Ambasciatore russo: le sanzioni danneggiano l’Italia

Le sanzioni economiche imposte alla Russia da parte dell’Unione europea vanno di traverso all’Italia. Lo sostiene l’ambasciatore russo a Roma, facendo eco alle lamentele del mondo imprenditoriale tricolore, in una intervista all’agenzia Ria Novosti. Una voce che arriva a pochi giorni dal vertice di pace in Ucraina che metterà di fronte Russia e Ucraina.

Sergei Razov, in Italia dal maggio 2013, ha parlato esplicitamente di come sia le cerchie del business che quelle della politica condividano la solita impressione: la necessità di cancellare le misure restrittive al commercio nei confronti di Mosca. «Gli imprenditori italiani mi dicono spesso che le sanzioni imposte al nostro Paese vanno contro gli interessi nazionali dell’Italia», sostiene Razov, che sottolinea come il buon senso, «tipico nel mondo degli affari, alla fine prevarrà sulla politica».

Politica che si riunirà a Minsk, mercoledì prossimo, per un incontro tra Angela Merkel, Francois Hollande, Vladimir Putin e il leader ucraino Petro Poroshenko. Potrebbe essere una delle ultime opportunità per la comunità internazionale di arrivare a una soluzione per gestire il conflitto tra le forze armate di Kiev e i ribelli filorussi che da un anno circa sta infiammando l’Europa orientale.

La Ue è «aperta al dialogo con Mosca», è la visione del ministro degli esteri europeo Federica Mogherini, che ieri in conferenza stampa a Bruxelles ha ricordato che le relazioni con la Russia sono improntate «a una partnership per la prosperità e la sicurezza […] Le porte dell’Ue restano aperte al dialogo, ma non possiamo mettere in discussione i nostri principi internazionali e i nostri valori».

Lo stop alle esportazioni di prodotti europei verso la Russia, iniziato nell’agosto 2014, ha colpito l’Italia soprattutto nel settore agrogalimentare con ortofrutta, vino e formaggi in pole position. Secondo Coldiretti il danno è di almeno 1,25 miliardi, con le esportazioni crollate dell’11,6 per cento rispetto all’anno precedente, secondo le stime pubblicate pochi giorni addietro.

«Nell’agroalimentare si sommano anche i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy», precisa Coldiretti, parlando di un boom nella produzione locale di prodotti italiani fasulli, come «la mozzarella “Casa Italia”, l’insalata “Buona Italia” , la Robiola “Unagrande”».

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