Estate, tempo di allergie: attenzione alle insidie nascoste nella frutta e verdura

Anche in estate è viva la paura per le allergie. Non bastano i tipici raffreddori da fieno o rinite allergica primaverile per chi è allergico al polline. Adesso bisogna anche dare una speciale attenzione a frutta e verdura fresche. E proprio in estate, quando fa più piacere mangiarla.

Secondo Marina Russello, esperta in allergologia e immunologa dell’ospedale Sant’Anna di Como, «c’é una grossa similitudine fra i pollini vegetali e gli alimenti. Per cui il soggetto che ha la rinite deve fare attenzione anche alla frutta e alla verdura. Diciamo che è una cosa allergologicamente abbastanza semplice, però non è così facile da spiegare. Chi ha queste allergie non deve seguire la regola di eliminare completamente frutta e verdura. Però in base alle manifestazioni del suo corpo e ai suoi sintomi deve fare attenzione alla propria alimentazione in modo da accorgersi quale cibo può andare meglio e quale meno bene».

Come spiega l’allergologa, esistono allergeni nei vegetali e allergeni nella frutta: «Il sistema immunitario riconosce entrambi gli allergeni simili, causando quindi una reazione allergica negli individui sensibilizzati ai pollini. Tipico esempio sono le Profiline, allergeni presenti in tutto il mondo vegetale e causa di ‘cross-reattività’ fra pollini e vegetali».

Quali sono, allora, le soluzioni? Un rimedio efficace potrebbe essere per esempio, sottoporre a una veloce cottura frutta e verdura? Oppure spremere del succo di limone sugli alimenti con sospetta reazione allergica? Per la Russello non è sempre così semplice: «I frutti contengono anche proteine, che non vengono alterate né dalla cottura né dalla digestione gastrica e pertanto possono causare gravi reazioni, anche anafilattiche, al soggetto che a tali proteine è sensibilizzato. Un esempio caratteristico, soprattutto nella popolazione mediterranea, è l’allergia alla pesca».

Per la dottoressa, quindi, la soluzione migliore è di sensibilizzare il paziente, e l’unico modo per farlo è di sottoporrlo a un quadro diagnostico corretto in centri specializzati. Cosa molto importante, se si considerano il livello di stress e sforzo di volontà connessi al rinunciare a certi alimenti.

 

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