Anche se il socialismo funzionasse, sarebbe comunque immorale

Secondo Justin Haskins, sostenitore dello Stopping Socialism Project presso l’Heartland Institute, il socialismo è inseparabile dalla tirannia, e sarebbe immorale anche se funzionasse dal punto di vista economico.
Haskins è autore del libro Socialism Is Evil, in cui cerca di spiegare i problemi morali che il socialismo porta a qualunque società lo adotti. 

Per sua natura, afferma lo scrittore, il socialismo calpesta le credenze e i valori individuali, ma spesso viene analizzato meramente da una prospettiva economica e storica e non da una prospettiva morale: «Una delle cose che abbiamo scoperto è che quando si inizia a parlare alle persone del socialismo, si cerca di dire per esempio: “Guarda all’Unione Sovietica e alla Cina, guarda allo Zimbabwe e al Venezuela, guarda in tutti i luoghi in cui ha fallito”». Tuttavia, le persone spesso rispondono sostenendo che la loro visione del socialismo sia diversa, oppure spesso credono davvero di sapere come applicare il socialismo in un modo migliore, o sostengono che i numerosi esempi di fallimento siano stati causati da cattivi leader e non dal sistema stesso. 

Proprio questa stessa logica ha permesso al socialismo di perpetuare i suoi cicli di distruzione, ripetendo sempre la stessa storia. Perciò Haskins, nel tentativo di chiarire la verità a coloro che credono nel socialismo, è partito dal loro punto di vista, arrivando a dimostrare il salto di logica che compie chi vi si affida: descrive infatti come funzionerebbe il socialismo se messo pratica in maniera integrale e spiega l’impatto che avrebbero le regole da esso proposte.

Qui di seguito sono accennati alcuni temi affrontati dall’autore, che afferma: «Anche se funzionasse, e non funziona mai, ma anche se potesse funzionare, ci sarebbero tutti questi problemi morali. Ed è così che abbiamo iniziato a concentrarci sull’idea che il socialismo è malvagio».

L’oligarchia socialista

Una delle principali preoccupazioni di molte persone che credono nel socialismo è la centralizzazione del potere nelle grandi società o corporazioni. Tuttavia, anche se il socialismo mira a «impadronirsi dei mezzi di produzione», esso non elimina le grandi imprese o le fabbriche, ma mette semplicemente queste istituzioni sotto il controllo del governo e nega alla persona media la possibilità di produrre o commerciare. Il socialismo infatti rappresenta la cosiddetta «dittatura del proletariato», o quello che Lenin chiamava il «monopolio capitalista di Stato».

Allo stesso tempo però, molti dei problemi che il mondo vede ora con le grandi corporazioni e i monopoli, provengono invece proprio da politiche interventiste e dai sussidi governativi, entrambi parte del concetto di socialismo. Regolamentazioni rigorose eliminano le medie imprese e i sussidi statali creano eccedenze che fanno abbassare i prezzi e fallire le piccole imprese. È per questi motivi, insieme ad altri, che anche quando il socialismo è messo in pratica in maniera leggera, porta comunque all’oligarchia.

I socialisti, che si rifanno a Karl Marx, ultimamente concentrano le loro battaglie e discussioni su temi attinenti a come la società stia dando troppo potere a piccoli gruppi: «Bernie Sanders [esponente del Partito Democratico Americano, che si qualifica come socialista democratico, ndt] parla continuamente del fatto che la ricchezza è concentrata nelle mani di questo piccolo gruppo di persone». 

Tuttavia, l’autore del libro fa notare che il socialismo non si sbarazza di questo problema: si limita a centralizzare il potere in un altro piccolo gruppo e, inevitabilmente, dà a esso ancora più potere sulla vita degli altri, rispetto a quello posseduto dalle grandi società nel sistema capitalista: «La loro soluzione è quella di togliere il potere ai vecchi Jeff Bezos e Bill Gates, e a persone dello stesso calibro, e metterlo nelle mani del governo, che è un altro gruppo relativamente piccolo di persone in cui stanno centralizzando tutto il potere […] Tutto quello che stanno facendo nelle loro menti è prendere un piccolo gruppo di persone e scambiarlo con un altro piccolo gruppo di persone».

Eppure c’è una differenza chiave tra la centralizzazione del potere nel mondo imprenditoriale e la centralizzazione del potere nel governo. Il peggio che le grandi aziende come Amazon possono fare ad una persona per punirla, spiega Haskins, è annullare il suo abbonamento, ma cosa può fare il governo, invece? «Il governo può buttarti in prigione. Il governo può toglierti i diritti. Il governo può tassarti, prenderti di mira e farti ogni tipo di cose terribili».

E la storia ha dimostrato che il socialismo ha questa caratteristica: il dominio distruttivo sulla volontà individuale e la volontà di uccidere o imprigionare chiunque resista.

Haskins continua: «Cosa è peggio? Avere un po’ di ricchezza controllata da un gruppo relativamente piccolo di persone, ma avere tutte le altre libertà, o avere una situazione in cui il governo è responsabile di tutto e controlla ogni cosa? Che è essenzialmente ciò che tutti loro chiedono». 

Una finta carità

Molte persone che credono nel socialismo lo scambiano per una forma di carità, senza considerare che le sue azioni per impadronirsi della ricchezza altrui non funzionano senza la minaccia e l’uso della forza.

Haskins fa notare infatti che a molte persone viene detto che il socialismo rappresenta la lotta contro i grandi poteri, «quando in realtà è l’opposto di quello che dice di essere. Esso stesso rappresenta quel grande potere centralizzato». 

«Penso che per tanta gente, il socialismo sia fondamentalmente, nella loro mente, carità». Molti di quelli che hanno queste idee arrivano addirittura a pensare che coloro che si oppongono al loro sistema (socialista) siano persone senza cuore, che non si preoccupano di aiutare i poveri. «Ma», spiega lo studioso, «affinché ci sia vera ​​carità, ci deve essere una scelta volontaria. Devo poter scegliere di aiutare queste persone. Ma non ho alcuna scelta sotto questo sistema attuale. Il modo in cui funziona è che entrano, mi tolgono i soldi, decidono cosa fare con i miei soldi; decidono loro chi aiutare e la maggior parte [dei soldi, ndr] finisce per entrare nella burocrazia, e si perde e finisce per non aiutare nessuno, comunque. Quindi non è carità. È sempre coercizione e manipolazione e non importa di che tipo, non importa come è strutturata, è questo e nient’altro».

Haskins ha tenuto a precisare che egli stesso sostiene l’idea della carità e crede nell’aiutare le persone bisognose, ma il socialismo elimina anche questa scelta, perché le tasse elevate vengono prelevate automaticamente, per sovvenzionare l’inefficace burocrazia del socialismo stesso.

Il mal citato «modello nordico»

Tra i principali punti di discussione usati dai leader socialisti di oggi c’è il preteso «modello nordico»; eppure questa narrazione si basa su falsità.

«Molte persone sono state convinte che i Paesi scandinavi siano delle piccole e perfette utopie socialiste», afferma Haskins. Questo esempio viene spesso citato dai socialisti per contrastare i fatti dei numerosi sistemi di socialismo che hanno portato al collasso economico, alla schiavitù dello Stato, alla fame di massa e al democidio.

«Ne possiamo parlare tutto il giorno…di tutti i fallimenti, ma poi la sinistra cita questi cinque o più Paesi relativamente piccoli che esistono in una parte del mondo che praticamente nessuno ha mai visitato; nessuno sa veramente qualcosa di questi Paesi, ma li chiamano Paesi socialisti». Tuttavia, questi presunti Paesi socialisti mantengono economie di libero mercato e molti leader in questi Paesi continuano a cercare di spiegare che il proprio Paese non è socialista.

In effetti, nelle classifiche della libertà mondiale, i Paesi scandinavi si collocano vicino agli Stati Uniti ogni anno, molti hanno meno burocrazia rispetto agli Stati Uniti, alcuni offrono la scelta della scuola e alcuni avevano aliquote d’imposta sulla società civile addirittura inferiori rispetto agli Stati Uniti, fino a che anche il presidente Trump ha adottato politiche fiscali simili.

Spiega Haskins: «Hanno budget bilanciati. Hanno un fondo sovrano da migliaia di miliardi di dollari in Norvegia, che hanno ottenuto dalla trivellazione petrolifera. Vi sembra quello che propone il moderno Partito Democratico in questo momento? Budget bilanciati, meno burocrazia, con mille miliardi di dollari piazzati in banca? Voglio dire, certo che no!».

Per molti di questi Paesi, la prosperità è arrivata prima che iniziassero a introdurre politiche socialiste, e quelli che hanno introdotto politiche socialiste hanno già visto che non funzionano e hanno iniziato a ritirarle: «In realtà hanno invertito molte delle politiche che hanno iniziato a mettere in atto 40-50 anni fa circa, e una volta che hanno iniziato a invertire quelle politiche, le loro economie hanno iniziato a migliorare di nuovo».

Alla luce di ciò, quando i sostenitori del socialismo usano il «modello nordico» come punto di discussione, usano «una menzogna», e inoltre le politiche socialiste (o sociali) che i Paesi scandinavi hanno adottato sono molto simili a tutte quelle che quasi tutti i Paesi del mondo hanno scelto; tuttavia, vengono utilizzate per promuovere forme di socialismo più complete, che il modello nordico non rappresenta affatto.

La questione morale

A tutto questo si aggiunge qualcosa di ancora più profondo dei problemi del socialismo, che va al di là dei punti di discussione superficiali e di quello che il socialismo significa in pratica, ovvero che il socialismo «è un sistema altamente immorale; e la ragione di questo è principalmente che nel socialismo non si può avere libertà di coscienza o libertà di religione. È impossibile».

Haskins ha infatti fatto notare che gli scritti socialisti chiariscono molto bene le loro intenzioni di eliminare la società religiosa e morale, perché «se si ha una società collettivista in cui le decisioni vengono prese dal collettivo […] non si hanno opzioni».

Per esempio nell’ambito dell’assistenza sanitaria a pagamento unico, se il collettivo decide che desidera sostenere cose come l’aborto, le persone i cui valori si oppongono al finanziamento dell’aborto saranno costrette a violare i loro valori: «Lo stesso vale per quasi tutto il resto. Qualsiasi cosa sia condivisa con la società». Quando si tratta di agricoltura, che è storicamente un’area molto importante da controllare per il socialismo, persone come gli indù, che si oppongono all’uccisione di mucche, o i vegetariani, che si oppongono all’uccisione di animali, possono essere costretti a finanziare politiche che violano i loro valori, se il collettivo decide su questo.

Se persone come i musulmani si oppongono al consumo di alcol, possono essere costrette a finanziare la produzione di alcol; e se le persone decidono che si rifiuteranno di pagare o si rifiuteranno di partecipare ai programmi socialisti che violano i loro valori, allora il collettivo socialista li costringerà o li perseguiterà. Questo treno di eventi si è ripetuto varie volte nella Storia, sotto i vari sistemi della tirannia socialista.

Costringendo le persone a partecipare a vari programmi che violano le loro credenze religiose e i loro valori personali, il socialismo si oppone alla tolleranza e alla diversità.

Haskins ha osservato infine che il socialismo è stato provato in quasi tutte le parti del mondo negli ultimi 100 anni e continua a fallire: «Se avesse potuto funzionare, avrebbe dovuto funzionare, ormai. Più di 167 milioni di persone sono state esiliate, imprigionate o uccise dai partiti socialisti e comunisti negli ultimi 100 anni, in tutti i continenti in cui vi sono esseri umani. C’è una ragione per questo, ma stiamo vedendo questa stessa tirannia spuntare di nuovo».

Eppure, anche mettendo da parte la sua storia di fallimenti, «anche se in qualche modo magicamente potessimo sfidare tutta la Storia e la logica e far funzionare questo sistema, sarebbe comunque altamente immorale. Si starebbero ancora imponendo le proprie convinzioni su quelle degli altri. Si starebbe ancora forzando altre persone a violare le loro convinzioni etiche profondamente radicate, siano esse religiose o meno. E questa è una parte essenziale di qualsiasi modello socialista. Deve essere così. Non si può aggirarlo, perché aggirarlo significherebbe che ci sono scelte. Non si possono avere scelte e un modello socialista insieme: questo è il punto».

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni di Epoch Times.

Articolo in inglese  Socialism Is Inherently Evil, Says Justin Haskins of the Heartland Institute

 
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