Ancora silenzio sui bambini avvelenati dal latte alla melamina

Il 16 giugno scorso ha segnato per la Cina il decimo anniversario dello scandalo del latte in polvere contaminato dalla melamina. Infatti, dal 2008 questa sostanza chimica è stata causa di malattie in centinaia di migliaia di bambini e, in almeno sei casi, ne ha causato la morte. Ma, dopo un decennio, le autorità cinesi continuano a censurare ogni notizia riguardante questo scandalo, con l’intento di cancellarlo dalla memoria della gente.

Jiang Yalin fa parte dell’Ong Kidney Stone Babies, e ha una figlia di undici anni affetta da calcoli renali provocati da latte contaminato da melamina. L’Organizzazione è stata fondata nel 2008, per aiutare i genitori a presentare delle istanze al fine di ottenere un risarcimento per i danni alla salute subiti dai figli.  Jiang Yalin ha spiegato a Radio Free Asia come il governo cinese controlli strettamente tutte le questioni riguardanti questo caso. E, recentemente, ha scritto sul social WeChat che aveva programmato di commemorare il decimo anniversario con un viaggio a Hong Kong, per portare la figlia a Disneyland. Ma, arrivata a Guangzhou, sul confine meridionale del Paese, è stata arrestata dalla polizia di Jinhua, sua città natale, che si trova a Est della Cina.
Yalin racconta: «I poliziotti mi hanno detto che la mia visita a Hong Kong ha spaventato le autorità governative di Jinhua e anche i funzionari della Commissione affari politici e giuridici della città. Gli agenti sono stati mandati in aereo fino a Guangzhou per inseguirmi».

La Commissione affari politici e giuridici è un organo di sicurezza, di cui si è servito per anni il regime dittatoriale cinese per reprimere i dissidenti. Tuttavia, il potere politico di questa agenzia è stato indebolito dall’attuale dirigente Xi Jinping, che ha rimosso il capo della Commissione dal Comitato permanente del Politburo – il più potente organo di governo del Partito Comunista Cinese.

Jiang Yalin ha confidato inoltre che la sua famiglia continua a sostenere spese notevoli per curare la figlia, che soffre di dolori cronici ai reni: «In questi ultimi dieci anni, mia figlia non ha ricevuto alcun indennizzo [economico] né alcuna promessa di cure mediche». E ha spiegato che, nonostante il sistema sanitario copra una parte delle spese mediche, le autorità non hanno creato un fondo a sostegno delle vittime del latte contaminato.

Anzi, il governo cinese ha ridotto al silenzio numerosi genitori, in particolare Zhao Lianhai, fondatore del Kidney St one Babies, il cui figlio si è ammalato nel 2008: infatti, nel 2010 è stato condannato a due anni e mezzo di prigione per aver «disturbato l’ordine sociale», organizzando una riunione di genitori e rilasciando interviste ai media.

Secondo Radio Free Asia diverse famiglie, esauste e indignate dalle esperienze vissute con le autorità, e vista la guarigione dei loro bambini, hanno smesso di battersi per ottenere giustizia e un risarcimento. Uno dei genitori ha spiegato all’emittente che, nonostante gli sforzi durati sei anni per chiedere giustizia, le autorità governative non hanno mai risposto. Ha inoltre precisato che, ancora oggi, diffida della qualità del latte in polvere prodotto nel Paese, e nutre il secondo figlio con il latte che si fa spedire direttamente dall’Australia.

Del resto, è ormai noto nel mondo, in particolare in Australia, Giappone, Hong Kong e Germania, il fenomeno di cinesi che vanno all’estero e saccheggiano gli scaffali dei negozi che vendono latte in polvere per neonati.

 

Articolo in inglese: 10 Years After China’s Tainted Milk Scandal, Victims Continue to Be Silenced

Traduzione di Francesca Saba

 
Articoli correlati