530 Milioni di poveri in Cina. E gli aiuti li rubano i funzionari corrotti del Pcc

Il 7 marzo scorso, durante una conferenza stampa seguita a una seduta del parlamento cinese, il ministro delle Finanze cinese ha ammesso che lo scorso anno il governo di Pechino ha sottratto 730 milioni di yuan (circa 93 milioni e 800 mila euro), dai fondi riservati alla «lotta contro la povertà».

Quando Xi Jinping è salito al potere nel 2012, ha assunto l’impegno di sradicare completamente la povertà nelle campagne cinesi entro il 2020. Questa lotta è quindi una priorità politica per il regime cinese, per evitare che la disparità dei redditi causi instabilità sociale e disordini.

Secondo i dati della Banca Mondiale, circa 493 milioni di persone (il 36 percento della popolazione cinese) sono costrette a vivere con poco più di quattro euro al giorno. E a volte anche meno: le stime ufficiali del regime indicano che attualmente oltre 43 milioni di persone sopravvivono con meno di 77 centesimi di euro al giorno.

Liu Yongfu, direttore dell’Ufficio contro la povertà, durante un’altra conferenza stampa, ha ammesso che autorità centrali e locali hanno commesso diversi illeciti nella lotta alla povertà, come per esempio aver alterato il il valore della soglia di povertà. Liu ha evidenziato inoltre che le autorità cinesi sono indagate per oltre 60 mila casi di segnalazioni false e altri atti illegali come la sottrazione di fondi in cui, negli ultimi cinque anni, sono rimasti coinvolti oltre 80 mila responsabili del Partito Comunista Cinese.

Tian Qizhuang, scrittore indipendente e commentatore, parlando alla radio Sound of Hope ha detto che la causa fondamentale per l’uso improprio dei fondi, sia che i cittadini cinesi non hanno alcuna possibilità di controllo sull’assegnazione degli stanziamenti da parte delle autorità: «Quanti soldi del bilancio del Paese vengono assegnati per la riduzione della povertà? Dove si spendono questi soldi?». La Commissione centrale di ispezione disciplinare – organismo preposto alla lotta contro la corruzione del Pcc – ha già individuato funzionari corrotti che sottraevano fondi destinati alla lotta contro la povertà.

Dopo che il ministero delle Finanze ha annunciato un supplemento di 20 miliardi di yuan (circa due miliardi e 57 milioni di euro), allo stanziamento dello scorso anno di 86 miliardi di yuan (circa 11 miliardi di euro), raggiungendo così un totale di circa 106 miliardi di yuan per il 2018, Tian Qizhuang ha espresso il timore che questo possa incrementare maggiormente la corruzione. In proposito, ha portato l’esempio di quanto successo con le sovvenzioni per le case rurali danneggiate, che avrebbero dovuto essere distribuite, mentre alcuni villaggi aspettano da anni di ricevere gli aiuti. La sua opinione quindi è che, anche quei soldi, siano stati distratti da funzionari corrotti del Pcc a differenti livelli.

E, nonostante Liu Yongfu abbia proposto di intensificare i controlli nella distribuzione dei fondi per la lotta alla povertà, gli esperti si mostrano scettici. Ha spiegato infatti a Sound of Hope Radio Ma Wenfeng, analista economico specializzato dell’agenzia di stampa del regime cinese Xinhua: «Il fatto è che abbiamo un problema sistemico: le spese fiscali del governo non sono trasparenti».

 

Articolo in inglese: Roughly $112 Million of ‘Poverty Relief’ Funds Misused by the Chinese Regime

Traduzione di Francesca Saba

 
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