 300 medici in arrivo da tutta Italia nelle zone maggiormente colpite dal virus. Il sindaco della città ha anche lanciato un appello per chiedere l’aiuto dei medici in pensione da poco tempo e di coloro che lavorano nelle cliniche private, poiché continua ad esserci un disperato bisogno di personale sanitario qualificato.

Il nuovo coronavirus è ormai noto anche come il virus del Pcc, poiché si è diffuso nel mondo dalla citta di Wuhan, dopo che le autorità del Partito Comunista Cinese (Pcc) lo hanno nascosto per circa due mesi agli occhi della comunità internazionale; questo ha consentito quindi il propagarsi del virus negli altri Paesi, compresa l’Italia: il Paese più colpito dopo la Cina. In realtà, secondo gli inattendibili dati diffusi dalle autorità comuniste, l’Italia avrebbe ormai addirittura superato la Cina in quanto a numero di decessi.

Non è ancora chiaro come il virus del Pcc si sia propagato cosi capillarmente nel nord Italia, ma come Epoch Times ha fatto notare in diversi articoli sembra che l’epidemia stia seguendo esattamente il percorso della Nuova Via della Seta. Prima l’Iran, poi l’Italia e ora la Spagna. Le nazioni che negli ultimi anni hanno offerto il loro sostegno all’ambizioso progetto egemonico di Pechino sono quelle che attualmente si trovano nella situazione peggiore in mezzo a questa terribile catastrofe.

Inutile dire che i bergamaschi sono sotto choc; le cerimonie funebri sono tassativamente bandite al fine di evitare ulteriori contagi, e persino lo smaltimento dei corpi è diventato un problema. Hanno fatto il giro del web le immagini catturate dalle finestre dei palazzi nella serata di mercoledì: una lunga colonna di mezzi militari, carichi di bare, ha attraversato il centro della città per trasportare i cadaveri verso i forni crematori di altre regioni, poiché quelli lombardi non riescono più a gestire la situazione.

In questo clima di paura e sofferenza molti politici stanno chiedendo da giorni misure più restrittive al governo, che impongano la chiusura di tutte le attività economiche salvo quelle strettamente indispensabili. Ma, come non mancano di sottolineare sindaci e medici, ciò di cui c’è maggior bisogno attualmente sono ventilatori, dispositivi di protezione e personale sanitario.

 
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