Trump media uno storico accordo di pace tra Israele e Sudan

Di Ella Kietlinska

Israele e Sudan si sono impegnati a normalizzare gradualmente le loro relazioni in un accordo negoziato con la mediazione degli Stati Uniti, il che rende il Sudan il terzo Stato arabo ad aver accantonato le ostilità con Israele negli ultimi due mesi.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha siglato l’accordo con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il primo ministro sudanese Abdalla Hamdok e il capo del Consiglio di transizione sudanese Abdel Fattah al-Burhan.

La dichiarazione congiunta di Stati Uniti, Sudan e Israele, afferma che «i leader hanno concordato la normalizzazione delle relazioni tra Sudan e Israele e la fine dello stato di belligeranza tra le loro nazioni».

A sinistra, il primo ministro del Sudan Abdalla Hamdok il 14 febbraio 2020. (Hannibal Hanschke/Reuters); A destra, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il 13 agosto 2020. (Abir Sultan/Pool via Reuters)

Trump ha invitato i giornalisti nello Studio Ovale mentre era al telefono con i leader di Israele e del Sudan: «Questo è uno dei grandi giorni della storia del Sudan», ha detto il presidente americano, sottolineando che Israele e Sudan erano in stato di guerra da decenni. «È un mondo nuovo – ha commentato il primo ministro israeliano – Stiamo cooperando con tutti e costruendo un futuro migliore per tutti noi».

Dal punto di vista degli Stati Uniti, uno dei principali obiettivi dell’accordo è quello di unire i Paesi arabi contro il loro avversario comune, l’Iran.

«Gli Stati Uniti prenderanno misure per ripristinare l’immunità sovrana del Sudan e per convincere i suoi partner internazionali a ridurre l’onerosità del debito del Sudan, incluso il proseguimento delle trattative per la cancellazione del debito prevista dal programma Highly Indebted Poor Countries Initiative», riporta la dichiarazione congiunta.

Inoltre, sia gli Stati Uniti che Israele aiuteranno il Sudan «a rafforzare la democrazia, a migliorare la sicurezza alimentare, a contrastare il terrorismo e l’estremismo e a sfruttare il suo potenziale economico».

Sudan e Israele stabiliranno relazioni commerciali ed economiche con «un focus iniziale sull’agricoltura». Nelle prossime settimane, le delegazioni si incontreranno per negoziare un’ulteriore cooperazione in vari settori, tra cui la tecnologia agricola, l’aviazione e le questioni relative alla migrazione.

Gli accordi di Abramo

Il Sudan diventerà così il terzo Paese a normalizzare i suoi legami con Israele nell’ambito degli accordi mediati dagli Stati Uniti. Il 15 settembre, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein hanno infatti firmato a Washington gli accordi di normalizzazione delle relazioni con Israele, denominati accordi di Abramo.

L’accordo porterà alla normalizzazione delle relazioni commerciali, di sicurezza e diplomatiche di entrambi i Paesi con Israele. In passato solo due Paesi arabi hanno pienamente normalizzato le loro relazioni con Israele: l’Egitto nel 1979 e la Giordania nel 1994.

Secondo il segretario di Stato Mike Pompeo, il successo nella mediazione degli Accordi di Abramo è dovuto al cambio di paradigma del presidente Donald Trump su come «come creare sicurezza per il Medio Oriente».

«Il governo Trump ha compreso che la principale difficoltà in Medio Oriente non era il conflitto tra Israele e palestinesi, ma piuttosto la sfida presentata dalla Repubblica Islamica dell’Iran e dalla loro campagna terroristica antisemita in tutto il mondo».

Il Sudan non è più uno ‘State Sponsor of Terrorism’

Il presidente Donald Trump ha annunciato al Congresso degli Stati Uniti che intende revocare la designazione del Sudan di ‘Stato promotore di terrorismo’ (State Sponsor of Terrorism), dopo che il Sudan ha trasferito 335 milioni di dollari in un conto corrente speciale a garanzia delle vittime statunitensi del terrorismo e delle loro famiglie. La cifra – come ha spiegato Trump durante l’incontro alla Casa Bianca – andrà a risolvere alcune rivendicazioni di lunga data da parte delle vittime di attacchi terroristici alle ambasciate americane dell’Africa orientale.

In un successivo comunicato, la Casa Bianca ha sottolineato: «È essenziale che il Congresso agisca ora per approvare la normativa necessaria a garantire che il popolo americano si renda rapidamente conto di tutti i benefici di questa svolta politica».

La rimozione della designazione del terrorismo apre la porta al Sudan per ottenere prestiti internazionali e gli aiuti necessari per rilanciare la sua malconcia economia e salvaguardare la transizione del Paese verso la democrazia.

Il Sudan è su una strada fragile verso la democrazia dopo che una rivolta popolare dello scorso anno ha portato i militari a rovesciare l’autocrate di lunga data Omar al-Bashir. Attualmente il Paese è diretto da un governo in parte militare e in parte civile, e le prime elezioni sono previste per la fine del 2022.

Molti in Sudan sostengono che la designazione, imposta nel 1993 perché il governo di Bashir sosteneva diversi gruppi terroristici internazionali come Hamas, Hezbollah libanesi e altri, è diventata obsoleta da quando Bashir è stato rimosso l’anno scorso.

 

Articolo in inglese: Israel and Sudan Reach US-Brokered Deal to Normalize Ties

 
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