Ucciso in carcere per una Bibbia. Storia di un ex gangster cinese convertito

In Cina il regime comunista rivendica l’autorità su tutti i gruppi religiosi e spirituali, e una scelta controcorrente può costare la vita. Come nel caso di un ex capo-banda cinese, che non è morto per difendere i suoi complici, ma la sua Bibbia: Huang Chuanchan stava scontando l’ergastolo per omicidio, quando un giorno si era convertito al cristianesimo.

Questa storia è stata raccontata da Li Jianfeng, un ex giudice cinese, anche lui cristiano, che recentemente ha ottenuto asilo in Canada. Il 14 febbraio Li ha parlato della morte di Huang alla conferenza del Core Value Guardian, un’organizzazione canadese gestita da cinesi espatriati in Canada che credono e praticano liberamente la propria religione.

Huang è morto nel febbraio 2013, dopo essere stato picchiato duramente dalle guardie carcerarie. Tutto era cominciato qualche mese prima quando, durante un’ispezione, i secondini gli avevano scoperto una copia della Bibbia. Dapprima gli avevano ordinato di consegnarla, ma Huang si era rifiutato; otto guardie l’avevano allora picchiato, provocandogli uno stato di shock. Il personale penitenziario aveva poi inviato Huang in un ospedale locale, dove era morto qualche mese dopo, all’età di 36 anni. La conclusione del rapporto dei due medici legali, è stata decesso per «morte improvvisa a seguito di infarto», sebbene in precedenza avessero ammesso che Huang era stato picchiato a morte.

DA BOSS DEL CRIMINE A CRISTIANO

Huang era un boss del crimine con una serie d’attività che si estendevano a tutta la provincia del Fujian, quando improvvisamente un giorno era stato incarcerato per omicidio. Secondo Li, che ha scritto un articolo che commemorava Huang, la polizia si era inventata l’accusa.

E proprio in carcere Huang si era convertito al cristianesimo. Qui, assieme ad altri detenuti predicava gli insegnamenti della Bibbia; erano riusciti a procurarsi una radio e ascoltavano Voice of America, Radio Free Asia o Sound of Hope Radio, tre stazioni radiofoniche che in Cina sono proibite per il loro contenuto. Inoltre, lo studio della Bibbia era vietato in carcere e i trasgressori rischiavano l’estensione della pena.

Quando Huang è morto, la famiglia non ha creduto all’autopsia e ha sottoposto questa questione alle autorità carcerarie. Zhang Fafu, un compagno detenuto che ha assistito alla morte di Huang, ha scritto la sua testimonianza con tanto d’informazioni personali, firmandola con un’impronta digitale rossa.

Storie come quella di Huang potrebbero essere comuni in Cina, dal momento che il Partito Comunista impone il suo controllo su tutti i gruppi religiosi e spirituali; solamente cinque religioni sono legali, tra cui le chiese protestanti e cattoliche. I cristiani indipendenti, come Li e Huang, sono invece vittime di repressione e diffamazione poiché non praticano secondo il diktat del Partito.

Infine, alla conferenza del Core Value Guardian, Li Jianfeng ha messo in guardia le persone sulle tattiche di propaganda che il Partito utilizza per diffamare i suoi avversari, compresi i cristiani e i praticanti del Falun Gong (una pratica spirituale di scuola buddista che viene perseguitata dal 1999). Li ha consigliato alle persone perseguitate per le loro credenze, di ignorare semplicemente la propaganda ufficiale senza darle ascolto.

      Per saperne di più:


Articolo in inglese: ‘Triad Boss-Turned-Christian Beaten to Death in Chinese Prison for Hiding Bible, Says Asylee

 
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