23 gennaio 2020, una data che vivrà nell’infamia

L’autore dell’articolo, Brian Giesbrecht, è un giudice in pensione e un membro anziano del Frontier Centre for Public Policy.

 

La teoria che il virus del Pcc (che sta scatenando il caos in tutto il mondo) sia un’arma biologica prodotta in un laboratorio di livello 4 a Wuhan (il Wuhan Institute of Virology), è probabilmente una «teoria della cospirazione» molto comune su Internet.

Milioni – forse miliardi – di parole sono state spese nelle discussioni su quali pipistrelli sono stati trovati, quali scienziati cinesi sono scomparsi, e così via.

Francamente, non sappiamo ancora dove abbia avuto origine il virus. Solo il Partito Comunista Cinese (Pcc) lo sa, e non lo dice. È partito dal «mercato umido» di Wuhan, come il Pcc aveva originariamente affermato, o proveniva dal vicino laboratorio di livello 4, forse come esperimento andato orribilmente male? Il virus era naturale o è stato ingegnerizzato? Il Pentagono e gli scienziati ritengono che, in base alle diverse indagini eseguite, il virus sia naturale. Questo non esclude però la provenienza da un laboratorio. Il segretario di Stato americano Michael Pompeo ha in passato affermato che ci sono «evidenti prove» che lo scoppio del virus è iniziato in un laboratorio.

Quel «mercato umido» (un mercato di frutti di mare e pesce) è stato convenientemente smantellato molto tempo fa. I funzionari del Pcc ritengono che non si possa affermare che il virus abbia avuto origine a Wuhan, solo perché è stato individuato lì. In realtà, alcuni di loro stanno persino dicendo al popolo cinese che il virus ha avuto origine in una struttura militare statunitense.

Quindi, data l’alta probabilità che il Pcc continui a offuscare la verità e a impedire che venga a galla, potremmo non sapere mai come sono andate le cose. Tuttavia, il fatto che il Pcc abbia passato sei settimane cruciali a coprire la gravità di quello che stava accadendo a Wuhan, di per sé significa che nulla di quanto detto da esso può essere preso in considerazione.

Quello che però il Pcc non può nascondere è di aver bloccato tutti i viaggi da Wuhan verso altri punti della Cina, ma di non aver impedito a decine di migliaia di abitanti della città di continuare a volare in tutto il mondo, infettando milioni di persone. Il 23 gennaio Wuhan è stata completamente bloccata, e a nessuno della città è stato permesso di recarsi in altre parti della Cina.

Si ricordi quella data – il 23 gennaio 2020 – perché vivrà nell’infamia. Il 23 gennaio 2020 sarà ricordato nella storia come il giorno in cui il Pcc – volutamente o meno – ha scatenato un cataclisma, infettando l’intero pianeta.

Quanto successo il 23 gennaio ha già provocato un numero di decessi cento volte superiore a quanto successo il 7 dicembre 1941, con l’attacco a Pearl Harbor (dieci volte superiore, solo negli Usa). Nonostante l’interruzione di tutto il traffico da Wuhan verso tutte le altre parti della Cina, il Pcc non è però riuscito a fermare i voli per l’Europa, il Nord America, l’Africa e tutti le altre destinazioni. In realtà, quei voli sono cessati solo quando i divieti di viaggio sono stati imposti dalle altre nazioni, che in ritardo si sono rese conto dell’arrivo di decine di migliaia di viaggiatori infetti da Wuhan. Non è una coincidenza che l’Italia, l’Iran, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti siano stati così gravemente infettati, poiché erano le destinazioni di molti di quei viaggiatori di Wuhan.

Tuttavia la situazione è andata peggiorando. Non solo il 23 gennaio il Pcc non ha interrotto i voli internazionali da Wuhan, ma si è pure lamentato quando i Paesi infetti hanno iniziato a prendere provvedimenti per impedire gli scali dalla Cina. Nondimeno il Pcc ha usato i suoi ‘amici’ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), definendo le misure di questi Paesi «razziste» e improprie. Infatti, il 3 febbraio il dottor Tedros Ghebreyesus, capo dell’Oms, che secondo molti ha fin da subito mostrato compiacenza nei confronti del Pcc, ha dichiarato: «Non c’è motivo di adottare misure che interferiscano inutilmente con i viaggi e il commercio internazionale». Sorprendentemente, l’ha detto nel momento in cui lui e il Pcc erano pienamente consapevoli che il nuovo coronavirus era trasmissibile tra gli esseri umani e pure letale, ma senza rivelarlo al resto del mondo.

Il Pcc ha quindi continuato a opporsi ai divieti di volo e a nascondere la grave situazione provocata dal virus, fino a quando l’11 marzo l’Oms ha finalmente dichiarato lo stato di pandemia.

Questo è ciò che il Pcc – il partito di Mao – ha fatto al mondo. Siamo a un punto in cui centinaia di migliaia di persone sono morte, ci sono danni economici per miliardi di dollari, e il futuro appare incerto e instabile. Tutto questo a causa del 23 gennaio, quando il Pcc ha fermato il traffico da Wuhan verso il resto della Cina, ma non in direzione degli altri Stati nel mondo. «Infamia» è una parola troppo severa per quello che ha fatto il Pcc? Probabilmente no. Se il 23 gennaio avesse fermato il traffico verso il resto del mondo, come ha interrotto quello nazionale, non ci sarebbe stata per nulla una pandemia. Infatti, l’epidemia sarebbe stata probabilmente controllabile e circoscritta nella provincia dell’Hubei.

Si stima che, se il Pcc fosse stato trasparente nei confronti delle altre nazioni, i danni avrebbero potuto essere limitati del 95 per cento. Se ci fosse stata quella semplice onestà, non c’è dubbio che tutti i Paesi nel mondo avrebbero prontamente chiuso tutti i voli, in previsione che il Pcc non fosse riuscito a gestire la cosa.

Quindi, date le azioni inconcepibili – o la mancanza di azioni – da parte del Pcc, la definizione di «arma biologica» è davvero troppo dura per descrivere la loro decisione di permettere a decine di migliaia di abitanti di Wuhan infetti, di disperdersi in tutte le parti del mondo? Non erano forse quelle persone infette libere di viaggiare, l’equivalente di un’arma mortale? In realtà, forse non esiste parola troppo dura per quello che ha fatto il Pcc. Che idee poteva avere il Pcc per agire in un modo così incosciente, e probabilmente razzista?

Dopo tutto, la Cina ha una delle civiltà più antiche e sofisticate del mondo. Le città, le biblioteche e le arti superiori cinesi erano fiorenti quando l’Europa era ancora arretrata e le Americhe erano prive di città o di biblioteche di qualsiasi tipo. Il popolo cinese è sempre stato tra i più dignitosi e laboriosi del pianeta. E per chi sostiene che la democrazia liberale e la libertà siano in qualche modo antitetiche ai cinesi, basta guardare alla piccola Taiwan, al largo della costa cinese. Lì i cinesi hanno costruito con successo una fiorente democrazia liberale, dove il popolo gode di livelli di libertà e prosperità inimmaginabili nella Cina continentale. Oppure si può prendere Hong Kong, dove i cittadini coraggiosi cercano disperatamente di mantenere la loro libertà, per evitare che la loro città venga controllata dal regime.

Allora, cos’è successo sulla terraferma? Come ha potuto questa nazione davvero impressionante, degenerare al punto di esportare consapevolmente morte e distruzione a tutti coloro che si trovano al di fuori dei suoi confini? La risposta è semplicemente nella determinazione sanguinaria del Pcc a rimanere al potere ad ogni costo. Da quando è salito al potere nel 1949, quel partito ha alternato carestie e abusi sui suoi cittadini, schiacciando ogni dissenso. Il brutale partito di Mao è stato responsabile della morte di almeno 60 milioni di persone.

Si sperava che la storica visita dell’ex presidente Richard Nixon in Cina nel 1972 avrebbe inaugurato una Cina più umana, liberale e cooperativa. E infatti – almeno dopo la fine del tiranno Mao Zedong nel 1976 – i nuovi leader hanno permesso alla naturale capacità del popolo di prosperare e che prevalessero elementi di libera impresa. Attraverso il duro lavoro e l’intraprendenza, milioni di persone si sono poi risollevate dalla povertà.

Tuttavia il Pcc non ha mai lasciato che le libertà umana si sviluppasse, così che l’aumento della prosperità è costata un prezzo enorme. Il Partito mantiene il dominio assoluto e non tollera il dissenso, controlla anche i media e ha esercitato un’influenza sempre maggiore anche su organizzazioni come l’Oms, in teoria apolitiche, pervertendole.

È quel controllo spietato, la determinazione a soffocare il dissenso e l’atteggiamento razzista nei confronti di chiunque non sia cinese ad aver permesso che questa pandemia del tutto inutile andasse fuori controllo. La verità è che il totalitarismo del Pcc non ha coscienza.

I prossimi anni verranno dedicati a esaminare come le cose siano andate male, ma è già abbastanza chiaro che l’Oms era troppo ansiosa di compiacere la leadership del Pcc. La combinazione di un arrogante Pcc e dell’accondiscendenza dell’Oms, ha portato a dolore e sofferenza su una scala così tragica.

Se qualcuno sperava che un Pcc più contrito potesse emergere da questa pandemia catastrofica, le sue speranze sono state immediatamente infrante. Infatti, una Cina che ora sembra si stia riprendendo dal virus, sta approfittando di un Occidente indebolito per sterilizzare Hong Kong e fare il prepotente con i suoi vicini. Invece di offrire scuse e risarcimenti, uno spavaldo Pcc diffonde invece false informazioni, come ad esempio che il virus abbia avuto origine all’interno dell’esercito americano, e rifiuta persino di ammettere che il virus sia partito da Wuhan, sostenendo che è «solo stato scoperto per la prima volta» lì.

Un segno veramente scoraggiante di come il Pcc progetti di comportarsi nell’era post-pandemica è il suo tentativo di ricattare la Francia: in altre parole, sarebbe disposto ad aiutare la Francia colpita dal virus, solo in cambio dell’ammissione del 5G di Huawei in quel Paese.

Un altro esempio scoraggiante è che la Cina continua a tenere in ostaggio due canadesi, in stile medievale, nel tentativo di ricattare il Canada per farla rinunciare allo stato di diritto. L’audacia è sbalorditiva: dopo aver messo in ginocchio la Francia con il virus esportato da Wuhan, il Pcc usa questa vulnerabilità per farsi strada. Verso il Canada, si comporta come un gangster. È kafkiano a livello cosmico.

Intanto, le cause contro la Cina sono iniziate. È ironico che lo Stato del Missouri – dove il discorso della cortina di ferro di Winston Churchill ha annunciato ufficialmente la guerra fredda contro l’Urss – sia stato il primo Stato degli Usa a fare causa. Si può dire che la Guerra Fredda sia iniziata quando Churchill tenne quel discorso al Westminster College di Fulton, Missouri, il 5 marzo 1946, in cui disse disse: «Da Stettin nel Baltico a Trieste nell’Adriatico, una cortina di ferro è scesa attraverso il continente».

Anche se l’Urss è sparita, quella distruttiva guerra fredda continua in forma modificata fino ad oggi. Chiunque dubita che l’Occidente sia ora impegnato in una guerra fredda altrettanto combattuta e distruttiva con la Cina comunista, deve solo guardare a quello che il Pcc ha fatto – o piuttosto non ha fatto – il 23 gennaio. Non si sa cosa verrà dopo. L’Occidente vuole almeno vedere dei segnali che il Pcc voglia scusarsi e discutere almeno di un risarcimento. Come minimo, vuole che il Pcc mostri più cooperazione e meno ostilità verso l’Occidente, e offra più libertà al suo popolo. Se questi segnali non arriveranno, i prossimi decenni saranno molto difficili. Finora non ce ne sono stati.

Il 23 gennaio 2020 è una data che vivrà nell’infamia.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Lo sapevi che siamo indipendenti?

Epoch Times è indipendente da qualsiasi influenza da parte di società, governi o partiti politici. Il nostro unico obiettivo è di fornire ai nostri lettori informazioni accurate e di essere responsabili nei confronti del pubblico.

 

Articolo in inglese: A Date That Will Live in Infamy

 
Articoli correlati