Aggiornamenti Usa 2020, Esito incerto delle elezioni, tra riconteggi e azioni legali

Aggiornato alle 10.00 del 17 novembre 2020

Il 3 novembre gli americani hanno votato per eleggere il loro prossimo presidente. Tuttavia, al 17 novembre gran parte dei risultati non sono ancora stati certificati dalle autorità competenti (la vittoria di Biden è stata una proclamazione dei giornali e di Biden stesso dopo l’esito parziale degli spogli), anche perché sono in corso riconteggi e contestazioni legali negli Stati che decideranno l’esito delle elezioni.

Epoch Times continuerà ad aggiornare questo articolo con le ultime informazioni disponibili sullo stato delle elezioni presidenziali americane del 2020.

L’edizione americana di Epoch Times ha già annunciato che non dichiarerà un vincitore delle elezioni fino a quando tutti i risultati non saranno definitivi e le contestazioni legali non verranno risolte. Gli ultimi aggiornamenti sono riportati di seguito.

Punti chiave sullo stato della corsa alla presidenza degli Stati Uniti:

  • Sono state avviate contestazioni legali in Pennsylvania, Arizona e Michigan.
  • La campagna Trump ha richiesto un riconteggio parziale in Wisconsin.
  • Lo Stato della Georgia sta effettuando un riconteggio dei voti.

Panoramica delle azioni legali e dei riconteggi

Pennsylvania

9 novembre 2020: Gli avvocati della campagna Trump hanno intentato una causa presso un tribunale federale per ottenere un’ingiunzione che impedisca allo Stato di certificare i risultati delle elezioni generali del 2020, sostenendo che i funzionari delle elezioni statali hanno «gestito male il processo elettorale» e che il processo di scrutinio è stato «avvolto nella segretezza». Donald J. Trump For President, Inc. v. Boockvar (4:20-cv-02078)

6 novembre 2020: Il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Samuel Alito ha emesso un’ordinanza temporanea che impone alla Pennsylvania di separare le schede di voto arrivate dopo il giorno delle elezioni.

5 novembre 2020: La campagna Trump ha avviato un procedimento legale contro il Consiglio Elettorale della Contea di Philadelphia per chiedere un’ingiunzione d’emergenza e fermare il conteggio dei voti a Philadelphia. Aggiornamento: Un giudice federale ha respinto la richiesta della campagna Trump il 5 novembre stesso.

5 novembre 2020: Gli avvocati della campagna Trump hanno fatto causa al Consiglio elettorale della contea di Montgomery per fermare il conteggio delle schede elettorali non conformi ai requisiti richiesti. La campagna sostiene che i funzionari elettorali stavano contando anche le schede elettorali arrivate in buste dove mancava la firma, l’indirizzo dell’elettore o la data. La campagna ha identificato 600 schede, al momento della querela, che non soddisfacevano tali requisiti. Il caso è in corso.

4 novembre 2020: La campagna Trump ha avviato un’azione legale in Pennsylvania per fermare lo scrutinio delle schede di voto fino a quando non verrà garantito agli osservatori repubblicani un accesso adeguato alle operazioni di scrutinio. Aggiornamento: il 5 novembre una corte d’appello della Pennsylvania si è pronunciata in favore della campagna Trump. Mentre i funzionari elettorali dello Stato hanno fatto appello alla Corte Suprema dello Stato. Il 9 novembre, la Corte suprema dello Stato ha dichiarato che ascolterà il ricorso dei funzionari elettorali. Il caso è pendente.

4 novembre 2020: Lo staff della campagna Trump ha avviato un’ azione legale per imporre al Segretario del Commonwealth della Pennsylvania Kathy Boockvar e a 67 contee di rispettare la scadenza precedentemente stabilità per quanto riguarda l’accettazione dei dati di identificazione mancanti sulle schede elettorali inviate per posta. Boockvar ha infatti pubblicato una guida elettorale che ha prorogato di tre giorni la scadenza del 9 novembre, si legge nel documento dell’accusa (pdf). Aggiornamento: Il 5 novembre, un giudice della Pennsylvania ha ordinato a tutte le contee di separare le schede per corrispondenza che tra il 10 e il 12 novembre mancavano ancora dei dati per l’identificazione. Queste schede non devono essere contate fino alla deliberà del tribunale. Aggiornamento: Il 12 novembre, il giudice ha ordinato allo Stato di non contare le schede separate, e ha stabilito che Boockvar «mancava dell’autorità statutaria» per cambiare le linee guida e modificare la scadenza.

Wisconsin

13 novembre 2020: È stata presentata una causa indipendente in Wisconsin che richiede l’esclusione dei risultati elettorali di tre delle contee dello Stato, sostenendo che ci sono “prove sufficienti che sono stati contati voti illegali”. La causa, intentata da tre elettori, chiede al tribunale di invalidare e bloccare la certificazione dei risultati elettorali. Il caso è pendente. Citazione: Langenhorst v. Pecore (1:20-cv-01701).
Aggiornamento: 16 novembre 2020, i querelanti della causa Langenhorst v. Pecore hanno chiesto volontariamente di archiviare la causa e il giudice ha chiuso il caso.

4 novembre 2020: La campagna Trump ha chiesto un riconteggio in Wisconsin. Aggiornamento: Justin Clark, vice responsabile della campagna di Trump, ha annunciato il 7 novembre che sarà il suo team ad avviare il riconteggio.

Georgia

14 novembre 2020: Lin Wood, un avvocato della campagna di rielezione di Trump, ha citato in giudizio il Segretario di Stato e i funzionari elettorali della Georgia nel tentativo di fermare la certificazione dei risultati elettorali, sostenendo che le modifiche non costituzionali dei regolamenti elettorali da parte dei funzionari statali potrebbero essere motivo di invalidità del voto per corrispondenza nelle elezioni del 2020. Il caso è pendente. Docket: Wood contro Raffensperger (1:20-cv-04651)

13 novembre 2020: Il più grande riconteggio manuale di schede nella storia degli Stati Uniti è iniziato in Georgia. Il segretario di Stato ha incaricato i funzionari della contea di completare la verifica entro le 23:59 del 18 novembre. La scadenza per la certificazione dei risultati da parte dello Stato è il 20 novembre. La campagna Trump sta mettendo in discussione il processo di riconteggio perché non include la corrispondenza delle firme.

6 novembre 2020: Il Segretario di Stato della Georgia ha annunciato che lo Stato avrà un riconteggio. Aggiornamento: L’11 novembre, il segretario di Stato della Georgia ha annunciato che lo Stato effettuerà un riconteggio manuale dei voti.

4 novembre 2020: La campagna Trump e il Partito Repubblicano della Georgia hanno intentato una causa in Georgia sostenendo che i voti per corrispondenza siano stati impropriamente accettati anche dopo la scadenza imposta dallo Stato. Aggiornamento: Un giudice della Georgia ha respinto l’azione legale il 5 novembre.

Arizona

13 novembre 2020: Il Partito Repubblicano dell’Arizona ha intentato una causa (pdf) contro Adrian Fontes, responsabile delle operazioni di scrutinio della contea di Maricopa, e contro altri funzionari dell’Arizona. I repubblicani chiedono che i dovuti controlli manuali delle operazioni di scrutinio vengano effettuate dai distretti, piuttosto che dai cosiddetti ‘centri di voto’. Di fatto, in base alle direttive del Segretario di Stato, i funzionari elettorali sono tenuti ad effettuare un certo numero di conteggi manuali di verifica su base distrettuale, dopo ogni elezione generale. Per le elezioni del 2020, la contea di Maricopa ha istituito ‘centri di voto’ in tutta la contea, piuttosto che ripartire gli elettori nei seggi elettorali dei loro distretti, come era prassi nelle elezioni passate. La differenza tra i centri di voto e i seggi elettorali distrettuali è che i centri di voto sono molti di meno. I repubblicani dello Stato, quindi, chiedono che le dovute verifiche manuali degli scrutini siano effettuate dai distretti piuttosto che dai centri di voto. Il caso è pendente. Docket: Arizona Republican Party v Adrian Fontes et al (CV2020-014553)

7 novembre 2020: La campagna Trump e il Comitato nazionale repubblicano (Rnc) hanno avviato una causa per una serie di voti respinti nella Contea di Maricopa. L’azione legale sostiene che dei voti espressi in presenza siano stati scartati a causa delle indicazioni inappropriate fornite dal personale del seggio elettorale.

5 novembre 2020: La campagna Trump e la Rnc hanno chiesto a un giudice dell’Arizona di farli partecipare ad un’azione legale secondo cui l’attrezzatura per la tabulazione dei voti nella città di Phoenix non è stata in grado di registrare una scheda elettorale compilata con un pennarello indelebile. Aggiornamento: Gli avvocati che hanno avviato il procedimento hanno riferito alla corte il 7 novembre che stanno ritirando l’azione legale.

Nevada

5 novembre 2020: La campagna Trump sostiene due casi in Nevada per la modifica della procedura di verifica delle firme sulle schede elettorali per corrispondenza, e per garantire l’accesso ai rappresentanti di lista repubblicani nella contea di Clark. Aggiornamento: Il 6 novembre, un giudice federale ha respinto la richiesta di un’ingiunzione preliminare o di un ordinanza restrittiva temporanea per bloccare l’uso della macchina per la verifica delle firme. Il caso è pendente, ma il conteggio in Nevada terminerà presto. Da allora non sono state intraprese altre azioni nel caso. Docket: Stokke contro Cegavske (2:20-cv-02046)

Michigan

10 novembre 2020: La campagna Trump ha citato in giudizio presso una corte federale il Segretario di Stato del Michigan Jocelyn Benson e altri funzionari, sostenendo che nella contea di Wayne le irregolarità elettorali sono state pervasive. La causa mira anche ad accertare l’accuratezza del conteggio dei voti da parte dei sistemi elettronici e dei software utilizzati nello Stato, a seguito delle recenti segnalazioni di malfunzionamento del software. Il caso è in corso. Docket: Donald J. Trump for President, Inc. v. Benson (1:20-cv-01083)

9 novembre 2020: È stata intentata una causa presso la Wayne County Circuit Court per frode elettorale nelle procedure di conteggio dei voti. La causa sostiene che i funzionari elettorali della contea hanno permesso varie frodi nelle procedure di conteggio dei voti, tra cui il fatto di dire agli scrutatori di retrodatare le schede dei voti per corrispondenza e di non verificare le firme sulle schede. Diversi testimoni hanno presentato affidavit (giuramenti scritti) che attestano presunte frodi elettorali. I querelanti chiedono un’ordinanza restrittiva temporanea sul conteggio dei voti. Il caso è in corso. Aggiornamento: Il 13 novembre, il giudice ha respinto le richieste presentate nella mozione dei ricorrenti. Il caso è pendente. Docket: 20-014780-AW

4 novembre 2020: La campagna Trump ha intentato una causa in Michigan per fermare lo scrutinio dei voti fino a quando non verrà garantito ai rappresentanti di lista repubblicani un accesso adeguato alle operazioni di scrutinio. Aggiornamento: Un giudice del Michigan ha respinto la richiesta della campagna Trump il 5 novembre 2020. Aggiornamento: il 6 novembre la campagna Trump ha presentato una mozione per chiedere alla Corte d’appello dello Stato di rivedere il caso. Il 9 novembre la Corte d’Appello del Michigan ha inviato una lettera alla campagna per chiedere i documenti mancanti.


Panoramica parziale delle inchieste in corso sulle presunte irregolarità elettorali

Georgia

Problemi con il software utilizzato nei seggi elettorali: Lo scrutinio dei voti si è protratto a lungo nella contea di Gwinnett e ha richiesto quasi una settimana per essere completato a causa di numerosi malfunzionamenti del software utilizzato nel sistema elettorale statale, che è sviluppato da una società privata con sede a Denver, la Dominion Voting Systems. Alice O’Lenick, membro repubblicano del Comitato per le elezioni e la registrazione degli elettori, ha dichiarato che si è trattato di problemi persistenti, ed ha aggiunto che la sua «fiducia nel sistema Dominion è diminuita».

Kay Stimson, vice presidente delle relazioni governative di Dominion Voting Systems, ha parlato al Washington Times della questione: «Non c’è alcuna prova di un problema del software di sistema […] La mia comprensione è che il sistema si è bloccato in alcuni momenti dell’elaborazione delle schede elettorali aggiudicate a causa di un problema di configurazione della postazione di lavoro. I nostri tecnici hanno lavorato con la contea per risolvere il problema, e i funzionari elettorali hanno provveduto a riassegnare i voti entro il giorno successivo».

Ad ogni modo, pare che i sistemi della Dominion siano utilizzati in 28 Stati, compresi diversi ‘swing state’ (ovvero gli Stati in bilico, dove il divario tra i due candidati è piuttosto ridotto).

Michigan

Problemi con il software utilizzato nei seggi elettorali: Il 7 novembre i repubblicani del Michigan hanno dichiarato al Washington Examiner che stanno ampliando la loro indagine sulla Dominion, dopo che la scorsa settimana si è scoperto che il software della Contea di Antrim aveva erroneamente assegnato 6 mila voti al candidato democratico Joe Biden invece che al presidente Donald Trump. Il presidente del Partito Repubblicano del Michigan, Laura Cox, ha riferito che 47 contee del Michigan hanno utilizzato il software della Dominion proprio come ha fatto la contea di Antrim. Mentre il segretario di Stato del Michigan, Jocelyn Benson, ha contestato alcune delle affermazioni dei repubblicani, attribuendo il problema a un errore umano.

Irregolarità elettorali: I parlamentari del Michigan stanno indagando su diverse accuse di irregolarità elettorali nello Stato. Un comitato congiunto del Senato e della Camera, guidato dal Partito repubblicano, si è riunito il 7 novembre per una sessione d’emergenza in cui hanno votato per emettere mandati di comparizione per i funzionari elettorali e avere accesso ai documenti sul processo elettorale dello Stato.

Wisconsin

Revisione del processo elettorale: Il 6 novembre Robin Vos, presidente dell’Assemblea del Wisconsin, ha chiesto al Comitato per le campagne elettorali e le elezioni dell’Assemblea, e al suo presidente, di «verificare immediatamente come sono state gestite le elezioni», citando le preoccupazioni relative ai voti per corrispondenza e ai brogli elettorali.


Accuse di brogli elettorali

Il 10 novembre, il procuratore generale William Barr ha autorizzato il Dipartimento di Giustizia a indagare su «accuse sostanziali» di «irregolarità nelle votazioni e nella tabulazione dei voti prima della certificazione delle elezioni».

Michigan

In una causa intentata il 9 novembre, numerosi testimoni hanno depositato dichiarazioni giurate (pdf) che denunciano casi di presunti brogli e di comportamenti inappropriati da parte dei funzionari elettorali. La causa sostiene che gli scrutatori sono stati istruiti a ignorare le discrepanze tra le firme, a retrodatare i voti per corrispondenza arrivati in ritardo, e ad accettare i voti senza valutarne accuratamente la validità.

Voti per corrispondenza retrodatati

Jessy Jacob, un’operatrice elettorale della città di Detroit, ha attestato di essere stata istruita a retrodatare i voti arrivati per posta e a non cercare eventuali motivi di irregolarità. Ha anche affermato che le è stato detto di non chiedere un documento di identità agli elettori che si presentavano a votare di persona.

Nella suo affidavit (dichiarazione giurata), Jacob afferma: «il 4 novembre 2020, mi è stato ordinato di retrodatare in modo irregolare la data di ricezione dei voti per corrispondenza che non erano presenti [nei registri elettorali (Qvf)] come se fossero state ricevute il 3 novembre 2020 o prima. Mi è stato chiesto di modificare le informazioni contenute nel Qvf per dimostrare falsamente che i voti per corrispondenza erano arrivati in tempo per essere considerati validi. Ritengo che questo sia stato fatto per migliaia di schede».

Istruzioni agli elettori

Jacob ha anche affermato di avere ripetutamente assistito a scene di operatori elettorali che istruivano o incoraggiavano gli elettori a votare in favore del candidato democratico Joe Biden e del Partito Democratico.

Di seguito parte della sua testimonianza: «Ho osservato direttamente, su base giornaliera, gli scrutatori e gli impiegati della città di Detroit che istruivano e cercavano di convincere gli elettori a votare per Joe Biden e per il Partito Democratico. Ho visto questi scrutatori e impiegati incoraggiare gli elettori a votare i democratici. Ho visto questi scrutatori e impiegati che si recavano alle cabine elettorali con gli elettori per vederli votare e istruirli su chi votare».

Migliaia di voti arrivati fuori tempo massimo

Il rappresentante di lista repubblicano Andrew Sitto ha dichiarato nel suo affidavit di aver assistito all’arrivo di decine di migliaia di schede di voto non sigillate e non custodite, in veicoli con targhe di altri Stati americani; il tutto sarebbe avvenuto nella Contea Wayne del Michigan alle 4.30 del mattino dopo il giorno delle elezioni.

«Alle 4.30 circa, decine di migliaia di schede sono state portate e disposte su otto lunghi tavoli. A differenza delle altre schede, queste scatole sono state portate dentro dal retro della sala – ha detto Sitto – I voti arrivati intorno alle 4.30 sono stati sottoposti alle procedure consuete, ma ho notato che ogni scheda che ho potuto vedere era a favore di Joe Biden».

«Durante lo scrutinio di questi nuovi voti, ho sentito gli scrutatori dire almeno cinque o sei volte che tutti i voti erano per Joe Biden. Tutti i voti conteggiati che ho sentito e osservato erano per Joe Biden».

Sitto ha detto che il funzionario elettorale ha successivamente oscurato le finestre della stanza in cui si trovava con del cartone e si è rifiutato di farlo rientrare dopo che se n’era andato per una pausa.

Conteggio dei voti di ‘persone sconosciute o non certificate’.

Il rappresentante di lista Robert Cushman ha dichiarato nel suo affidavit (dichiarazione giurata) di essere stato testimone di alcune migliaia di voti per posta arrivati in buste che riportavano nomi non presenti né nel Qvf (Qualified Voter File), né nelle liste suppletive degli elettori registrati poco prima dell’Election Day.

«Ho visto gli operatori informatici di diversi seggi aggiungere manualmente i nomi e gli indirizzi di queste migliaia di schede al sistema Qvf – ha dichiarato Cushman – Quando ho chiesto quale fosse la possibile giustificazione per contare le schede di ‘persone sconosciute e non certificate’, mi è stato risposto dai supervisori elettorali che l’Ufficio Elettorale della Contea di Wayne le aveva ‘controllate’».

Cushman ha contestato il processo di scrutinio di quei voti e ha notato che il personale del seggio ha aggiunto la data di nascita di tutti questi presunti elettori impostandola al 1/1/1900.

«Quando ho domandato chiarimenti sull’improbabilità che ognuno di questi elettori fosse nato nel 1900, mi è stato detto che era la direttiva che arrivava dall’Ufficio Elettorale della contea di Wayne – afferma Cushman – Sono rimasto sorpreso e deluso dalla sovrabbondanza di disonestà, irregolarità e tattiche fraudolente alle elezioni del 3 novembre 2020 presso il TCF Center».

L’edizione americana di Epoch Times ha avanzato una richiesta di commento agli impiegati della contea di Wayne e della città di Detroit. In risposta, David Fink, capo dell’ufficio legale della città di Detroit, ha comunicato a Epoch Times che la causa solleva «accuse infondate, cercando di minare la fiducia in un’elezione ben gestita».

«Come due cause precedenti, questo caso non si basa su prove concrete di brogli o malagestione elettorale. Si basa su varie teorie di cospirazione, che sono già state smentite – ha detto Fink – Siamo fiduciosi che questo caso, come gli altri presentati la scorsa settimana, sarà archiviato. C’erano più di 200 rappresentanti di lista repubblicani nella sala del Centro Tcf, ma solo cinque di loro si sono fatti avanti per sostenere queste accuse, il che indica quanto in realtà sia stato gestito bene il processo elettorale».

Nevada

Il Partito Repubblicano del Nevada ha annunciato che i suoi avvocati hanno inviato a Barr una denuncia penale per almeno 3.062 casi di brogli elettorali nello Stato. Il partito ha affermato che, dopo aver incrociato più di 60 pagine di registri elettorali con il database nazionale dei cambi di indirizzo, ha trovato almeno «3.062 persone che sembrano aver effettuato in modo improprio il voto per corrispondenza durante le elezioni».

Due informatori si sono anche fatti avanti per fornire dichiarazioni giurate che descrivono dettagliatamente le irregolarità di cui sono stati testimoni nei seggi elettorali.

 

Per saperne di più:

 

Articolo in inglese: Election Outcome Unclear Amid Pending Recounts and Legal Challenges

 
Articoli correlati