Additivi alimentari: gli emulsionanti alzano il rischio ‘malattie croniche’

Un recente studio ha scoperto il potenziale effetto degli emulsionanti sul nostro organismo.

Diversi prodotti alimentari lavorati li contengono, e sono riportati nella lista degli ingredienti. Questi additivi, simili ai detergenti,sarebbero in grado di danneggiare la barriera intestinale; di conseguenza possono provocare infiammazioni e aumentare il nostro rischio di sviluppare malattie croniche.

La ricerca è stata condotta sui topi, per cui è presto per inserire gli emulsionanti tra le sostanze dannose per l’uomo; ma vediamo il meccanismo preso in esame.

LA FLORA BATTERICA INTESTINALE

Il rivestimento del nostro tratto gastrointestinale compie uno dei lavori più duri all’interno del nostro corpo. Deve permettere l’assorbimento di fluidi e nutrienti provenienti dalla nostra dieta, e nel frattempo fungere da barriera per prevenire le invasioni di tossine e batteri nocivi nel nostro corpo.

Le cellule del rivestimento intestinale secernono un muco gelatinoso e varie sostanze antimicrobiche: di solito lo proteggono dalle infezioni batteriche. Ma alcuni cambiamenti (dovuti all’alcol, ad infezioni virali, ad alcune droghe e all’esposizione alle radiazioni) nei microorganismi che vivono nell’intestino, possono diminuire l’integrità della barriera gastrointestinale.

Le centinaia di specie di microscopici microbi che vivono nel tratto gastrointestinale umano (chiamati anche flora intestinale), hanno l’importante compito di assisterci nella digestione del cibo, guidando il nostro sistema immunitario durante il suo sviluppo e aumentando nella nostra dieta l’assorbimento di importanti minerali.

Alcune specie di batteri buoni possono perfino scomporre il cibo che raggiunge l’intestino per produrre un tipo speciale di grassi, gli acidi grassi a catena corta. Una volta assorbiti nel flusso sanguigno, questi acidi grassi possono avere influenze positive sulla nostra salute, riducendo il senso di appetito e abbassando i livelli di zuccheri nel sangue.

In circostanze normali, la flora batterica non riesce a svilupparsi sullo spesso strato di muco attaccato alle cellule intestinali. Tuttavia, se il rivestimento intestinale è danneggiato, alcuni batteri specifici e dannosi sono capaci di spostarsi attraverso il rivestimento dall’intestino al flusso sanguigno.

A questo punto, le cellule immunitarie presenti nel sangue riconoscono e cercano di attaccare gli intrusi, producendo composti infiammatori. Nel tempo, ciò può risultare in un livello cronicamente basso di infiammazione nell’intestino e in tutto il corpo.

INTESTINO INFIAMMATO

L’infiammazione – parola derivata dal termine latino ‘inflammatio’, che significa dare fuoco – è il tentativo del nostro corpo di proteggersi, rimuovendo stimoli nocivi, tra cui cellule danneggiate, elementi irritanti o patogeni, e iniziare il processo di guarigione.

L’infiammazione fa parte della risposta immunitaria dell’organismo. In primis, è utile quando, ad esempio, vi ferite una mano e il corpo lancia l’innata risposta di mandare le cellule immunitarie nell’area danneggiata per attaccare i microbi estranei e riparare il danno. Senza infiammazione, le infezioni e le ferite non guarirebbero mai.

Tuttavia, a volte l’infiammazione potrebbe auto perpetuarsi; in risposta ad un’infiammazione esistente viene creata un’ulteriore infiammazione. Potrebbe essere causata da reazioni iperattive del sistema immunitario, agenti patogeni non degradabili e infezioni causate da qualche virus. Può anche succedere in caso di malattie auto immuni come la malattia di Crohn, in caso di artrite reumatoide e in caso di malattie cardiache, diabete o infarti.

Le infiammazioni croniche incontrollate sono nocive e causano il danneggiamento dei tessuti. Questo porta ad effetti collaterali, quali fatica e dolore e, in alcuni casi, insufficienza d’organo.

QUINDI, COSA FANNO ALL’INTESTINO GLI EMULSIONANTI?

Gli emulsionanti sono sostanze naturali o chimiche, formate da un’estremità idrofila e un’estremità idrofobica. Sono solitamente utilizzati per combinare ingredienti che altrimenti non si mescolerebbero, come olio e acqua.

Sarebbe impossibile, ad esempio, fare la maionese senza usare come emulsionante la lecitina (che si trova nel tuorlo delle uova) per amalgamare bene l’olio e il succo di limone.

Gli emulsionanti sono usati nel pane, nelle salse, nei budini, nella margarina e nei gelati, per rendere il composto più omogeneo e più resistente allo scioglimento.

Gli autori di una recente ricerca di Nature hanno aggiunto due emulsionanti comuni, l’additivo E466, cioè la carbossimetilcellulosa (Cmc) e il polisorbato 80 (P80), all’acqua e al cibo dei topi da laboratorio.

Sono stati riscontrati dei cambiamenti nelle specie di batteri che crescevano nell’intestino dei topi, con una diminuzione del numero dei batteri considerati salutari ed un aumento del numero dei microbi che provocano infiammazioni.

Lo strato di muco che normalmente protegge le cellule intestinali da agenti patogeni invasivi, nei topi a cui venivano somministrati gli emulsionanti, era stato colonizzato da batteri mangiatori di muco, causando un assottigliamento della barriera di muco.

Durante i controlli si è notato che i topi, in precedenza sani, avevano bassi livelli d’infiammazioni gastrointestinali, mangiavano di più e prendevano più peso (soprattutto grasso corporeo), avevano livelli di zucchero più alti nel sangue ed erano resistenti all’azione dell’insulina.

AUMENTO DEL RISCHIO DI MALATTIE CRONICHE

La condizione dei topi assomiglia a una condizione umana che si sta diffondendo, chiamata la sindrome metabolica.

Le persone affette da sindrome metabolica presentano grasso in eccesso al livello dell’addome, pressione sanguigna alta, aumento dei livelli di colesterolo ‘cattivo’, cioè lipoproteine a bassa densità (LDL), diminuzione dei livelli di colesterolo ‘buono’, cioè lipoproteine ad alta densità (HDL) e poco controllo degli zuccheri nel sangue. Questa sindrome aumenta anche il rischio di malattie croniche come il diabete di tipo 2, malattie cardiache e infarti.

Per dimostrare che era la flora intestinale alterata a causare i disordini infiammatori riscontrati nei topi nutriti con emulsionanti, i ricercatori hanno trasferito la flora batterica da questi ultimi, in topi senza germi (cioè topi cresciuti in ambienti sterili, privi di flora batterica).

I topi senza germi hanno sviluppato in seguito deboli infiammazioni e i sintomi della sindrome metabolica. Quando gli emulsionanti sono stati somministrati a topi geneticamente inclini a coliti (infiammazioni del colon), questi topi hanno sviluppato gravi coliti. Questo potrebbe avere implicazioni future per chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali.

Gli autori evidenziano che:

negli ultimi cinquant’anni abbiamo assistito ad un regolare aumento nel consumo di additivi del cibo, molti dei quali non sono stati testati con attenzione quando sono stati etichettati come ‘considerati generalmente sicuri’, nel momento in cui i governi incaricati hanno richiesto di creare o espandere le norme riguardanti la sicurezza alimentare.

ASPETTATE A BUTTARE LA MAIONESE

La United States Food and Drug Administration (Agenzia statunitense per gli Alimenti e i Medicinali) ha approvato l’utilizzo negli alimenti del polisorbato 80 fino all’1 per cento, mentre l’E466 non è stato ancora studiato approfonditamente, è ritenuto come ‘generalmente sicuro’ e usato in vari alimenti fino al due per cento.

L a Food Standards Australia New Zealand (Agenzia australiana e neozelandese per le norme alimentari) ha approvato il polisorbato 80 (conosciuto con il codice 433) e l’E466 per l’utilizzo negli alimenti con ‘norme di buona fabbricazione’, senza stabilire percentuali massime.

I risultati dello studio evidenziano il bisogno di organismi regolatori che assicurino che gli additivi siano testati e costantemente monitorati per i loro effetti sulle malattie croniche.

Ma è troppo presto per eliminare gli emulsionanti dalla nostra dieta per prevenire lo sviluppo della sindrome metabolica.

È chiaro che gli emulsionanti alimentari hanno effetto sulla salute dei topi, ma ancora non è stabilito se abbiano un impatto anche su quella dell’uomo. Gli uomini consumano emulsionanti naturali da centinaia di anni, mentre normalmente questi non rientrano nell’alimentazione dei topi.

Bisogna anche stabilire le quantità che gli uomini consumano presumibilmente in un lungo periodo e le possibili conseguenze metaboliche. Per gli esperimenti principali dello studio, ai topi venivano somministrati concentrazioni di emulsionanti molto più alte del consumo medio giornaliero di un uomo.

Diversi fattori contribuiscono allo sviluppo della sindrome metabolica. Il consumo eccessivo di calorie derivato da un’alimentazione molto elaborata e la scarsa attività fisica sono tra i principali colpevoli e quelli a cui ci si deve dedicare in primo luogo.

Tuttavia, questi studi mettono in risalto quanto sia importante utilizzare ingredienti freschi quando si cucina, e quanto sia importante evitare o minimizzare l’uso di alimenti troppo lavorati. Tutti noi dovremmo cominciare a leggere le etichette con gli ingredienti ed essere più consapevoli di quello che diamo da mangiare alla nostra famiglia.

Leggi l’articolo in inglese: Food Additives and Chronic Disease Risk: What Role Do Emulsifiers Play?

 
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