Barr accusato di aver frenato le indagini sulle elezioni 2020. Lui nega

Di Zachary Stieber

L’ex procuratore generale degli Stati Uniti William Barr ha rifiutato l’accusa di aver fatto pressioni su un procuratore federale affinché non perseguisse un’indagine per frode elettorale.

William McSwain, che è stato procuratore in Pennsylvania dal 2018 fino a gennaio, ha dichiarato che voleva indagare a fondo sulle accuse di brogli elettorali del 2020, ma Barr lo avrebbe ostacolato: «mi ha incaricato di non rilasciare dichiarazioni pubbliche o comunicati stampa su possibili irregolarità elettorali».

Barr avrebbe anche ordinato a McSwain di «trasmettere le accuse gravi al procuratore generale dello Stato della Pennsylvania Josh Shapiro per le indagini: lo stesso procuratore generale che aveva già dichiarato che lei non potesse vincere»

Barr, che è stato per diversi anni il massimo funzionario di giustizia nel governo del presidente Donald Trump, ha negato le accuse in interviste con diverse agenzie di stampa: «Chiunque affermi che io abbia ordinato di non indagare sulle accuse di frode elettorale, è falso. È semplicemente falso».

Barr ha affermato che l’accusa di McSwain «sembrava essere stata fatta per aggraziarsi il presidente Trump e ottenere il suo sostegno nella prevista candidatura a governatore di McSwain». Barr ammette di aver sentito parlare della lettera prima che fosse pubblicata e di aver chiamato McSwain per parlarne, il quale gli ha comunicato che non avrebbe potuto vincere un’elezione se Trump lo avesse attaccato.

Il 13 luglio McSwain ha confermato la sua lettera che è stata inviata a Trump il mese scorso e resa pubblica questa settimana: «Ho una reputazione di onestà che è irreprensibile per tutta la vita. Se Bill Barr vuole correre al Washington Post per lamentarsi del fatto che dico la verità, va bene, non mi dà fastidio», ha scritto McSwain in un tweet. «Ho cose più importanti di cui preoccuparmi, che dei sentimenti di Bill Barr. Sono preoccupato per il futuro della Pubblica Amministrazione e del nostro Paese. Abbiamo bisogno di un cambiamento nella nostra politica. Disperatamente. E arriverà nel 2022».

Il botta e risposta arriva circa nove mesi dopo che Barr, in un’intervista con l’Associated Press alla fine del 2020, aveva dichiarato: «Non abbiamo visto frodi su una scala tale da poter influenzare un risultato diverso nelle elezioni».

All’epoca, Trump e i funzionari della sua campagna avevano accusato l’agenzia di Barr di non aver indagato sulle diffuse denunce di frode. «Non hanno guardato molto, il che è una delusione, ad essere onesti», disse Trump. In seguito un portavoce del Dipartimento di Giustizia aveva cercato di chiarire cosa intendesse Barr quando alcuni organi di stampa avevano affermato che il Dipartimento avesse ormai concluso le indagini senza aver riscontrato irregolarità nelle elezioni: «Non è quello che ha riportato l’Associated Press né quello che ha affermato il procuratore generale. Il Dipartimento continuerà a ricevere e perseguire vigorosamente tutte le accuse di frode specifiche e credibili il più rapidamente possibile».

Il Dipartimento di Giustizia non ha ancora risposto alle domande di Epoch Times sulle indagini sulle frodi. Il presidente Joe Biden questa settimana ha definito le elezioni del 2020 «le più controllate» della storia e ha criticato i repubblicani negli Stati in bilico per i loro sforzi per modificare le leggi sul voto, che secondo il governo repubblicano rafforzeranno l’integrità delle elezioni, mentre per i democratici renderanno il voto meno agevole.

 

Articolo in inglese:Barr Denies Allegation He Pressured US Attorney Not to Investigate Possible Voter Fraud

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